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Juventus, vincere o ‘morire’: perché Allegri si gioca tutto nella trasferta di Haifa. Credibilità e stagione da salvare

Michele Neri

Pubblicato 11/10/2022 alle 10:56 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE – La Juventus ha solo un risultato a disposizione nella trasferta di Haifa: deve vincere. Per vari motivi. Se sbaglia infatti è quasi certa l’eliminazione, che produrrebbe un danno economico oltre ad intaccare il prestigio del club. Pure la credibilità di Allegri è in discussione, il tecnico si è sempre qualificato agli ottavi di finale. C’è poi una stagione da ribaltare.

Allegri: "In trasferta non abbiamo ancora vinto. Magari col Milan..."

La Juventus è di nuovo ad un bivio: vincere o è crisi nera. Contro un’avversaria di livello superiore (il Milan) si è infatti sciolta come neve al sole la fiducia maturata con le due vittorie contro Bologna e Maccabi Haifa. I due successi nella ripresa dopo la sosta per le nazionali avevano riacceso la speranza, sebbene nessuno si fosse del tutto illuso. Il ko di San Siro per 2 a 0 ha fatto invece sprofondare i bianconeri nuovamente. Classifica da dimenticare (8^ in Serie A), morale a terra e di trame di gioco funzionanti nemmeno l’ombra. Proprio come contro il Benfica la formazione di Allegri ha cominciato con uno spirito positivo e qualche offensiva, seppur docile, ma si è presto spenta e dalla mezz’ora in poi ha assistito da spettatrice ad una lezione di calcio. Tutto questo nonostante i rossoneri fossero in emergenza in alcuni ruoli. Pioli ha quindi schiacciato con le idee il tecnico che invece continua a spiegare il rendimento altalenante con le assenze e gli episodi. Anche per questo ha rialzato la voce il “partito” di chi non vuole più Allegri alla guida. La Vecchia Signora e il tecnico di Livorno possono però ringraziare il calendario pazzo di questa stagione, che così ricco di impegni offre sempre un match per cancellare quello precedente e rialzare la testa. La Juventus ha quindi l’occasione per rimettersi in sella. Quarta giornata della fase a gironi di Champions League, il club torinese è atteso ad Haifa. Di fronte il Maccabi, come 6 giorni fa. Una sfida nella quale c’è un solo risultato possibile, proprio come all’andata: vincere. Un pareggio o una sconfitta potrebbe costare la panchina a Massimiliano Allegri, per una serie di motivi.

ESCLUSIONE DALLA CHAMPIONS = DANNO ECONOMICO

La Juventus deve vincere per restare aggrappata al treno qualificazione sul quale sinora sono a bordo solo PSG e Benfica. I bianconeri distano quattro punti dalle due compagini che hanno espresso sin qui il miglior gioco nel girone H. E sostanzialmente tengono il mirino puntato sui portoghesi, immaginandosi un cammino più lineare dei francesi, che pullulano di talento. Con un successo in Israele, se al contempo a Parigi ci fosse una vincente, la formazione di Allegri si porterebbe a -1 dalla seconda, con i due scontri diretti da giocare. Ecco allora che sono fondamentali i tre punti ad Haifa. Un risultato diverso ridurrebbe al lumicino le chance di passaggio agli ottavi. Oltre alla delusione sportiva, ci sarebbe anche un notevole danno economico, di almeno 30 milioni. Questo è infatti il bottino che incassa ogni squadra eliminata agli ottavi, e a cui rinuncerebbe la Juve salutando prima la competizione. Senza contare che chi avanza per più turni, vede aumentare il proprio montepremi. Ai premi UEFA bisogna poi aggiungere i potenziali incassi da botteghino, anche a questi rinuncerebbe in caso di eliminazione ai gironi. Sarebbe una pessima notizia per la Juventus, che ha chiuso il bilancio con un rosso da 250 milioni ed ha quindi estremo bisogno di ricavi. Infine, sarebbe intaccato persino il prestigio del club, che ha anche una sfumatura concreta nel ranking. Meno punti nel ranking, peggiori condizioni per i sorteggi dei prossimi anni.

