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Serie A Inter, Hakimi va veloce: il marocchino è l'arma segreta di Antonio Conte per il titolo

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 22/12/2020 alle 12:57 GMT+1

INTER - Il 22enne marocchino ha già dei numeri da spavento. Da quando Conte ha risolto i suoi drammi, Achraf ha cambiato passo. Titolare o riserva cambia poco, finalmente si è preso lo spazio che merita. È il primo difensore dell’Inter a segnare 4 gol nelle prime 13 presenze

Achraf Hakimi esulta con la maglia dell'Inter

Credit Foto Getty Images

Siamo al 5 novembre del 2019, l’Inter è di scena in Champions League e l’avversaria si chiama Borussia Dortmund. È una partita chiave quella del Signal Iduna Park perché chi vince manda l’altra in malora. Il girone recita: Barcellona 7 punti, Borussia Dortmund ed Inter appiate a 4 punti e Slavia Praga a 1, fanalino di coda. L'inizio è folgorante. Lautaro sfrutta un buco di Akanji, vola in mezzo all’area, salta il rientro di Weigl e dopo 5 giri di orologio ha già gelato il BVB Stadion. Passano 35 minuti e Brozovic dribbla mezzo Dortmund, Lautaro apre a memoria sulla destra, Candreva fa la cosa intelligente e Vecino chiude il rimorchio: 2-0. Applausi a scena aperta.

Dove nasce l'acquisto

Poi, nella ripresa, succede qualcosa di completamente impronosticabile. (Fino a quel momento lì, la squadra allenata da Lucien Favre, recentemente esonerato, poteva vantare - anche se sarebbe meglio dire nascondere - un fatturato offensivo di due soli gol segnati entrambi da Achraf Hakimi, giovane 21enne marocchino). Il Dortmund sviluppa da destra a sinistra, la palla finisce a centro area e nella posizione di numero 9 c’è proprio Achraf, che la gira sul secondo palo alla Gerd Muller e accorcia le distanze. Passano una trentina di minuti e l’Inter rovina tutto: turnover da rimessa, Brandt si trasforma in Arsenio Lupin e timbra il 2-2; scambio Hakimi-Sancho, grande inserimento del marocchino e Handanovic battuto con il più comodo dei piattoni. È 3-2, e di fatto la partita è finita.
Quando le luci si spengono, nei pensieri della gente rimangono due interrogativi: l'Inter riuscirà a qualificarsi? Ma soprattutto, Hakimi cosa può diventare? Ha solo 21 anni, è in prestito dal Real Madrid e già si sprecano le volontà di chi vorrebbe riaverlo al Bernabeu (aveva esordito nel 2017-2018). Magari al posto di Carvajal, oppure come esterno alto. È la sera in cui tutti pensano al futuro del giovane Achraf. Probabilmente ci stanno pensando pure Antonio Conte e Beppe Marotta, letteralmente folgorati dalle fiammate del numero 5 in maglia giallonera. Un pensiero talmente forte che a fine giugno, sbucando fuori dal nulla come aveva fatto Achraf nel gol del 3-2, l’Inter chiude il colpo per una cifra vicino a 40 milioni.
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Conte: "Con Hakimi è successo qualcosa di troppo strano"

Il primo impatto e la riscossa

Chiusa la stagione al Dortmund con 45 presenze e 9 gol (numeri per cui molti attaccanti metterebbero firma e controfirma), Hakimi sbarca a Milano pronto a sottoporsi al doppio esame: Serie A + Antonio Conte. Ad un primo sguardo il matrimonio sembra fatto e finito: grande tecnica, velocità supersonica, discreta visione di gioco, ottimo senso del gol e un margine di miglioramento sconfinato. (Un ritratto in cui Antonio Candreva, precedente titolare del lato destro, viene parecchio ridimensionato. Ma l’ex Juve non ha colpe; Hakimi è troppo più forte).
Però, come spesso succede, aspettative e realtà entrano in conflitto. Nonostante 1 gol e 2 assist in poco più di 100’ di utilizzo, l’Inter non è brillante come Conte - e tutti i tifosi - la vorrebbero. È troppo sbilanciata, prende parecchi gol e deve cambiare assetto. La formula con il doppio esterno a propulsione non va bene, serve un motore più tranquillo e una navigazione più rilassata. Chi ne fa le spese è proprio Hakimi, che cade in panchina e inizia a provare l’ebbrezza di qualche ritaglio di partita. Magari il marocchino ne farebbe pure a meno, ma l’allenatore dell’Inter non si fida di nessuno e per entrare in confidenza con i “nuovi” ha bisogno di tempo (a meno che non siano dei suoi pupilli).
I migliori difensori per produzione offensiva in questa prima parte di stagione
GIOCATORE PRODUZIONE OFFENSIVA
Theo Hernandez 3 gol e 3 assist
Zouma4 gol
Angelino 4 gol e 2 assist
Perraud3 gol e 5 assist
Burgos3 gol e 1 assist
Hakimi4 gol e 3 assist
La stagione prosegue ma non gira come vorrebbe la proprietà Suning, eliminati in Champions e dietro in campionato, quindi Conte torna da chi gli può dare di più: il terzino marocchino. Hakimi ci mette pochissimo a riprendere il discorso lasciato in sospeso contro il Genoa (32’ di utilizzo): assist contro il Torino, doppietta al Bologna, assist nel 3-2 a Monchengladbach (in 30’) e un altro gol contro lo Spezia. L’ultimo addirittura a sbloccare il risultato, per un fatturato che conta già 4 gol e 3 assist (4 assist se contiamo la Champions). Il suo record del 2019-2020 sta già tremando.

Minutaggio e futuro immediato

L’utilizzo che ne sta facendo Conte finora è abbastanza peculiare. Una sorta di bastone e carota in cui Hakimi trova grande spazio contro le piccole – tendenzialmente chiuse e in attesa – mentre funziona a partita in corso nei big match contro squadre che scendono in campo per "fare la partita". In questo andirivieni di scelte tattiche, comunque, Achraf ha già superato i 1000 minuti stagionali insieme ad altri 8 compagni.
Considerando i numeri da capogiro infilati in campionato, la vera maturazione dell’Inter – ovvero quello step in avanti che serve per vincere il campionato – passerà sicuramente da una promozione a titolare di Achraf, vero game-changer nei destini nerazzurri. Insieme a Stefano Sensi, Marcelo Brozovic, Nicolò Barella e pochi altri, Hakimi ricopre quel ruolo di apriscatole contro ogni avversaria, sia offensiva che difensiva. Per ora, vedendo i risultati e le sei vittorie consecutive, appuntare qualcosa a Conte su questo utilizzo è molto difficile, però nel lungo periodo i minuti del marocchino, soprattutto senza coppe, dovranno visibilmente aumentare. Magari passando da un intervento sul mercato per sistemare il lato sinistro. Con un upgrade rispetto ad Ashley Young, per conservare l’equilibrio tanto caro a Conte, il nativo di Madrid sarà l’uomo in più nel discorso scudetto. E avere un uomo in più da quasi 10 gol stagionali, fa tutta la differenza del mondo.
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Conte: "È la 9a partita giocata ogni 3 giorni, c'è stanchezza"

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