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Basket, Eurolega: Grossa, potente e fisica: la nuova faccia dell'Olimpia Milano d'Europa

Daniele Fantini

Aggiornato 22/10/2021 alle 11:34 GMT+2

BASKET, EUROLEGA - Il quintettone e la difesa fisica, al limite del fallo in ogni azione, hanno svoltato la partita contro l'Asvel in un secondo tempo fantastico per matenere l'Olimpia ancora imbattuta in vetta alla classifica. Decisivo il mix ottimale della coppia Melli-Mitoglou, la capacità di Gigi Datome di reggere da 3 e la trasformazione di Pippo Ricci in un vero jolly dalla panchina.

Nicolò Melli in palleggio contro Charles Kahudi, AX Armani Exchange Milano-LDLC Asvel Villeurbanne, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

"Per il modo in cui stavamo giocando, pensavo fosse una partita persa" - coach Ettore Messina.
"Questa squadra ha grandi valori, e nel secondo tempo lo abbiamo dimostrato chiaramente" - Nik Melli.
Essere a -14 all'intervallo lungo dà già, di per sé, una sensazione di pancia molto negativa. Se poi aggiungiamo anche il lato razionale, andando a studiare i dettagli con cui quel -14 è maturato, allora è normale condividere la stessa visione a tinte fosche di coach Ettore Messina. Una Milano sofferente contro la fisicità avversaria, statica e nervosa in attacco, stranamente passiva e permissiva nella propria metacampo. Trovare un modo per girare la partita sembrava difficile quanto superare indenni un campo minato. Va beh, questa è andata, prima o poi una sconfitta doveva arrivare. E invece no.
Per la terza volta in cinque partite Milano ha saputo riemergere dal pozzo. E tramutare sensazioni negative diffuse in un'altra grande vittoria. Lo aveva già fatto con il CSKA, risollevandosi dal -10 di un primo quarto in cui sembrava destinata a patire la forza e la profondità di una grande avversaria, pronta a mirare alle Final Four anche in questa stagione. E si era poi ripetuta, una settimana fa, contro l'Efes, quando, sotto di 11 alla metà del secondo periodo, pareva non avere antidoti alle frecciate della coppia Micic-Larkin. Così, l'ipotetico 2-3 in classifica che sarebbe molto probabilmente maturato nel primo anno della gestione Messina, si è invece tramutato in un meraviglioso 5-0.
Milano non muore mai. Se possibile, è ancora più resiliente della squadra dello scorso anno. Ancor più capace di far quadrato su se stessa e sulla sua forza difensiva per risolvere le situazioni di emergenza, anche le più disperate. Il gruppo rema nella stessa direzione, proprio lì dove Nik Melli vede accendersi i veri valori. Sacrificio, altruismo, abnegazione, sofferenza. Grandi qualità morali, intangibles, esplose nel secondo tempo contro l'Asvel. Tutto bellissimo, vero, però c'è qualcos'altro da aggiungere a livello tattico. Perché cuore e grinta, da soli, non bastano per vincere partite a livello di Eurolega.
Questa Milano picchia. È forte fisicamente, e non si tira indietro quando c'è da fare a cazzotti. Il secondo tempo contro il CSKA, una tonnara pura, lo aveva già fatto intendere. E quello contro l'Asvel, sgonfiato come un palloncino dimenticato in un angolo dopo una festa, ha ribadito il concetto. Se c'è da far menar le mani, si mena. Anche di fronte a un arbitraggio che, fino all'intervallo lungo, era stato tutt'altro che casalingo. Ma continua tu a fischiare quando l'intero quintetto gioca con la bava alla bocca, generando contatti in ogni istante. Impossibile.
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Charles Kahudi in penetrazione contro Dinos Mitoglou, AX Armani Exchange Milano-LDLC Asvel Villeurbanne, Eurolega 2021-22

Credit Foto Getty Images

L'Olimpia dello scorso anno aveva costruito una delle migliori difese d'Europa lavorando sulla rapidità dei suoi interpreti nelle situazioni di rotazione, aiuto e recupero. Ottima e vincente contro squadre leggere, ma non adattabile a tutte le situazioni. Non a caso, contro l'Asvel, a Lione, arrivò una brutta sconfitta. La Milano di oggi è differente. Riempie gli spazi a livello fisico. E può sfoderare l'arma inedita - e vincente - del quintettone, vera mossa tattica decisiva nel successo di giovedì sera.
Se Gigi Datome riesce a reggere qualche spezzone da ala piccola di fianco a Shavon Shields, può sparigliare tanti equilibri. Così come Pippo Ricci nel ruolo di jolly, capace di reinventarsi nel ruolo altrettanto inedito di "3 tattico": un lungo con istinto difensivo, piedi veloci ma anche mano per colpire dagli angoli sugli scarichi. Quel 3/3 con cui ha festeggiato la sua prima doppia cifra della carriera in Eurolega è grasso che cola per una squadra arrivata all'intervallo con un asfittico 1/9 dall'arco. E i tanti centimetri diffusi hanno permesso di vincere, per la quinta gara consecutiva, la lotta a rimbalzo, nonostante il grosso deficit accusato dopo i primi 20 minuti: 33-32 il conto finale, con 12 offensivi e altrettanti extra-possessi. Compreso quello che, a 27 secondi dalla sirena, ha regalato la tripla della vittoria a Devon Hall.
Ma la battaglia vera si gioca in area. Lì, dove gli aggettivi per definire l'eccezionalità di Nik Melli sono ormai esauriti. Ma a differenza delle previsioni di inizio anno, quando si pregustava una combo insuperabile con Kyle Hines, Melli sembra miscelarsi alla perfezione sia con Pippo Ricci (ed essere compagni di Nazionale, qui, aiuta) sia, soprattutto, con Dinos Mitoglou. Perché il greco, ancora una volta, è stato il vero game-changer. Lui, che semrava essere finito totalmente fuori partita con quei due falli spesi in un battito di ciglia nel primo tempo. Lui, che invece Messina ha scelto di gettare nella mischia, a freddo, di fianco a Nik sin dal primo possesso del terzo quarto. Lì, dove, in coppia, hanno chiuso l'area biancorossa a doppia mandata, gettando via la chiave. Au revoir, Asvel.
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