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Juve rivitalizzata con le invenzioni di Di Maria e i gol di Rabiot: i bianconeri ora hanno il crash-test Milan

Michele Neri

Pubblicato 06/10/2022 alle 14:42 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE – La Juventus sta ritrovando alcune certezze oltre a risultati positivi. Dopo la vittoria contro il Bologna, i bianconeri si sono confermati a buoni livelli contro il Maccabi Haifa. Girone ancora complicato ma almeno la formazione ritrova fiducia, anche grazie alle super prestazioni di Di Maria, autore di tre assist, e Rabiot, protagonista con una doppietta. Ora c’è il Milan.

Allegri: "Gli ultimi 15 minuti ci fanno capire che i problemi non sono risolti"

La pausa per le nazionali ha aiutato alcune delle squadre che avevano riscontrato il maggior numero di difficoltà nell’avvio di stagione, e tra queste rientra soprattutto la Juventus. La formazione di Massimiliano Allegri, infatti, era giunta al primo giro di boa con il ko in casa contro il Benfica, che ha complicato il discorso qualificazione in Champions League, e con un’altra sconfitta a Monza, molto preoccupante anche per l’atteggiamento visto in campo. Si iniziava a parlare di esonero dell’allenatore e, sebbene l’organico sia evidentemente ricco di buone individualità, non si intravedeva una soluzione ai problemi. Eppure, dopo la sosta, la musica è leggermente cambiata. Lo dicono i risultati, in primis. E’ vero Bologna e Maccabi Haifa non sono gli avversari più ostici ma quando c’è una crisi, anche queste partite sono difficili da vincere. Invece i bianconeri hanno messo a referto un 3-0 contro i felsinei e un 3-1 contro gli israeliani, riscoprendo un po’ di capacità prolifiche. In campionato è stato ancora una volta determinante Arkadiusz Milik, oltre alla coppia serba Kostic-Vlahovic, che un po’ alla volta pare stia affinando la sintonia. In Europa, invece, abbiamo assistito ad una serata da urlo di Angel Di Maria, autore di tre assist, e alla doppietta di Adrien Rabiot, che continua a guadagnare credibilità. Sono dunque diversi i giocatori che possono trascinare questa formazione. E nel prossimo appuntamento contro il Milan si capirà meglio se ci sono stati reali progressi o se la Juventus è destinata a ritornare mediocre. Sicuramente su alcuni aspetti Allegri deve ancora lavorare, contro il Maccabi infatti la sua squadra ha sofferto parecchio nel finale per un calo di tutti quanti solo che, a differenza di altre partite, invece che subire un altro gol, ha chiuso il match su un calcio piazzato.

DI MARIA SUPERIORE

Andando a memoria, tre assist in una stessa partita con la maglia della Juventus li aveva serviti solo Douglas Costa nel passato recente. Si trattava di una partita di Serie A contro la Sampdoria del 15 aprile 2018. Per questo è impossibile non esaltarsi per quanto fatto dall’argentino in Champions contro il Maccabi Haifa. El Fideo tornava titolare dopo l’espulsione di Monza, l’episodio con Milik nel finale di Juventus-Benfica, in cui sembrava esprimere contrarietà rispetto ad una scelta di Allegri, e dopo non esser andato sotto la curva in seguito alla sconfitta contro i portoghesi. Da idolo che era diventato per la prima apparizione contro il Sassuolo era già passato ad essere uno qualunque, e qualcuno iniziava a pensare che potesse persino diventare ingombrante. Ma il numero 22 ha reagito da campione qual è, si è preso il suo spazio nel tridente con Vlahovic e Kostic con il desiderio di lasciare il segno. E ci è riuscito, dando dimostrazione di tutta la sua genialità ed il suo talento. Il primo assist per Rabiot è una lettura che solo pochi giocatori in Europa riescono a fare, ed è perfetta anche l’esecuzione, che manda fuori tempo la difesa che non si era preoccupata di seguire il francese. Il secondo forse è più facile, un filtrante per Vlahovic in campo aperto. Ma lui lo rende magico e difficile utilizzando l’esterno. Il terzo, in realtà, arriva già al 63’, sempre per il centravanti, servito sulla corsa. La rete però viene annullata dal Var, il 9 ha la testa oltre. Nessun problema, la terza perla arriva venti minuti più tardi, con un calcio d’angolo battuto sul primo palo che trova ancora Rabiot, molto bravo a mandarla in porta con una torsione.
Di Maria con le prodezze di ieri ha superato Lionel Messi nella classifica degli assistman all-time della Champions League. Lo juventino ora si trova a 38 in totale, uno in più del connazionale ed ex compagno di squadra al PSG. Davanti al 22 bianconero si trova solo Cristiano Ronaldo a 42. Numeri impressionanti, dai quali si evince che l’assist è il marchio di fabbrica della carriera del Fideo. Non a caso, lui come Kostic sono stati acquistati dalla dirigenza proprio per risolvere un problema che questa squadra ha ancora in fase offensiva. La Juventus crea troppo poco e lascia Vlahovic, che ha doti straordinarie in zona gol, molto spesso solo. Di Maria nel post partita a Sky ha parlato così di sé e dei compagni: “Cerco di fare il mio lavoro, di fare quello che mi rende felice ovvero fare assist come ho sempre detto. Mi piace rendere felici i miei compagni. Volevo giocare così, ora lavoriamo per segnare ancora più gol e creare più opportunità”.
E’ significativa quest’ultima sottolineatura del giocatore. La formazione di Allegri ha ritrovato la via del gol ma deve creare di più. Contro il Bologna ha sfruttato le poche occasioni avute, in mezzo a tanti momenti morti. Contro il Maccabi ha prodotto qualcosa in più, Vlahovic ha sprecato diverse chance, e non solo lui. Quindi la squadra è in crescita ed ora l’aspetta un crash-test importante contro il Milan, che è alle prese con i molti infortuni. Purtroppo non ci sarà El Fideo, che non ha ancora scontato interamente la squalifica per l’espulsione di Monza. La sua assenza si farà sicuramente sentire, in un match nel quale i bianconeri per confermare le buone impressioni di questa ripresa dovranno alzare notevolmente il ritmo, il livello delle giocate, la qualità delle scelte oltre a non scomporsi in fase difensiva. Intanto però possiamo dire che Di Maria è tornato quello che conoscevamo e sarà un fattore nei prossimi mesi.

