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Mondiali 2022 - 5 motivi per cui la Croazia può vincere contro l'Argentina: Modric, Livakovic, i rigori e non solo

Michele Neri

Pubblicato 13/12/2022 alle 12:58 GMT+1

MONDIALI 2022 - La Croazia affronterà l'Argentina al Lusail Iconic Stadium di Doha. Da questo match si conoscerà la prima finalista dell'edizione qatariota. I balcanici sono leggermente sfavoriti. Lionel Messi è al top della forma ed una minaccia costante, l'Albiceleste poi è cresciuta di partita in partita. Tuttavia, ci sono almeno 5 motivi per cui Modric e compagni possono fare l'impresa.

Joško Gvardiol è già un leader: fa gola a tanti, l'Inter non si arrende

Il programma delle semifinali di Qatar 2022 si apre con Argentina-Croazia. L'Albiceleste, soprattutto per lo stato di forma di Lionel Messi, è favorita in partenza. Dopo il ko a sorpresa nella gara inaugurale contro l'Arabia Saudita, il CT Scaloni ha individuato uomini e modulo ai quali fare affidamento e c'è stata la svolta. Sia a livello di gioco che caratteriale. E i risultati ne hanno risentito, ovviamente. La Selección ha vinto contro Messico, Polonia, Australia e Olanda. E lo ha fatto passando in vantaggio in ognuno di questi quattro match. Ha acquisito fiducia, anche scampando dei pericoli, ed ora è determinata come non mai, tutta al seguito del suo numero 10, che pare disposto a dare la vita per alzare la Coppa a Lusail il 18 dicembre prossimo. Tuttavia, giunti a questa fase del torneo, nessuna partita ha l'esito scontato. E, anzi, c'è più di un motivo per cui la Croazia potrebbe ribaltare ancora una volta i pronostici, come già successo ai quarti di finale contro il magico Brasile che era reduce da uno show totale.
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1) L'ULTIMO MODRIC, SENSAZIONALE

Innanzitutto è doveroso precisare che una squadra che scende in campo con Luka Modric non è mai sconfitta prima ancora che la partita abbia inizio. Lo è ancora meno se oltre al numero 10, la mediana è composta da Marcelo Brozovic e Mateo Kovacic. Per utilizzare le parole del terzino Josip Juranovic: "Dare loro la palla è come mettere i soldi in banca". Ed è proprio vero. Per quanto visto finora, la Croazia in questo reparto non ha eguali tra le semifinaliste. In particolare, il capitano dei balcanici è stabilmente da un decennio almeno, uno dei migliori cinque centrocampisti al mondo. Addirittura è cresciuto invecchiando: superati i 30 anni ha dato il meglio di sé. Ed ora, che ne ha 37, è ancora leader, metronomo e un calciatore impressionante. Molti alla sua età, nel suo ruolo, diventano statici. Lui invece ha mantenuto un certo dinamismo, oltre alla classe eccezionale e alla visione di gioco che lo hanno sempre contraddistinto. La sua partita contro il Brasile si può considerare uno dei manifesti più validi della grandezza del vincitore del Pallone d'Oro 2018. Perché era ovunque e sempre prezioso. Dal rigore calciato si capisce poi quanto sia concentrato sull'obiettivo. Se Lionel Messi pensa da anni a quella Coppa, possiamo stare certi che anche Luka sta mettendo tutto se stesso per farsi trovare pronto all'appuntamento con la storia e non vuole fermarsi di nuovo ad un passo. Anche perché non avrebbe un'altra chance a disposizione.

2) FINALISTA NEL 2018

La vera sorpresa di Qatar 2022 è il Marocco. Perché la Croazia, per quanto non fosse corretto inserirla tra le favorite, era pur sempre la finalista con merito di Russia 2018. I vicecampioni del mondo in carica, seppur meno spumeggianti di quattro anni fa, hanno raggiunto la semifinale anche stavolta grazie al collettivo. La formazione di Dalic difende in maniera molto ordinata ed è stata cinica nei momenti decisivi, oltre a dimostrarsi capace di condurre le partite più impegnative sui binari preferiti (le lotterie dei calci di rigore). Una squadra a due facce, che può prendere in mano il gioco contro formazioni dello stesso livello o inferiori, e allo stesso tempo è disposta a lasciare il possesso a quelle più pericolose. Se i croati sono riusciti nel 2018 ad arrivare in finale, questo basta per crederci ancora. Quattro anni fa ci lasciò le penne l'Inghilterra, che non aveva Jude Bellingham ma era anche allora una forte indiziata per il trionfo.

