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SERIE A - "È come Calciopoli, ma ce la siamo creata noi": Juventus, ecco tutte le intercettazioni dell'inchiesta

Iacopo Erba

Pubblicato 01/12/2022 alle 09:17 GMT+1

SERIE A - False comunicazioni sociali per tre bilanci (dal 2018 al 2020), ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e false fatturazioni: le accuse restano gravi e per verificarle un ruolo chiave lo stanno giocando le telefonate. Dal "Supercazzoliamo la Consob" di Cerrato all'allarme Calciopoli lanciato dal contabile Bertola, nelle conversazioni c'è tutta l'apprensione del mondo Juve.

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Uno dopo l'altro, sempre più nodi vengono al pettine. Le intercettazioni telefoniche stanno giocando un ruolo determinante nel delicato momento di crisi della Juventus, ormai da giorni nel caos dopo la dimissione dell'intero CdA finito nell'occhio del ciclone per le "manovre stipendi" e le cosiddette "plusvalenze artificiali". Le accuse, ricorda in un dettagliato reportage il Corriere della Sera, sono più che considerevoli: false comunicazioni sociali per tre bilanci (dal 2018 al 2020), ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e false fatturazioni. Le contestazioni degli inquirenti sono indirizzate a tutto l'organigramma, a partire dall'ormai ex presidente Andrea Agnelli passando per Nedved e Arrivabene, fino alla restante parte dell'area manageriale. Qualcuno, in uno dei tanti momenti chiave, ha azzardato: "E' come Calciopoli". Una frase che, per quanto sia ancora da chiarire in che accezione è stata pronunciata, racconta molto del senso di pericolo avvertito in casa bianconera.

Da "Supercazzoliamo la Consob" a "Dite che usate Transfermarkt": i primi passaggi della vicenda

L'uscita stile Conte Mascetti "Tanto la Consob la supercazzoliamo" risale al 15 ottobre 2021 ed è attribuita al direttore finanziario della Juventus Stefano Cerrato. L'argomento chiave della conversazione è una plusvalenza da 8 milioni di euro registrata grazie allo scambio Tongya/Aké imbastito con il Marsiglia. Protagonista della vicenda è anche la guardia di finanza, che ha prestato dal 14 luglio l'orecchio alle varie intercettazioni richieste dai pm proprio per incamerare elementi da sfruttare. La dirigenza bianconera appare in grande agitazione e nello stesso periodo l'argomento principale di discussione è proprio la modalità con cui uscire indenni dalla verifica indetta sul tema plusvalenze. "Penso, che però, sarebbe opportuno dargli (alla Consob, ndr) un riferimento più o meno di principio contabile o di qualche cosa, cioè posso io supercazzolarli in modo più raffinato? Invece di dire solo questo?" chiede Cerrato, che poi imbastisce con l'aiuto di Roberto Grossi, revisore di Ernst&Young, una relazione per reagire alla contestazione sul principio contabile della permuta (nella quale è coinvolto, ad esempio, anche lo scambio Arthur/Pjanic). Curioso un "consiglio" da parte di Grossi: "Non dite che non usate Transfermarkt, dite che qualche volta lo usate". Un mese dopo, ecco i finanzieri nella sede della Juventus con un mandato di perquisizione.
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John Elkann a colloquio con Andrea Agnelli, Getty Images

Credit Foto Getty Images

"E' come Calciopoli, ma ce la siamo creata noi": cosa ha detto Bertola a Cherubini

Le intercettazioni avvenute durante quell'ispezione hanno e avranno un ruolo chiave nelle indagini. A preoccupare maggiormente è sempre, per ovvi motivi, la questione plusvalenze, che è stato tema acceso di dibattito di una cena tra dirigenti avvenuta lo scorso 22 luglio al ristorante Cornoler. La conversazione è tra il direttore sportivo Cherubini e il contabile bianconero Bertola. "Io l’ho detto a Fabio (Paratici, ndr): è una modalità lecita ma hai spinto troppo", dice il ds. "E lui mi rispondeva: non ci importa nulla, perché negli scambi se metti 4 o metti 10 è uguale, nessuno ti può dire nulla”. Una carta bianca assoluta che ha portato a un punto di non ritorno, tanto che Bertola reagisce con una frase forte, al centro dell'attenzione degli inquirenti: "La situazione è davvero delicata. Io in 15 anni faccio un solo paragone: Calciopoli. Lì c’era tutto il mondo che ci tirava contro, questa invece ce la siamo creata noi". E poi ancora : "Non possiamo dirgli che il bilancio è un atto di fede" in riferimento alla Consob. Resta da chiarire il vero motivo di queste frasi, che in un'accezione difensiva potrebbero costituire un paragone "semplicemente" legato alle difficoltà riscontrate nei due periodi presi in esame.

Il comunicato della Juventus del 30 novembre

In riferimento a quanto riportato da alcuni organi di stampa - nel pieno rispetto della magistratura e degli organismi regolatori del mercato, e pur ribadendo la massima fiducia nelle autorità giudicanti - JFC precisa quanto segue. A seguito dell’avvio del procedimento Consob di accertamento di presunte non-conformità contabili (luglio 2021), conclusosi in data 19 ottobre 2022, con gli esiti resi pubblici da Juventus con i due comunicati del 21 ottobre e 20 novembre 2022, e a seguito dell’acquisizione degli atti del fascicolo penale (a seguito della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari il 24 ottobre 2022), gli organi sociali di Juventus hanno proseguito il processo di rigorosa e scrupolosa valutazione di tutte le contestazioni contabili rivolte con riguardo ai bilanci di Juventus (2019/2020 e 2020/2021 e, a cascata, 2021/2022). Sulla base di un solido set di pareri di primari professionisti legali e contabili, il board di Juventus è pervenuto, con compattezza, alla conclusione unanime da parte dei nove consiglieri in carica alla data del 28 novembre 2022, che:
Il trattamento contabile adottato nei bilanci contestati rientra tra quelli consentiti dagli applicabili principi contabili:
-le contestazioni della Procura non paiono fondate e non paiono, peraltro, né quanto a presupposti, né quanto a conclusioni, allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022; infatti, la Procura afferma l’artificialità di plusvalenze e la fittizietà delle rinunce stipendi, mentre Consob contesta un valore considerevolmente minore di plusvalenze, peraltro senza menzione di falso in bilancio, e non contesta l’efficacia giuridica delle rinunce stipendi, né, con specifico riguardo alla c.d. “manovra stipendi” 2020/2021, la natura giuridicamente non-vincolante, delle c.d. scritture integrative in corso di negoziazione nell’aprile/maggio 2021;
-la correzione dei bilanci (i.e. restatement), con il limitato profilo delle c.d. “manovre” stipendi 2020 e 2021 è stata decisa in via di adozione di una prospettiva di accentuata ed estrema prudenza e ha effetti contabili ritenuti, anche con l’ausilio di esperti indipendenti , di ordine non rilevante, in particolar modo sul patrimonio netto della Società al 30 giugno 2022;
-Juventus confida, infine, che, proprio in ragione della ritenuta assenza di qualsivoglia alterazione dei bilanci contestati, le conclusioni delle autorità sportive (che già si sono espresse, con riguardo al tema plusvalenze, in senso favorevole a Juventus) non cambieranno: in assenza di alcuna alterazione contabile, ogni sanzione sportiva risulterebbe del tutto infondata.
-Nella convinzione di aver operato sempre correttamente, Juventus FC intende far valere le proprie ragioni e difendere i propri interessi, societari, economici e sportivi, in tutte le sedi.
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