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SERIE A - Roma, striscione dei tifosi a Mourinho "hai le chiavi della città": ma quanto ancora durerà l'idillio?

Stefano Fonsato

Aggiornato 21/02/2022 alle 22:26 GMT+1

SERIE A - "La nostra fede, la tua mentalità: hai le chiavi di questa città". Recita così lo striscione dedicato a José Mourinho esposto dai tifosi della Roma a Trigoria dopo il controverso pari col Verona. Decretato dai "ragazzini" Volpato e Bove, schierati un po' per necessità e un po' per provocazione. Ma lo Special One ha 9 punti in meno di Fonseca: per quanto durerà l'idillio senza risultati?

Josè Mourinho

Credit Foto Eurosport

"La nostra fede, la tua mentalità: hai le chiavi di questa città". Recita così lo striscione dedicato a José Mourinho esposto dai tifosi della Roma a Trigoria, sede degli allenamenti della Lupa, alla ripresa delle attività dopo il (deludente) 2-2 casalingo in rimonta contro il Verona.

Le chiavi della città, il credito con la piazza

Una partita al termine della quale lo Special One - dopo la furia su Pairetto e il conseguente cartellino rosso - ha rivolto i complimenti agli avversari, salvo poi non rilasciare interviste e uscirsene con un post acchiappa-consensi sui suoi social: "Amo questa gente e per loro combatto".
Tanto è bastato per infiammare i sentimenti e i cuori caldi della tifoseria giallorossa, nonostante la squadra conti ben 9 punti in meno in campionato (41 vs 50) rispetto a quella guidata da Paulo Fonseca (sommerso invece dalle critiche) nello stesso snodo stagionale dell'anno scorso.

Iconico Mou

Insomma, Mourinho continua il suo percorso con sciarpetta e casco aperto a bordo della sua Vespa "Specialone" come raffigurato nel famoso murale del Testaccio (spesso peraltro tristemente "vittima" di imbrattamenti). Un'immagine iconica, da Gregory Peck in Vacanze Romane, che evidentemente permane, nonostante i risultati sul campo non siano così esaltanti.

Cambiare tutto affinché tutto resti uguale

La verità, piaccia o meno, è che - almeno per il momento - Mourinho non abbia cambiato proprio nulla della Roma, intesa come squadra. Passano gli anni, cambiano dirigenze e giocatori, ma i blackout da realtà scanzonata o che non metabolizzi le tensioni esercitate da un tifo così caloroso (sia nel bene che nel male), quelli restano. A Roma, alla Roma, si va sempre sulle montagne russe, poco da fare. Con la sua ars oratoria, Mourinho sembra aver stravolto tutto per mantenere tutto com'è (quasi) sempre stato.
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Mourinho: "Mercato? Sono contento, la Roma è migliorata"

Quello "spartito italiano" identico a 15 anni fa

Quasi, per via degli straordinari ed entusiasmanti "intervalli", andando a ritroso nel tempo, apportati da Fabio Capello e Nils Liedholm figure alle quali, probabilmente, Mou teme di non potersi nemmeno avvicinare, parlando di Roma, beninteso.
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José Mourinho, Roma 2021-2022. Foto di Giuseppe Maffia per Getty Images

Credit Foto Getty Images

Quando ha capito l'antifona, Mourinho ha cominciato a sottolineare i limiti della sua rosa, quasi - ammettiamolo - a mettere le mani avanti. Poi - specie dopo gli episodi arbitrali Roma-Genoa - è passato al piatto forte della guerra all'establishment, a quel "palazzo" che, a detta sua, "considera piccola la Roma". Lo ha fatto in un modo tutto suo, come sempre: con quella solita retorica cerchiobottista, che prima lancia l'accusa, poi ci si autoerige a salvatori della patria per aver accettato l'incarico di capopopolo. Il polverone innescato sul mondo Serie C, col povero difensore Romano Perticone (oggi in B col Cittadella) che ha preso il posto, nei tempi presenti, di Pietro Lo Monaco allora ds del Catania, sembra far parte di uno spartito che Mou considera perfetto e semprverde per il calcio italiano, anche a quindici anni di distanza.
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Mourinho: "Giocatori offesi dopo il mio sfogo? È una bugia"

Ulteriore credito dopo la mossa dei "regazzini" Volpato e Bove

E questo, anche inconsciamente, ai tifosi della Roma (a tutti, vero, ma ai giallorossi in particolare) piace da morire. Sentirsi amati, valorizzati, capiti da un personaggio di così grande levatura come Mourinho, fa schizzare in cielo i picchi d'orgoglio. Per non parlare del modo in cui è stata recuperata la partita casalinga contro il Verona: è indubbio che la squadra fosse in grave difficoltà per le tante indisponibilità (ci si è messo anche il Covid), ma gettare nella mischia due Primavera come Cristian Volpato (primo, grande prodotto della scuderia di Francesco Totti) ed Edoardo Bove, è stato un po' come lanciare un messaggio a dirigenza e, appunto, tifosi: "Guardate, devo giocarmela coi ragazzini". "Regazzini", come si dice sulle rive del Tevere, che poi, incredibilmente, sono andati entrambi a segno, fornendo ulteriori motivi di riverenza nei confronti del tecnico portoghese.
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Roma-Verona, Serie A 2021-2022: José Mourinho si appresta a far entrare in campo il giovanissimo Cristian Volpato, poi a segno. Foto di Matteo Ciambelli per Getty Images

Credit Foto Getty Images

Quel fascino - reciproco - irresistibile

Già, ma per quanto durerà il "bonus romanità"? Magari per sempre, anche senza vincere trofei o tagliare traguardi di un certo livello. Magari, nel caso in cui i risultati continuino a latitare, tutto si sgonfierà. Più probabile la prima alternativa, a buttare giù un pronostico. Specie se Mou continuerà ad ammiccare col suo fascino, che nelle sue parole rivolte al popolo giallorosso, sembra aver ascoltato con attenzione e ben compreso i passaggi dell'inno "parallelo" di Marco Conidi: "Sei tu che dai speranza a una Città, che dai orgoglio e dignità e che ridai qualche rivincita. Sarai tu quell'amico in più, che quante volte in un tuo abbraccio troverò coraggio".
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Mourinho: "Non parliamo di partite falsate. Con 3-4 assenti si gioca"

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