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Serie A - Gigi Datome: "La rivalità tra Milano e Virtus Bologna è un bene. Io coach? Non mi vedo portato per il ruolo"

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Pubblicato 26/09/2023 alle 11:06 GMT+2

BASKET, SERIE A - Gigi Datome mai banale nelle interviste. Stavolta, al Corriere dello Sport, l'ormai ex giocatore analizza con estrema lucidità il tema del duopolio Milano-Virtus Bologna, ma anche la banalità di certe dichiarazioni e il suo futuro nella pallacanestro, che non sarà nel ruolo di head coach: "Non mi ci vedo portato, sento il desiderio di stare più dietro le quinte".

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Dopo l'ultimo grande ballo della carriera, fatto indossando la canotta dell'Italbasket alla FIBA World Cup 2023, Gigi Datome è pronto a una nuova vita cestistica. Di questo, ma non solo, il fenomenale ex giocatore, tra le altre, dell'Olimpia Milano, ha parlato in un'interessante intervista realizzata dal collega Andrea Barocci e pubblicata sulle pagine del Corriere dello Sport. Immancabile l'opinione richiesta sul dualismo tra EA7 Emporio Armani Milano e Virtus Segafredo Bologna, due squadre che si contendono da tre stagioni la vittoria dello Scudetto e il cui duopolio, secondo tanti, rappresenterebbe un male per la pallacanestro italiana.
"Proviamo a pensare alla nostra pallacanestro senza Milano e Bologna: sarebbe un campionato migliore? Secondo me, le formazioni di alto livello nobilitano i campionati. Provate a togliere l'Olympiacos e il Panathinaikos al basket greco, il Partizan e la Stella Rossa a quello serbo, o il Barcellona e il Real Madrid alla Spagna: diverrebbero tutti altri campionati. Inoltre, visto che per competere con Milano e Bologna la sfida deve essere per forza grande, ritengo che anche le altre società siano spinte a puntare verso l'alto. Insomma, alla fine Armani e Segafredo per forza di cose alzano il livello dei club".
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Con la solita lucidità, Datome chiude così definitivamente una polemica tanto arcaica quanto sterile, eppure ancora molto in voga quando si discerne dell'attualità della pallacanestro italiana. Senza peli sulla lingua anche l'analisi delle dichiarazioni di facciata che vengono proposte prima delle partite di campionato: "Non mi piace un certo tipo di mentalità che vige nel nostro ambiente. Le dichiarazioni che si fanno prima della domenica sono tutte un po' banali: sempre grande rispetto per l'avversario, sempre il timore di affrontare qualsiasi squadra... Io capisco che se uno dice ciò che pensa veramente, magari gli si potrebbe ritorcere contro. Non dico di fare come Ataman, che ogni volta afferma "vinciamo tutto", però una via di mezzo ci dovrà pur essere".
Infine un'analisi interessante su quello che vorrebbe fosse il suo futuro nel basket, non però da allenatore: "Non mi vedo portato per quel ruolo. Forse perché, venendo da tanti anni di gioco, ora sento il desiderio di stare più dietro le quinte, per staccare un po' dal campo. In questo momento vorrei imparare come funziona una macchina societaria di alto livello com l'Olimpia. E, per farlo bene, non posso lavorare nello staff tecnico".
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