Wimbledon - Nadal è più forte del dolore e di Fritz: vince al super tie-break e ritrova Kyrgios in semifinale
Aggiornato 07/07/2022 alle 08:15 GMT+2
Wimbledon - Rafael Nadal è un collezionista d’imprese. Infortunatosi all’addome medicato fin dal primo giorno di torneo, rifiuta il dolore, ripudia la sconfitta e batte Taylor Fritz al quinto set: 3-6 7-5 3-6 7-5 7-6 (4) dopo oltre 4 ore di resistenza sportiva. Avrà in semifinale Nick Kyrgios che qui lo batté nel 2014, all’inizio della sua “crisi di normalità”. Il mito del Grande Slam è vivo.
Quel che sarebbe spettato oggi a Fritz è parso chiaro fin dal primo game della partita mentre il Rafa furioso galoppava su tutte le palle, manovrava di rovescio, affondava in top-spin e aiuto, avrebbe chiesto il californiano Taylor che invece, dopo aver vinto tutti i set del suo torneo con Lorenzo Musetti, Alastair Gray con punto in tuffo tra i più belli dei Championships, Alex Molcan e Jason Kubler, si prendeva anche il primo parziale con Nadal da 1-3 a 6-3.
Un po’ perché il Fritz del 2022 è diventato un animale da campo che forse non potrà mai battere Nadal tre su cinque, ma i suoi primi quarti di finale Slam non sono certo stati una favola. Anzi, dai primi ottavi all’Australian Open al trionfo di casa a Indian Wells battendo in finale Nadal, la sua carriera è svoltata quest’anno a ridosso della top-ten mondiale, numero 14 del ranking ATP e 11 dei Championships.
Molto perché Nadal, avanti 3-1 e invano anche nel secondo set, su 4-3 si china sofferente, chiede il fisioterapista ed esce per qualche minuto dal campo per un problema all’addome - da inizio torneo, gioca coi cerotti muscolari kinesio tape - mentre papà Sebastian gesticola agitato nel suo box.
Ma per Nadal figlio non se ne parla nemmeno d’arrendersi. Rafa rientra, impugna la racchetta e alterna game da fermo alle sue solite falcate che fan tremare il Centre Court: quanto basta per vincere il set 7-5 e rimetter tutto, anzi tutti a posto per un numero d’infinite volte in carriera.
Nel terzo set il match perde un po’ di ritmo perché, altra dura legge del diabolico tennis, non è mai facile giocare contro un avversario infortunato: è così che Fritz affossa in rete o spedisce fuori qualche colpo di troppo, ma nel momento peggiore di Nadal - che s’è fatto male battendo e deve ridurre al minimo il movimento del servizio, rattristato dai doppi falli - sale di un break nel terzo game e lo difende con la prima di servizio per vincere il parziale 6-3.
Non è mai e poi mai abbastanza contro Nadal, specie se l’americano inizia il quarto set gettando via un game di errori gratuiti: il primo di 3 break consecutivi che permettono a Rafa, pur sempre più limitato al servizio e sul rovescio, di portare la partita al quinto dopo qualche brivido (contro-break subito nell’ottavo gioco) e molto male: 7-5.
È così che Nadal, il più grande agonista nella storia del tennis e forse dello sport planetario, rifiuta il dolore e ripudia la sconfitta. Spremendo quel che resta del suo corpo magnifico, giocando solo in back di rovescio, correndo verso quei colpi su cui può tuonare, trapassando il povero Fritz con la sua arma letale: quel gancione di dritto che arrota, arrota, arrota e non si ferma mai.
Alla quarta palla break del settimo game, dopo un nastro thrilling che bacia Fritz meglio della sua fidanzata (la stupenda Morgan Riddle), Rafa carezza una sublime demi-volée, ma il californiano si riprende subito con coraggio l’ottavo gioco, spingendo Nadal fuori dal campo. Giusto così: un match così diversamente bello è destinato a nobilitare il nuovo super tie-break di Wimbledon. Uno “spareggio” che da 5/0 Nadal domina di maestria tattica e immensa classe, varcando sfinito la soglia di un’altra impresa disumana.
Che meraviglia questo Nadal che appena appena provi un filo di “compassione”, tira su la resistenza. Che meraviglia la semifinale che ci spetta, beati noi, con Nick Kyrgios. Ma ve la ricordate quella loro partita di otto anni fa qui a Wimbledon? Kyrgios aveva diciannove anni e pareva l’astro nascente del tennis mondiale; Rafa fu dato per f-i-n-i-t-o. Poi gli Slam di Nadal son diventati da 14 a 22, mentre quel matto di Nick è caduto in un baratro d’incoscienze. Viva il tennis e quanto c’è dentro di mirabilmente illogico.
Un'ultima cosa... Quattordici anni fa, il 6 luglio 2008, Rafael Nadal e Roger Federer hanno giocato la più epica delle loro sfide: era la finale di Wimbledon che, all’origine del mito, ha riscritto la storia del tennis.
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