LA CREDIBILITÀ DI ALLEGRI

Il primo colpevole di un’eventuale eliminazione dalla Champions League già alla fase a gironi sarebbe l’allenatore. Massimiliano Allegri dispone infatti di una rosa molto buona, tra le migliori in Italia, che è stata addirittura rinforzata in estate con gli arrivi di Paredes, Di Maria, Pogba, Bremer, Kostic e Milik. Già a gennaio la società aveva fatto uno sforzo importante per accontentare il tecnico con Vlahovic. Eppure sia nella seconda metà della stagione scorsa che in questo avvio la formazione ha sempre giocato male, a volte anche molto male. Ha trovato qualche gol e qualche vittoria qua e là ma mai dando dimostrazioni di forza ininterrottamente per settimane o mesi. La famiglia Agnelli aveva richiamato Allegri, dopo l’esperienza negativa di Pirlo, per riportare i bianconeri ai vecchi fasti. Invece i problemi sono rimasti o forse si sono moltiplicati. E di trofei non ne sono ancora arrivati. Con Max la Juventus aveva raggiunto due finali di Champions League, entrambe perse. Il livornese gode quindi di una certa fama, si pensa che sia uno di quei mister che in Europa trovano il loro habitat naturale. E c’è un fondo di verità in questa percezione, i numeri lo testimoniano: non è mai stato eliminato nella fase a gironi né al Milan né alla Juventus. Ecco allora un altro motivo per cui deve vincere ad Haifa, per mantenere intatta la sua credibilità.

FUORI PER MANO DI UN’AVVERSARIA DI LIVELLO INFERIORE

Il prossimo appuntamento di Champions League della Juventus è alla portata degli uomini di Allegri, anche se lontani dalla migliore condizione. Le trasferte nascondono sempre alcune insidie ed è importante trovare un giusto approccio per non dover rincorrere. Tuttavia, sulla carta i bianconeri sono nettamente superiori. E possono persino contare sul ritorno di Di Maria, che è stato decisivo all’andata con tre assist, di cui due da top player europeo. Anche per questo allora la vittoria è d’obbligo e un altro risultato sarebbe inaccettabile. La formazione di Allegri deve per forza avvicinarsi al gruppo di testa e giocarsi le sue carte nelle ultime due gare contro Benfica e PSG, che saranno molto più impegnative. Non può permettersi di dire addio alla competizione più prestigiosa per un passo falso contro una rivale di “basso livello”. Gli israeliani, non sono parte di questo torneo per caso, hanno comunque capacità di iniziativa, qualche trama di gioco interessante. A Torino hanno addirittura realizzato 20 tiri (4 in più della Juve), diventando la seconda squadra, dopo il Bayern Monaco nel 2009, con più conclusioni in casa dei bianconeri in un match di Champions dal 2003-04. Tuttavia, il loro pedigree è modesto. Dai dati Opta si può vedere infatti che il Maccabi Haifa non vince in casa in Champions League dall’ottobre 2002 (3-0 al Manchester United di Sir Alex Ferguson). Ha perso le successive quattro gare interne, con un solo gol segnato. Il club israeliano è reduce poi da una striscia di nove sconfitte consecutive in questa competizione, e con un altro ko diventerebbe la quinta squadra con una serie di 10 o più partite perse nella “coppa dalle grandi orecchie”. Un gruppo al quale appartengono Anderlecht, Dinamo Zagabria (x2) e Olympique Marsiglia.

STAGIONE GIÀ DA DIMENTICARE

La Juventus ha bisogno di una vittoria anche per provare un’altra volta ad invertire la tendenza di questa stagione, che cominciata male non deve finire peggio e, anzi, è ora che si metta su binari diversi. I bianconeri hanno la possibilità con un successo ad Haifa di aprire le finestre, far circolare l’aria e respirare a pieni polmoni una ventata di qualcosa di simile all’entusiasmo, questo sconosciuto. Non è tutto da buttare se la formazione di Allegri comincia ad inanellare risultati migliori. Haifa, il derby di Torino e il match contro l’Empoli. Tre partite da vincere per arrivare con una faccia diversa alla trasferta di Lisbona del 25 ottobre, il cui risultato sarebbe a quel punto decisivo per la qualificazione agli ottavi. Un passo falso in Israele invece potrebbe far cadere anzitempo una pietra tombale su quest’annata, ancora prima dello stop imposto dai Mondiali. L’ambiente già scottato per la partenza poco brillante (8^ in Serie A, con solo 3 vittorie), difficilmente sopporterebbe un altro errore. E, paradossalmente, dopo appena un mese e mezzo gli obiettivi sarebbero da ridimensionare, e non poco. Con o senza un allenatore diverso alla guida.

L’INARRESTABILE ASTINENZA IN TRASFERTA

Infine, la Juventus ha bisogno di tornare da Haifa con 3 punti in saccoccia, anche per interrompere la striscia di partite lontano da casa senza vittoria. In questa stagione i bianconeri non hanno ancora ottenuto un successo in trasferta, nelle uniche partite in cui hanno trionfato (Sassuolo, Spezia, Bologna, Maccabi Haifa) giocavano infatti all’Allianz Stadium. La serie è però più lunga, l’ultima gioia esterna è datata 26 aprile 2022, Sassuolo-Juventus 1-2. Un trend così negativo non si vedeva dalla disgraziata stagione 2009/10, chiusa al 7° posto con Ferrara e Zaccheroni al timone, che è pure l’ultima annata in cui la Juve ha cambiato la guida tecnica a stagione in corso.
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