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Pallavolo, Superlega - Matey Kaziyski continua a trascinare l'Itas Trentino: neppure l'età intacca la sua grandezza

Marco Arcari

Aggiornato 02/11/2021 alle 12:58 GMT+1

PALLAVOLO, SUPERLEGA - Supercoppa 2021 messa in bacheca. Primato in classifica già conquistato dopo 3 giornate. Tanto bel gioco e diversi protagonisti. L'avvio di stagione dell'Itas Trentino è stato da applausi a 360°. In ogni partita, un giocatore è risultato però fondamentale: Matey Kaziyski. A 37 anni, il "Kaiser" continua a stupire e regalarci spettacolo, risultando eterno in questo volley.

Focus Matej Kazijski

Credit Foto Eurosport

L'Itas Trentino non smette di stupire in questo inizio di stagione 2021-22. Dopo il trionfo nella Del Monte Supercoppa Italiana, con la coppia di centrali Lisinac-Podrascanin autrice di un weekend giocato su livelli spaziali, la squadra di Angelo Lorenzetti ha ottenuto il primato in classifica superando 3-1 la Cucine Lube Civitanova. Nel successo di domenica scorsa, è spiccato sicuramente un Alessandro Michieletto da 21 punti (e il 60% in attacco), così come hanno nuovamente svolto un ruolo primario i centrali e Riccardo Sbertoli ha confermato di essersi integrato appieno nel gruppo e di poter giocare una stagione da primo della classe nel palleggio. Su tutti, è spiccata però - per l'ennesima volta negli ultimi 20 anni, beninteso - l'eterna classe di Matey Kaziyski. A 37 anni "suonati", il Kaiser non ha alcuna intenzione di abdicare dal trono e dedicarsi a nuova vita pallavolistica. Troppo grande il talento, ancora troppo forte il braccio: il numero 1 gialloblù continua a strabiliare, confermandosi peraltro guida di un gruppo giovane e decisamente futuribile. La stagione sarà lunga, con l'impegno della CEV Champions League - torneo che è integralmente trasmesso su discovery+ - ormai quasi alle porte, ma il gruppo Itas non vuole smettere di sognare.

La Triplice Alleanza

Stavolta la storia moderna non c'entra granché, ma quello tra Kaziyski e Trentino è sempre più un patto indissolubile, arrivato alla terza sottoscrizione (eccezion fatta per il finale di campionato 2015-16). Tre sono infatti le esperienze in maglia gialloblù: quella tra 2007 e 2013 è stata sicuramente la più remunerativa, in termini di trofei. Tre Champions consecutive (2008-2010), impresa che prima della BetClic era riuscita soltanto ad altri due club italiani: la Ravenna di Karch Kiraly e il Daytona Modena di Luca Cantagalli e Andrea Giani, due pilastri della "generazione di fenomeni", termine con cui Jacopo Volpi definì l'Italia di Julio Velasco dopo la vittoria del Mondiale 1990 e che avrebbe accompagnato per altri cinque anni le imprese di un gruppo capace di far innamorare una nazione intera, spezzando temporaneamente la monotonia - a suo modo meravigliosa - dell'Italia calciofila e post-prima repubblica. Con Osmany Juantorena - grande assente nella sfida con la Lube di domenica scorsa - Kaziyski ha costituito una delle coppie di bande più forti nella storia recente della pallavolo. A confermarlo non è soltanto l'impressionante spartizione dei premi individuali assegnati in quegli anni, ma anche la capacità di alternarsi nel ruolo di giocatori fondamentali per portare a casa vittoria e trofeo. Ripercorrere tutta la carriera di Kaziyski in maglia gialloblù sarebbe però impossibile, dal momento che non basterebbe forse un'intera opera a stampa, divisa in più tomi. Analizzare invece le differenze tra passato e presente, diventa fondamentale nel momento in cui si vuole comprendere cosa - e quanto - può dare oggi il capitano a questa Trentino.
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Matey Kaziyski abbraccia Marko Podrascanin durante la finale di Del Monte Supercoppa 2021, vinta dall'Itas Trentino 3-1 sulla Vero Volley Monza