RABIOT È IMPORTANTE

Il francese si è preso la scena con una doppietta europea che mantiene la Juventus in corsa per il secondo posto nel girone H. Il centrocampista ha così ripagato la fiducia che Allegri ripone in lui da sempre. Fiducia che invece non ha mai conquistato per intero tra i tifosi, e in generale tra gli appassionati di calcio italiano. Rabiot è stato bollato come un giocatore scarso dopo la prima stagione deludente in bianconero sotto la guida di Maurizio Sarri. E di certo l’ingaggio da 7 milioni netti a stagione è un altro aspetto che lo ha sempre messo in cattiva luce. Non ha ancora dimostrato di valere queste cifre, anche se a dirla tutta è arrivato a parametro zero, dunque, l’investimento non è stato eccessivo. E lentamente la Juventus sta forse rientrando nella spesa. Perché le prestazioni dell’ex PSG sono migliorate nettamente dal finale della passata stagione. E anche in questo avvio, quando non è stato assente per problemi fisici o per squalifica, si è confermato uno dei centrocampisti migliori tra i bianconeri, o forse addirittura il migliore. Sicuramente quello che dà più equilibrio. Per il tecnico livornese è una pedina imprescindibile per le sue capacità fisiche e atletiche, che emergono in fase d’interdizione e che difficilmente si trovano negli altri elementi della rosa. Non ha grandi doti tecniche, ma è bravo negli inserimenti come ha dimostrato anche contro il Maccabi. Può migliorare, e tanto, nelle scelte con la palla tra i piedi. E’ lui la sorpresa della Juventus? Allegri non è d’accordo: “Non è una sorpresa, è cresciuto. Ha 27 anni e ha la maturità per fare il salto in avanti, ha potenzialità per migliorare in verticale, per velocizzare la palla in avanti, è migliorato in interdizione, ha fatto due gol. E' negli anni più importanti della sua carriera”.
Se ricordate all’inizio della passata stagione, quando i fan di Rabiot erano davvero pochi, l’allenatore aveva rilasciato queste dichiarazioni che erano sembrate quasi ridicole: “Dovrebbe fare dieci gol, non cinque o sei. Deve migliorare i tempi di inserimenti e nel tiro, deve spaccare la porta quando arriva lì. Quando tira va quasi sempre alta. Sembra quasi non si prepari per il tiro. E su questo bisogna lavorare e migliorare. Il primo gol arriva da un suo inserimento, ma di questi ne deve fare trenta a partita, perchè è forte di testa, ha strappo con le gambe. E’ normale che quando arriva dentro l’area deve essere decisivo”. Non sappiamo se il francese in fase realizzativa diventerà così tanto prolifico però, come detto, è in crescita. E questa è una piccola rivincita di Allegri, che ha sempre creduto in lui.
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