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Olimpia Milano, i playoff sono ormai un miraggio. L'Eurolega ora rischia di diventare un peso

Daniele Fantini

Aggiornato 14/01/2023 alle 12:19 GMT+1

BASKET, EUROLEGA - Le due sconfitte contro Alba e Zalgiris hanno ormai chiuso in maniera realistica le speranze di riagganciare il treno playoff. Milano, agonizzante a fondo classifica nei problemi cronici di una stagione complicatissima, preferirebbe dirottare attenzioni ed energie su Coppa Italia e scudetto. Ma l'Eurolega, per qualità e prestigio, non è un torneo che si può disonorare.

Pippo Ricci e Nicolò Melli lottano a rimbalzo con Kevarrius Hayes, EA7 Emporio Armani Milano-Zalgiris Kaunas, Euroleague 2022-23

Credit Foto Getty Images

I numeri, ormai, non mentono più. Il primo quarto da 9 punti realizzati contro lo Zalgiris è il sesto periodo della stagione europea in singola cifra. I 40 punti segnati nei primi trenta minuti valgono la seconda peggior prestazione dell'anno, appena sopra i 39 realizzati contro lo stesso Zalgiris nella gara d'andata a Kaunas. Il maxi-break da 21-4 del quarto periodo con cui l'Olimpia si è riportata sul -2, sognando una rimonta che avrebbe avuto i contorni di un canto omerico, resta un guizzo isolato, esploso in una situazione contingente. E, molto probabilmente, irreplicabile in un contesto di vera pallacanestro, slegato dal 40-59 che ha portato entrambe le squadre ad approcciare i dieci minuti finali con mentalità agli antipodi.
Alla luce di quanto visto anche nel secondo tempo del Pireo e nel ko di martedì a Berlino, l'Armani di oggi è ben fotografata nei primi trenta minuti di partita. Tre quarti che hanno riproposto, in peggio, schemi negativi di involuzione già discussi a lungo nelle scorse settimane. Con un'aggiunta aggravante. Mentre la sterilità tecnico-tattica aleggia ormai da mesi, ulteriormente acuita dagli aggiustamenti difensivi sul duo Baron-Davies che aveva generato i tre successi consecutivi di fine 2022, l'encefalogramma emotivo piatto è una novità inusuale per una squadra che, seppur immersa in difficoltà indicibili, non aveva mai smesso di mettere carattere in campo. Il retrogusto del 40-59 dei primi trenta minuti è stato il più amaro da deglutire dell'intera stagione. Non solo per la partita ormai compromessa da tempo. Ma soprattutto per l'impressione angosciante dell'"Ok. Oggi non c'è proprio nulla da salvare".
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Devon Hall in tuffo per recuperare un pallone nella partita tra EA7 Emporio Armani Milano e Zalgiris Kaunas, Euroleague 2022-23

Credit Foto Getty Images

La classifica è tornata impietosa dopo quella fiammata di fine dicembre che aveva fatto disegnare progetti epici di remuntada playoff. Milano è di nuovo ultima (6-13) in compagnia di Alba Berlino e Asvel Villeurbanne, prossimo avversario di venerdì al Forum. Ma anche un'ipotetica vittoria sulla formazione francese avrebbe un peso relativo sul prosieguo del torneo. Perché è vero che l'ottavo posto, tenuto dall'Efes, dista soltanto quattro vittorie (cinque, in realtà, perché pensare di ribaltare a Istanbul il -29 del match di andata è pura utopia), ma, nel mezzo, c'è da scavalcare una miriade di squadre. Molte delle quali ben più strutturate, in salute e in fiducia di quanto non lo sia stata l'Olimpia per l'intera stagione.
Se il mondo della matematica dà ancora grosse speranze con 15 partite in calendario, quello del realismo si è ormai spento in maniera definitiva. Gli ultimi 100 minuti di Eurolega (il secondo tempo con l'Olympiacos e i due ko con Alba e Zalgiris) hanno disegnato una Milano ormai agonizzante. Ma il vero problema di una squadra disegnata per le Final Four che si ritrova invece a fondo classifica da settimane è un altro. L'Eurolega, per prestigio, qualità e stimolo, non si può disonorare in corsa come un'Europa League calcistica. L'Eurolega richiede, pretende, massimo impegno in ogni partita. Anche in una situazione e in un contesto in cui l'Olimpia preferirebbe dirottare attenzioni, interesse ed energie psico-fisiche sui due obiettivi rimasti in stagione, dentro i confini nazionali: Coppa Italia, in partenza tra solo quattro settimane, e scudetto.
Il rischio, concretissimo, è che l'Eurolega si trasformi da prestigio a peso. Perché se perdere a Madrid è ormai accettabile considerando i precedenti stagionali, cadere a Napoli con un atteggiamento stanco e spento non lo è, in alcun modo e motivo. Togliere attenzione ed energie al campionato, con ancora l'intero girone di ritorno da giocare, non è più una strategia percorribile. A metà stagione si fanno i bilanci. Ed è, probabilmente, il momento di rivedere strategie e obiettivi.
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