3) LIVAKOVIC IN STATO DI GRAZIA

In queste settimane avrete letto spesso l'espressione "E' il Mondiale de...". Delle polemiche, degli arbitraggi, delle stelle, delle sorprese, ecc. Possiamo aggiungere: dei portieri. Quello che sta facendo Dominik Livakovic ha dell'incredibile. Nella fase a gironi era rimasto nascosto, dagli ottavi di finale in poi è stato letteralmente insuperabile. Contro il Giappone ha parato due rigori su tre, l'altro si è stampato sul palo. Contro il Brasile, invece, ha fatto impazzire gli avversari nei 120 minuti con 11 parate (il record per una singola partita dei Mondiali); si è arreso solo a Neymar, costretto ad una giocata che vediamo fare poco spesso. Ovviamente ha poi indirizzato la serie di rigori a favore della Croazia neutralizzando il tiro di Rodrygo. Martin Erlic ha raccontato che in allenamento, prima della sfida contro il Giappone, Livakovic parava quasi tutti i rigori e loro si credevano scarsi. Poi si sono ricreduti: "Dopo le ultime due partite abbiamo capito una cosa: è un fenomeno". Il Bayern Monaco ora è su di lui, visto che Manuel Neuer ha già finito la stagione a causa di un infortunio sulla neve. Per il 27enne della Dinamo Zagabria questi Mondiali saranno un trampolino di lancio.
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Chi è Livakovic, il pararigori che ha eliminato il Brasile

4) LO SPIRITO COMBATTIVO

Tra la fase a gironi e quella ad eliminazione diretta abbiamo visto Nazionali crollare dopo un imprevisto negativo: un gol subito, una rimonta, ecc. Non è il caso della Croazia, che pur non essendo stata quasi mai in vantaggio (solo contro il Canada!), è riuscita ad arrivare sin qui. I balcanici si sono distinti per uno spirito combattivo, incarnato perfettamente da Josko Gvardiol, e non solo per la maschera. Il 20enne, miglior difensore centrale di questo Mondiale, ha accettato tutti i duelli, si è buttato su ogni palla contesa, ed ha stoppato avversari di età, stazza e livello qualsiasi. Tralasciando i singoli, la formazione di Dalic lotta e non si arrende mai, come dimostra il gol di Bruno Petkovic alla Seleção al 116', dopo 116 minuti senza tiri nella porta di Alisson. Proprio Dominik Livakovic ha parlato di questa loro caratteristica: "Siamo stati educati così. Andiamo sempre fino in fondo, lasciamo tutto sul campo e continuiamo a combattere. Questa è la ragione del nostro successo". E' quindi parte della loro cultura, segnata dalle guerre jugoslave. E non è retorica, Modric e compagni hanno veramente resistito alle difficoltà - gli assalti di Belgio e Brasile - e hanno recuperato in situazioni di svantaggio: contro Canada, Giappone e sempre i verdeoro di Tite. Gli uomini con la divisa a scacchi, dunque, hanno il carattere per affrontare partite così delicate. L'Argentina non avrà vita facile e non potrà commettere lo stesso errore del Brasile, che ad un certo punto ha abbassato la guardia credendo di aver vinto.

5) I MAESTRI DEI RIGORI

Nei 90 minuti l'Argentina è favorita e nei 120 resta superiore. Ma se la partita si dovesse decidere ai rigori allora la Croazia avrebbe più chance di diventare la prima finalista di Qatar 2022. La sorte dei balcanici, infatti, tra le varie edizioni dei Mondiali, si è decisa dagli undici metri in ben 4 occasioni. Ed è sempre andata bene. Due volte in Russia e due volte quest'anno. Non è solo scaramanzia. Dalic in rosa può contare su diversi tiratori validi. Tanto che l'unico a sbagliare è stato Livaja contro il Giappone. Vlasic ne ha trasformati due; Majer, Modric, Orsic, Brozovic e Pasalic uno a testa. Tutti questi non si sono lasciati intimorire dai portieri e hanno calciato molto bene, non lasciando scampo. Il resto lo ha fatto Livakovic, che si sta affermando come pararigori. La Croazia, quindi, può guadagnare certezze con lo scorrere del cronometro sul polso di Orsato. Poi, trattandosi di una lotteria, nulla è garantito. L'Albiceleste, a dirla tutta, ha fatto una buona impressione contro l'Olanda: Emiliano Martinez ha stoppato sul nascere i sogni degli Oranje con le parate su Van Dijk e Berghuis e solo Enzo Fernandez, dei cinque scelti da Scaloni, non ha battuto Noppert.
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Marocco in semifinale, tifosi in delirio: fuochi d'artificio a Parigi

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