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Italia-Estonia e le altre amichevoli: che senso ha?

Francesco Sessa

Aggiornato 11/11/2020 alle 12:34 GMT+1

La Nazionale stasera scenderà in campo in una delle oltre trenta partite senza niente in palio che si svolgeranno tra mercoledì e giovedì: una scelta incomprensibile in un periodo delicato come quello attuale.

Polonia-Italia, Nations League ottobre 2020: l'undici Azzurro (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

“Il popolo due sole cose ansiosamente desidera: pane e giochi circensi”. Giovenale, Satira X, II secolo d.C. Da qui la nota espressione “panem et circenses”. Circa duemila anni dopo le priorità non sono poi tanto cambiate: il pane, simbolo di quello di cui tutti hanno bisogno quantomeno per vivere, resta il primo pensiero di qualunque essere umano. In questo periodo di crisi più che mai. Quello che allora erano i giochi circensi è ora lo sport, in tutte le sue forme. La ripartenza delle competizioni, dal calcio all’NBA, dai ciclismo al tennis, è stata per molti una boccata d’ossigeno dopo il lockdown, un abbozzo di ritorno alla normalità dopo mesi in cui tutto è stato sospeso.
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Immobile contro Hateboer in Italia-Olanda, Nations League

Credit Foto Getty Images

I giochi romani erano spettacoli pubblici, lo sport nel 2020 è obbligatoriamente filtrato dalle telecamere. Ma tutto sommato va bene così: nei weekend ci si può sbizzarrire, potendo scegliere l’evento che più si preferisce; il fantacalcio è tornato al centro dei dibattiti tra amici; eventi globali come Champions League, Gran Premi, Giro d'Italia e Slam di tennis trasmettono la stessa adrenalina di sempre. I latini, tramite Orazio, ci insegnano però anche che “Est modus in rebus”. C’è una misura in tutte le cose. E allora, la domanda sorge spontanea: le amichevoli delle nazionali erano necessarie?

Nazionali, quante amichevoli in giro per l'Europa

Già le partite tra nazionali, con il rimescolamento di giocatori costantemente monitorati all’interno dei singoli gruppi squadra, possono rappresentare un comprensibile argomento di discussione. Si fanno viaggi e aumentano i contatti tra calciatori che poi torneranno ad allenarsi nei club con compagni che a loro volta sono stati costantemente insieme a molte altre persone nei rispettivi ritiri. Ma la Nations League deve andare avanti e bisogna arrivare a Euro 2020 (ma nel 2021) preparati, con gruppi collaudati tramite partite che sono anche dei test in preparazione alla competizione europea. Questo il punto di vista della Uefa. Ma stasera l’Italia scenderà in campo in un’amichevole contro l’Estonia in una delle venti partite in programma oggi tra nazionali europee senza nessun punto in palio. Domani ci saranno altre tredici amichevoli in giro per il mondo, considerando anche un match di Under 21, uno di Under 20, uno di Under 19, uno di Under 17 e uno di Under 16. Trovare un senso in tutto questo è un’impresa proibitiva, quasi come quella richiesta al gladiatore per sconfiggere il leone.
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L'esultanza dopo il gol di Barella - Olanda-Italia Nations League 2020-21

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Coperta corta, terreno instabile: perché questa scelta?

L’Europa è dilaniata dalla “seconda ondata” dell’emergenza Coronavirus tra lockdown, semi-lockdown e varie misure restrittive. L’opinione pubblica è spaccata, le persone anche, i governi cercano di correre ai ripari cercando un compromesso tra salute ed economia. La coperta è corta. Il tema è delicato e sarebbe bene che anche il mondo del calcio pesasse ogni mossa. Il terreno sotto i piedi è instabile, fragilissimo: le istituzioni calcistiche devono procedere con delicatezza di passo in passo. E arrestarsi per un attimo, in alcune situazioni, potrebbe essere la mossa giusta.
Italia-Estonia in amichevole non ha assolutamente senso, come non hanno senso le altre 32 amichevoli tra oggi e domani. Scelta incomprensibile da un punto di vista etico (e ne abbiamo già parlato), ma anche da un punto di vista logistico: per salvare tutte le competizioni ufficiali si è realizzato un calendario fitto, contratto, sfinente. Dopo la sosta, le squadre impegnate in Champions League ed Europa League giocheranno dieci partite in un mese dopo un periodo, quello appena passato, anch’esso fatto da un match disputato ogni tre giorni. Passi la Nations League se non c’è alternativa, ma perché le amichevoli?

Introiti, interventi delle Asl: più ombre che luci

Ognuno, d’altra parte, guarda al suo orticello. Una partita in più, seppur senza nulla in palio, vuol dire soldi in più che entrano. Una priorità in ogni epoca, figurarsi in questo periodo. Anche perché “panem et circenses” sembra la ricetta giusta, oggi come due anni fa. Ma le ombre sono più delle luci. Non tutti i club sono colpiti allo stesso modo da questa pausa per le nazionali. L’intervento delle Asl, da questo punto di vista, è l’esempio più lampante. I giocatori della Roma (Cristante, Mancini, Mkhitaryan e Ibanez) sono ancora bloccati nella Capitale e sono in attesa del via libera nei prossimi giorni, mentre quelli della Lazio non hanno avuto problemi a raggiungere i rispettivi raduni in patria. I giocatori della Fiorentina hanno lasciato l’Italia, ignorando le prescrizioni dell’Autorità sanitaria locale di rimanere in bolla. Un po’ come successo con i calciatori della Juve nella precedente sosta, dopo il match non giocato contro il Napoli. Confusione, caos, nessuna chiarezza su chi deve prendere le decisioni. E club che ne traggono vantaggio o che vengono penalizzati, come sottolineato un paio di giorni fa da Marotta:
E' assurdo che le Asl si comportino in modo diverso da Roma 1 o Roma 2, o da Milano a Firenze
"C'è la zona d'ombra nella mancanza di centralità di questa gestione: e ogni Asl diventa centrale nella gestione dei club. Diventa ancor più di rilievo il mio allarme di qualche giorno fa, con la richiesta di ridurre gli impegni delle nazionali. Invoco l'intervento del ministero dello sport. Questa situazione è iniqua, porta a un'alterazione della regolarità delle competizioni".
Il mondo del calcio sta sopravvivendo in un’epoca in cui questo non è scontato. Ma il passo dall’offrire il giusto intrattenimento all’esagerare è breve. E con le amichevoli di questi giorni verrà definitivamente compiuto. “Est modus in rebus”. C’è una misura in tutte le cose. Ogni tanto sarebbe bene ricordarlo.
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