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Champions League, i 6 motivi per guardare i quarti anche senza italiane in campo

Carlo Filippo Vardelli

Pubblicato 05/04/2021 alle 15:50 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Otto pretendenti al trofeo, nessuna squadra italiana e ben 6 motivi per tenere acceso il televisore. Guardiola, Mbappé, Haaland, Tuchel, Liverpool contro Real Madrid, il Bayern senza Lewangoalski e l'ineffabile Porto di Conceicao: vi bastano?

Mbappé, Guardiola e Haaland - Champions League 2021

Credit Foto Eurosport

Il 6 aprile riparte la Champions League: la competizione calcistica più bella del mondo. Nonostante l'assenza dei club italiani, che avrebbero indubbiamente alzato i punti dello share nel nostro paese, lo spettacolo europeo non mancherà. Ci sono 8 squadre di alto livello - dal Porto di Conceicao, un club in missione dopo aver decapitato la Signora del calcio italiano, al Real Madrid padrone della Coppa con 13 vittorie - e la solita sfilza di campioni. Noi di Eurosport abbiamo individuato i 6 motivi che, in un modo o nell’altro, vi obbligheranno a mantenere gli occhi appiccicati al televisore per godervi il momento più bello dell’anno: quello dove si gioca per l’argenteria.

Haaland, fra 150 milioni e un futuro da star altrove

"La differenza è che questi giovani danno per scontato che avranno qualsiasi cosa vogliano, mentre noi davamo quasi sempre per scontato che non l'avremmo avuta".
La doppia sfida tra Borussia Dortmund e Manchester City assomiglia tanto all'ultimo ballo prima dell'addio. L'età dell'innocenza del cyborg norvegese del gol, conosciuto anche come Erling Braut Haaland, sta per essere trascinata via da un futuro che lo vede già padrone dell'universo. L’ingenuità del bambino che si diverte a massacrare gli avversari a forza di progressioni laceranti sta progressivamente lasciando spazio alla maturità di un uomo diverso. Più grande e più maturo.
Quando Haaland abbandonerà il calore del Signal Iduna Park, raggiungendo un top club a soli 22 anni, il mondo diventerà molto più feroce con lui, chiedendogli di toccare il cielo con un dito. Questo passo a due contro la difesa del City rischia di essere l'ultima fotografia di una fanciullezza che tornerà più. Abbandonata (e persa) nel cassetto dei ricordi. Godiamocela.
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Guardiola e il tabù da sfatare

Spulciando la pagina di fivethirtyeight relativa alla Champions League, ho notato che una squadra risultava iper-favorita rispetto alle altre. Con l’81% di possibilità di raggiungere la semifinale, il 56% di giocare la finale e il 37% di vincere il torneo, questo 2020-21 sembra essere diventato il giardino del Manchester City di Pep Guardiola. Con una Premier League ormai vinta per dispersione (3 sconfitte su 30 gare), al catalano non resta che focalizzarsi sull’unica ossessione che gli è sfuggita negli ultimi 10 anni.
Sinceramente, mai come quest’anno il City sembra aver montato il Lego con tutti i pezzi al posto giusto, raggiungendo i gradi di favorita numero uno. Però, proprio per questo motivo, sarà doppiamente affascinante capire se la bastardaggine della competizione regalerà l’ennesimo incubo agli Skyblues. Sembra tutto talmente preparato al trionfo del Santpedoriano che la Dea Bendata è pronta per fare l’ennesimo scherzetto. Staremo a vedere, ma Pep è avvisato.
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Underdog Tuchel: può essere la mina vagante?

Sempre rimanendo in casa degli inglesi, una vicenda che fa riflettere è quella che ha coinvolto Mr. Thomas Tuchel. Cacciato dal PSG nel mese di dicembre, nonostante un rendimento più che buono, il recentissimo Manager of the Month (marzo) si è accasato al Chelsea trasportando la squadra tra le prime quattro della Premier League e con un quarto di finale di Champions League che guarda dritto negli occhi della semifinale.
ESPN ha scritto che un non meglio identificato giocatore dei Blues ha dichiarato che il cambio Lampard-Tuchel sia stato come passare dalla notte al giorno, e cavalcando quest'ondata di fiducia che ha pervaso tutti i giocatori non è completamente strambo dire che i londinesi abbiano alcune chance di vittoria finale. Ovviamente non sono i favoriti, però mai dire mai. Prima dovranno superare il Porto - squadra limitata ma, come dicono in NBA, da 10+10 tutte le sere -, però una volta portata a termine la missione, sognare diventa lecito. Il nativo di Krumbach è il finalista uscente: io tenderei a non sottovalutarlo più di tanto.
Chelsea-Coach Thomas Tuchel (links) mit N'Golo Kanté

La grande occasione del PSG di Mbappé e Verratti

A proposito di finali, PSG-Bayern sarà il remake del "Thrilla in Manila" svoltosi allo Stadio da Luz appena 8 mesi fa e deciso da un gol di Coman. Questo confronto sarà un filo diverso dal precedente, soprattutto per l’assenza di Robert Lewangoalski, ma l’impressione è sempre quella di trovarsi di fronte a due delle più quotate vincitrici del torneo.
In particolare i francesi, forti dell’assenza della goal-machine polacca e con un ottavo di finale giocato a livello ultra-celestiale (soprattutto l’andata). Anche qua, come per Pep, sembra ci sia l’aria giusta per sentire il We Are the Champions suonato a tutto volume, però, come dice sempre anche Lineker, guai a sottovalutare i tedeschi. Parlando di campo invece, penso che a livello di soddisfazione cerebrale viaggeremo nella termosfera. Mbappé, Verratti, Kean, Di Maria, Neymar, Paredes, Marquinhos, Sané, Gnabry, Muller, Goretzka, Kimmich e Davies: vi serve altro?
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Klopp vs Zidane per salvare la stagione

Dulcis in fundo, quella che sulla carta può essere l'unica partita in grado di battere PSG-Bayern Monaco. Liverpool-Real Madrid, oltre a mettere in campo quasi 20 Champions League (19), è forse la Miss più bella del concorso. Oltre a mettere di fronte due squadre che vedono nella Champions l'unica via di fuga ad una stagione "perdente", quella sull'asse ispano-inglese è una guerra di filosofie.
Da un lato c'è la tecnica estrema dei Blancos (senza Sergio Ramos), con un centrocampo che è già passato alla storia come uno dei reparti best ever, e dall'altro la staffetta 4x100 dei Reds. Da un lato la prodigiosa scuola di allenatori tedesca, ormai padrona del mondo del calcio, e dall'altro il bruciatappismo di Zinedine Zidane, già vincitore di tre trofei. Liverpool-Madrid è Achille contro Ettore, è Atene contro Sparta, è la sinistra laburista contro la destra di Francisco Franco. È la partita che dovete assolutamente guardare.
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Studiare cosa manca a noi

L’ultimo motivo, ma non meno importante degli altri, che ci deve spingere a guardare queste partite è imparare. L’Italia non è più il big market del calcio mondiale, per cui questa sarà l’ennesima occasione per capire cosa blocca il paese di Dante in questo presente avaro di soddisfazioni. Guardare come gioca il meglio dell’Europa dev’essere la molla per far scattare la nostra rivoluzione, a patto che venga fatta l'analisi giusta a livello tattico, fisico e tecnico - e senza scivolare nell’errore di mitizzare dei modelli non replicabili o fare dei sermoni insopportabili sui soldi e sulla mentalità. Studiare rappresenta l'unico sviluppo, a costo di metterci anni.
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