Credit Foto Legavolley

Un braccio che non smette di essere letale

Con l'esplosione di Alessandro Michieletto e un Daniele Lavia in rampa di lancio, coach Lorenzetti si sta prendendo perfino il gusto di giocare senza opposto di ruolo e rafforzare la ricezione; la scelta tattica ha pagato enormi dividendi in Supercoppa e sta continuando a funzionare anche in Superlega, per quanto siamo certi che Giulio Pinali avrà presto le sue occasioni per dimostrarsi implacabile. La pallavolo contemporanea è però diventata uno sport in cui le altezze contano sempre più e allora potrebbe quasi sorgere un dubbio naturale: Kaziyski in ricezione ok, ma in attacco renderà ancora come una volta? Al suo arrivo in Italia, era il giocatore più temuto per altezza, potenza e varietà del colpo. Per trovare un paragone, si pensi a Leo Marshall o a Ivan Miljković, con le dovute differenze del caso. Il suo compito era quello di martellare con sistematica ripetitività, quasi a sfidare le leggi del muro e quelle della fisica al tempo stesso. Di acqua sotto i ponti - e di ricezioni fatte saltare - ne è passata però tanta e oggi abbiamo una versione 2.0 di Kaziyski. Il sodalizio con Radostin Stojčev - suo allenatore non solo in gialloblù, ma anche nella Bulgaria e poi a Verona - l'ha consacrato tra i più grandi di sempre, trasformandolo praticamente in una macchina da guerra perfetta, con gli avversari costretti a guardarlo dominare senza poterlo contrastare in alcun modo. Indimenticabile il servizio a 132 km/h nella finale di Coppa Italia del 2010 - peraltro in quell'edizione Ivan Zaytsev fece registrare 122 con la maglia di Roma nella finale di A2 -, un missile che neppure Hubert Henno, all'epoca forse il miglior libero del mondo col brasiliano Sergio, potè contrastare.
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Matey Kaziyski esulta durante la sfida tra Itas Trentino e Cucine Lube Civitanova (3-1), match valido per la 3ª giornata di Superlega 2021-22

Credit Foto Legavolley

Kaziyski 2.0

Oggi la "licenza di bombardare" non è certo scaduta e lo abbiamo chiaramente visto sia in Supercoppa, sia nel 3-1 sulla Lube. In passato invece, come spesso accade ai più grandi di questo sport, non erano mancati momenti di appannamento, capaci soprattutto di trasformare Kaziyski in una sorta di buco nero in ricezione. L'attualità ci mostra invece un giocatore più armonico e tecnicamente dolce, a 360°: nessun momento di reiterata difficoltà in ricezione, nessun passaggio a vuoto in attacco, perché la tenuta mentale è ancor più devastante di quanto non lo fosse il braccio negli anni '10 di questo secolo. Quando c'è da affidare palloni che scottano, Sbertoli sa di poter andare - sempre e comunque - dal suo capitano, senza venire tradito. Ciò fornisce un ventaglio di opzioni ancora più grande, perché Michieletto ha dimostrato di poter arrivare a vette che quasi tutti gli altri non possono scalare e Lavia si sta sempre più confermando giocatore dotato di un QI pallavolistico fuori dalla norma. La possibilità di lavorare ogni giorno con un fenomeno quale Kaziyski tornerà molto utile anche nel percorso dei due giovanissimi in Nazionale, di questo ne siamo certi. "Non abbiamo giocato sempre bene e dal secondo set siamo calati in quanto a personalità", ha dichiarato Lorenzetti al termine della sfida con Civitanova. Affermazione che stonerebbe col 25-16 del 1° set e il 25-11 del 3°, se non fosse che il tecnico di Fano sa bene quanto ancora possa migliorare la sua squadra. Un collettivo da cui il capitano non si è mai staccato, restando a vivere in città nonostante giocasse in squadre diverse, e in cui nessuno ha mai osato indossare il suo iconico numero 1. Non è ancora la chiusura di un meraviglioso cerchio, dal momento che l'accordo firmato in estate ha base biennale e che lo stesso Kaziyski potrebbe decidere di continuare ulteriormente con la pallavolo giocata. Indubbiamente, è però il ritorno a casa di uno dei più grandi di sempre.
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