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Niccolò Campriani e un viaggio alla scoperta del tiro perfetto

Niccolò Campriani

Aggiornato 08/11/2017 alle 18:23 GMT+1

Nuova puntata della rubrica di Niccolò Campriani! Tre volte oro olimpico nel tiro, Niccolò racconta su Eurosport l'impatto dell'evoluzione tecnica e tecnologica nel mondo dello sport. In questo 9° appuntamento affrontiamo un tema tanto caro al nostro campione: come effettuare un tiro a segno perfetto.

Niccolò Campriani Rio 2016

Credit Foto LaPresse

Svuotate la mente. Buttate fuori l’aria dai polmoni, lentamente, per poi trattenere il respiro. Ascoltate il vostro battito del cuore. Assaporate l’armonia di vivere nell’attimo presente. È forse una lezione di yoga? Beh aspettate, non mi avete fatto finire: adesso tirate il grilletto. Ebbene sì. Dopo calcio, tennis e ciclismo è arrivato il momento di analizzare la disciplina più affascinante di tutte: il tiro a segno. E va bene, ammetto di essere in pieno conflitto di interessi, ma in fondo questa specialità Olimpica è l’esempio lampante di come atleta e strumento siano tra loro complementari per ottenere la performance ottimale. Un tutt’uno tra talento umano e tecnologia di precisione, nel pieno spirito di questa rubrica.
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Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione

Credit Foto Eurosport

Alla ricerca del tiro perfetto, del "10" al centro del bersaglio

L’obiettivo di questo binomio è uno solo: centrare quel famoso ‘10’ nel bel mezzo del bersaglio. Nelle due specialità di carabina ciò si traduce nel colpire una capocchia di spillo di mezzo millimetro a 10 metri di distanza (carabina ad aria compressa) oppure un piccolo cerchio di 1 centimetro posto a 50 metri (carabina calibro 22). Tuttavia quello che succede sul bersaglio non è altro che la diretta conseguenza di un processo complesso, fatto di gesti tecnici e leggi fisiche. Una serie di fasi che ho deciso di illustrare a ritroso, in vero stile investigativo, ossia risalendo dall’impatto del proiettile sul bersaglio fino alla decisione iniziale di scattare il colpo.
Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione
Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione

La fase di volo: tra parabole, vento e...

Iniziamo quindi l’analisi del tiro perfetto proprio dalla fase di volo. Tale traiettoria, disegnata nell’aria dalla pallottola, è molto tesa ma pur sempre parabolica. Il colpo esce dalla carabina calibro 22 a 320 metri al secondo, una velocità che gli permette di coprire i 50 metri di distanza in poco meno di due decimi di secondo. Una frazione di tempo impercettibile, pari ad un battito di ciglia, che però include una variabile pazza: l’effetto del vento. Incredibile ma vero, nonostante una velocità di lancio elevatissima la traiettoria del proiettile è comunque soggetta a alterazioni da agenti atmosferici. L’errore introdotto dal vento comporta infatti uno spostamento dell’impatto al bersaglio che varia da pochi millimetri, in caso di brezza, a svariati centimetri, per raffiche sostenute. Nella pratica un colpo lasciato perfettamente, un teorico ‘10’, potrebbe trasformarsi in un tragico ‘8’. Per questo motivo i tiratori più bravi sono quelli che monitorano costantemente direzione e intensità del vento osservando con la coda dell’occhio le tante bandierine disseminate sul campo di tiro. L’intento è quello di attendere condizioni favorevoli o in alternativa, nel caso di continua variabilità, compensare l’eventuale spostamento mirando fuori dal centro e in direzione opposta al vento.
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Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione

Credit Foto Eurosport

... lo spin

E qui la faccenda si fa interessante: per compensare l’effetto di un vento che soffia verso destra o sinistra non è sufficiente una correzione orizzontale ma bisogna anche tenere conto dello spin della pallottola. Lo spin, ovvero la rotazione della pallottola attorno al suo asse, è quel principio fisico che stabilizza il proiettile durante il suo tragitto, un effetto generato dalla spirale di rigature all’interno della canna. Una peculiarità ben nota a tutti coloro che hanno visto l’introduzione di un film con James Bond. Ebbene questa rotazione fa sì che l’effetto di un vento orizzontale si traduca in uno spostamento del colpo lungo una ben precisa diagonale: il punto di impatto si ‘arrampica’ verso l’alto con un vento a sinistra e ‘cala’ verso il basso con un vento a destra. Qualsiasi compensazione da parte del tiratore deve quindi tener conto di questa diagonale costringendolo sì a mirare dalla parte opposta del vento ma anche a effettuare correzioni verticali.
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Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione

