Superlega - Milano fa l'impresa ed elimina Perugia! 3-1 in gara-5 e ora semifinale contro Civitanova

Non ci avrebbe scommesso davvero nessuno. Non soltanto sul risultato che matura nella gara-5 della serie di quarti di finale playoff di Superlega tra Sir Safety Susa Perugia e Allianz Milano, ma anche e soprattutto sull'incredibile calo generalizzato dei Block Devils nell'ultimo mese. La formazione di coach Andrea Anastasi, capace di stravincere la regular season senza mai conoscere l'onta della sconfitta e di dominare la prima parte di stagione, suggellata anche dal primo trofeo internazionale, si è infatti sciolta come neve al sole nelle ultime settimane, chiudendo un'annata che, per ambizioni e potenzialità, dovrà essere inevitabilmente valutata in termini negativi. I bianconeri non potranno tentare di cucirsi lo Scudetto sulle maglie e, cosa ancor più incredibile, non giocheranno la Champions League 2023-24!

Dall'altra parte, l'autentico capolavoro tecnico-tattico di coach Roberto Piazza e di una Milano che - nell'ennesima riedizione sportiva della parabola biblica di Davide contro Golia - ribalta qualsiasi pronostico e vola in semifinale Scudetto, dove affronterà la Cucine Lube Civitanova. A trascinare il club milanese è anzitutto la regia pulita, perfetta, di Paolo Porro, ma sono la versatilità di Yuki Ishikawa, il braccio pesante di Osniel Melgarejo e le collettive qualità in battuta (8 ace) a fare la differenza durante una gara-5 in cui Perugia non punge praticamente mai al servizio (23 errori) e si aggrappa soltanto al solito, meraviglioso, Simone Giannelli.

Dopo l'esito del video-check, che conferma la bontà della pipe di Ishikawa e non rileva alcuna invasione della linea centrale da parte dei giocatori ospiti, i fischi del Pala Barton rappresentano con tutta probabilità l'istantanea più cruda ma significativa di questa gara-5. Il bersaglio di tali fischi è infatti un roster costruito per domare qualsiasi avversaria, grazie a versatilità e profondità incredibili, puntellato su stelle assolute e che può annoverare alcuni tra i migliori pallavolisti al mondo in qualsiasi ruolo. Eppure, anche stavolta questo bellissimo sport riesce a sorprenderci, dimostrando che non esistono pronostici a senso unico, nemmeno se dall'altra parte della rete c'è una squadra che è stata in grado di chiudere la stagione regolare con un record di 22-0 e di concedere soltanto 11 set agli avversari. I playoff si confermano però un qualcosa di estremamente diverso rispetto alla prima fase della stagione, mettendo in risalto le qualità di un'Allianz che ha giocato decisamente meglio questa serie di quarti di finale e che, anche oggi, si dimostra senza dubbio più squadra. Vincere 3-1 col 38% di eccellenza in attacco - 9 errori gratuiti e ben 10 murate subite - significa aver giocato una partita perfetta a livello di correlazione muro-difesa e aver spinto tantissimo dai nove metri, nonostante le 21 battute sbagliate.

Il gruppo plasmato da coach Piazza non ha bisogno di affidarsi a un singolo giocatore, perché può contare su diversi protagonisti in ogni momento clou di una singola partita. Porro non sfigura affatto nel duello in regia con Giannelli e, per quanto le sue scelte siano più "elementari", sbaglia pochissimo, consentendo a tutti i suoi attaccanti di poter mettere palla a terra. I compagni lo ripagano a intermittenza, specie un Jean Patry davvero sottotono - 9/27 in attacco, con 3 errori e 2 murate subite - e un Melgarejo che è però decisivo quando ci sono da schiantare a terra palloni pesanti. Al resto ci pensano l'esperienza di capitan Matteo Piano, il talento di Agustin Loser e l'ennesima sontuosa serata di Ishikawa. Dall'altra parte della rete, Wilfredo Leon assiste alla disfatta dei compagni perché coach Anastasi gli preferisce la coppia Plotnytskyi-Semeniuk in posto 4: un'esclusione che farà sicuramente discutere, anche se in ricezione il fenomenale schiacciatore naturalizzato polacco stava soffrendo tanto nelle ultime sfide. Jesus Herrera Jaime si conferma invece opposto debordante (20 punti col 57% in attacco), ma anche giocatore tuttora incapace di trovare vie di mezzo quando non è fisicamente possibile lasciar andare il braccio. Oleh Plotnytskyi toppa la sfida più importante dell'anno, chiudendo con soli 8 punti e il 19% di ricezione perfetta, senza mai incidere col suo micidiale servizio. Non basta così un commovente Giannelli, onnipresente in difesa, attento a muro e costretto a mettersi in proprio in attacco nei momenti in cui i compagni regalano troppo agli avversari. Un'eliminazione tanto inattesa quanto rumorosa, ma che deve insegnare a dimenticare la frustrazione odierna per programmare il futuro con gli stessi interpreti. Un'altra rivoluzione, specie di guida tecnica, avrebbe davvero poco senso...