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Barcellona-Inter 3-3, le 5 verità: Lautaro show, Inzaghi salva la stagione. Calhanoglu brilla. Asllani, che errore!

Aggiornato 13/10/2022 alle 08:52 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Lautaro Martinez si sblocca nella notte più importante segnando un gol favoloso e firmando un assist da incorniciare per Gosens: prova da leader per il Toro. Inzaghi raddrizza la sua Inter e dimostra che la squadra è con lui. Calhanoglu da regista funziona. Asllani, quell'errore è davvero imperdonabile. Barcellona, anche stavolta il clima da battaglia è un boomerang.

I giocatori dell'Inter esultano dopo il gol di Gosens durante Barcellona-Inter - Champions League 2022-23

Credit Foto Getty Images

L'Inter pareggia 3-3 a Barcellona al termine di una partita da batticuore e ipoteca il passaggio agli ottavi di finale: per staccare il pass ai nerazzurri basterà battere il Viktoria Plzen a San Siro nella prossima giornata. Il pari in un Camp Nou infuocato lascia spazio a considerazioni sul presente e sul futuro dei nerazzurri, che hanno sfoderato una prestazione da incorniciare. Vediamo quali sono gli spunti più intriganti emersi dalla sfida contro i catalani, a cominciare da un giocatore letteralmente ritrovato: Lautaro Martinez, tornato al gol dopo un'astinenza che durava da 43 giorni e autore di una prova da leader.

1. Lautaro si sblocca nella serata più importante

Chiacchierato da alcuni, discusso da altri. Ma se c’è una sentenza che arriva dalla notte del Camp Nou è quella di aver ritrovato Lautaro Martinez. Non che si fosse mai perso. Ma per un attaccante incidono i gol; o se non altro quelli che almeno si fanno fare alla squadra. Ecco, Lautaro, da questo punto di vista, dopo un primo tempo in difficoltà, ha preso per mano l’Inter inventandosi una gran conclusione e meglio ancora facendo con i passaggi decisivi per Gosens e Asllani. Ci vogliono spalle e personalità, specie dopo 45 minuti - i primi - che non avevano raccontato di una gran partita. A dimostrazione, ancora una volta, che questo è un giocatore vero.
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Lautaro Martinez esulta dopo il gol segnato durante Barcellona-Inter - Champions League 2022-23

Credit Foto Getty Images

2. In 7 giorni Inzaghi ha salvato la sua stagione

Prima della gara di andata Inzaghi in conferenza stampa raccontava di come la sua presenza nei club facesse "migliorare i bilanci e vincere trofei"; come a dover giustificare qualcosa a qualcuno. Parole che agli interisti erano piaciute meno di una serata a cena con Luciano Moggi. Ecco, in 7 giorni però bisogna dare credito a Inzaghi. La doppia sfida al Barcellona ha dimostrato 2 cose: 1. È un tecnico che sa preparare le partite e 2. la squadra è tutta con lui. Si è preso insomma un qualcosa di molto simile alla qualificazione agli ottavi, in un back-to-back contro il Barcellona, che davvero appariva come tutt’altro che scontato. Che gli sia dato credito.

3. Calhanoglu regista, mossa azzeccata

Esattamente come era successo nel match d'andata, Inzaghi ha deciso di schierare Calhanoglu nel ruolo di play davanti alla difesa lasciando Barella e Mkhitaryan ai suoi lati. La prova del centrocampista turco al Camp Nou è stata molto positiva. Tatticamente, innanzitutto, perché la sua posizione ha dato equilibrio alla squadra. E ancora una volta, proprio come settimana scorsa a San Siro, Calhanoglu ha saputo essere decisivo: suo il break con tanto di lancio millimetrico per il gol di Lautaro del provvisorio 1-2. Che l'Inter abbia trovato in casa il vice Brozovic?

4. Asllani, l'errore è veramente imperdonabile

Forse passerà in sordina perché l’Inter dovrebbe fare un disastro in casa col Viktoria Plzen e il Barcellona battere il Bayern Monaco, ma ciò che accade al 95' di Barcellona-Inter 3-3 è qualcosa di molto grave. Davanti al portiere, col compagno libero a fianco ed entrambi tutti soli, Asllani non può fare quel che ha fatto: non può tirare addosso a Ter Stegen. Perché in ogni caso quell’errore obbligherà l’Inter a una partita vera in più; e lo fa in una situazione di calendario iper-concentrato e con punti da recuperare in campionato. Con quel gol, invece, l’Inter, se avesse voluto, avrebbe potuto permettersi di mandare in campo la Primavera a fine novembre. E invece toccherà preparare una partita vera, seria, concentrata. Una cosa davvero imperdonabile.
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L'occasione di Asllani al 95',Inter-Barcellona, Getty Images

Credit Foto Getty Images

5. Barcellona: il clima da battaglia non funziona. Anzi...

Sembrava di rivivere la semifinale del 2010, al punto che alcuni tifosi del Barça, evidentemente poco scaramantici, hanno indossato una t-shirt con l'ormai celebre scritta Remuntada. Nulla di più sbagliato, nulla di più controproducente. L'Inter ha dimostrato di essere più squadra dei catalani e di avere qualcosa in più sia nei singoli che nell'organizzazione tattica. Ed esattamente come era accaduto 12 anni, anche stavolta il clima da guerra sportiva (adeguatamente preparato da Xavi fin dall'immediato post partita del match d'andata) non ha fatto altro che caricare i nerazzurri. Guardare - ad esempio - l'esultanza di Lautaro Martinez dopo il gol dell'1-2.
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