Credit Foto Eurosport

La fase di scatto: è tutta una questione di cuore

Tuttavia sganciare il colpo al momento giusto non significa soltanto tenere sott’occhio le bandierine, ed ecco che riavvolgendo il nastro, all’origine della traiettoria del proiettile, troviamo la fase di scatto. Questo è l’istante critico dove il tiratore decide di premere il grilletto, l’attimo che determina vittorie Olimpiche o ultimi colpi da psicoanalisi. Al di là della fortuna, componente non trascurabile, questa è la fase dove viene fuori la destrezza di un tiratore. E qui sono costretto a sfatare una leggenda: la vera abilità non sta nell’essere completamente immobili ma nel saper leggere e prevedere i movimenti. Per quanto uno si sforzi a tenere ferma la carabina alcune oscillazioni, a partire da quelle generate dal battito del cuore, sono inevitabili. Ad ogni pulsazione corrisponde infatti un sussulto che dal corpo si trasmette sulla carabina. Un balzo del mirino quasi impercettibile a occhio nudo ma il cui effetto, amplificato dai 50 metri di distanza dal bersaglio, è sufficiente a causare un errore. L’unica soluzione è la convivenza pacifica, o in altre parole l’accettazione dei continui movimenti e la ricerca di un perfetto timing tra frequenza cardiaca e sgancio del colpo: l’obiettivo è quello di tirare il grilletto esattamente tra un battito e l’altro.
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Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione

Credit Foto Eurosport

La fase di mira: la tecnologia ha rivoluzionato tutto

Arriviamo quindi alla terza e ultima fase di questo viaggio a ritroso, la sequenza preliminare che crea i presupposti per un buon tiro: la fase di mira. Durante questi interminabili secondi di preparazione il tiratore ascolta attentamente il proprio corpo, trattenendo il respiro e cercando di rilassare i muscoli. Ma soprattutto è questa la fase dove il nostro sport ha scoperto l’utilità della tecnologia di ultima generazione. Da ormai qualche anno lo sviluppo di innovativi sensori ha infatti permesso di registrare in tempo reale i movimenti del punto di mira negli attimi precedenti allo sparo: un tracciato virtuale indicativo di rapidità, ampiezza e forma delle oscillazioni. Per la prima volta i tiratori hanno potuto adottare uno strumento di autovalutazione in grado di andare ben oltre il punteggio riportato sul bersaglio. Ciò ha contribuito a passare da un’analisi quantitativa, "quanto hai fatto?”, a una più completa valutazione della qualità del gesto, "come hai tirato?”. Spostare il focus dal bersaglio al tiratore ha di fatto aperto nuovi orizzonti.
Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione

Il paradosso iraniano: sparare senza vere munizioni, ma essere comunque super competitivi

Ne sanno qualcosa i tiratori della squadra Olimpica iraniana i quali attraverso l’impiego di questi sensori hanno sopperito all’impossibilità di utilizzare munizioni in allenamento, divieto imposto loro da una legge nazionale. In altre parole, mentre i colleghi stranieri tirano fino a 20.000 colpi di allenamento l’anno, gli atleti iraniani possono solo mirare al bersaglio, analizzando il tracciato dei movimenti e cercando unicamente di perfezionarli. Risultato? I tiratori di carabina della nazionale Iraniana sono tra i migliori al mondo. Una squadra vincente di tiro a segno che, causa forza maggiore, non ‘tira’. Un’apparente contraddizione che in realtà svela l’importanza del gesto tecnico e ridefinisce quali sono i veri obiettivi in nostro controllo. Perché in definitiva per vincere medaglie Olimpiche occorre fare molti ‘10’, e per fare ‘10’ è necessario ricreare quel ben preciso stato fisico e mentale. Adesso avrete finalmente intuito il perché di un’analisi tecnica a ritroso. Il bersaglio è la tentazione, il vero luogo dove fare centro è dentro noi stessi. Questa è la bellezza del mio sport, il tiro a segno.
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Tiro a segno: la scienza del tiro di precisione

Credit Foto Eurosport

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