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Serie A, l'Atalanta 2020-21 è l'ultimo miracolo di Gian Piero Gasperini

Carlo Filippo Vardelli

Pubblicato 18/05/2021 alle 11:44 GMT+2

SERIE A - L'ennesima trasformazione di una squadra che vuole vincere la Coppa Italia e che potrebbe puntare al campionato 2021-22.

Gian Piero Gasperini, Atalanta, 2020-21

Credit Foto Getty Images

Ogni anno sembra impossibile che l’Atalanta riesca a migliorarsi, ad alzare il livello del suo gioco rispetto all’anno prima, a tirare fuori qualcosa in più dai suoi giocatori. E puntualmente siamo costretti a ricrederci, a sorprenderci, a ricalibrare le nostre aspettative di pari passo con la crescita delle sue ambizioni. (Federico Aquè).
Direi che può partire da qua la celebrazione del quinto anno di governo bergamasco targato Gian Piero Gasperini. Il mister di Grugliasco ha portato l’Atalanta in Champions League per la terza stagione consecutiva, scrivendo l'ennesima pagina indimenticabile nella storia del club. La partita contro il Genoa è stata un po’ la ciliegina sulla torta dell'ultimo capolavoro bergamasco: la formazione nerazzurra ha saputo bypassare l’addio del Papu Gomez e la stagione in chiaroscuro di Josip Ilicic compiendo un grandioso step in avanti dal punto di vista della maturità. L’Atalanta di oggi vince in maniera diversa rispetto all’anno scorso, ma è ugualmente capace di raggiungere dei risultati inimmaginabili fino a 5 anni fa.

Le partite della crescita

Le partite contro la Juventus (vinta 1-0) e contro l’Inter (persa 1-0) sono state due fotografie piuttosto precise della nuova forma modellata dal Gasp. L’impressione è che la squadra bergamasca abbia trovato l’ennesima evoluzione nel proprio percorso, mantenendo saldi i principi della propria struttura ma dimostrandosi nettamente più capace di resistere alle ondate degli avversari quando non riesce ad imporre il proprio ritmo e la propria qualità con il pallone.
Ad esempio, nella partita del Gewiss Stadium contro la Juventus, la prima parte del match è stata nettamente più favorevole ai bianconeri, capaci di dare tanto fastidio ai padroni di casa con la loro struttura posizionale molto fluida. In quel caso, l’Atalanta ha aspettato che finisse la tempesta, e poi si è messa ad imporre il proprio ritmo proprio quando la banda di Pirlo ha iniziato a calare dal punto di vista fisico. L’inserimento di Malinovskiy e di Josip Ilicic ha poi completato il lavoro, restituendoci anche la profondità del roster atalantino, ma l’attenzione, l’abnegazione e la capacità di attendere dei nerazzurri ha ricordato molto da vicino quella dei bianconeri nel lungo ciclo di Massimiliano Allegri.
Contro l’Inter, invece, l’Atalanta ha saputo neutralizzare la fase offensiva dei nerazzurri (0.4 xG concessi al 3° miglior attacco) dimostrandosi anche una squadra difensiva, oltre che clamorosamente forte nel saper segnare tanti gol (90 in campionato dopo i 98 del 2019/2020). Questo a dimostrare come la truppa di Gasperini abbia fatto un netto step in avanti nel capire come affrontare i match più importanti, cercando di leggere i momenti e accettando anche la forza degli avversari. I 78 punti in Serie A - che potrebbero diventare 81 contro il Milan (record di sempre) - sono il simbolo più concreto di come la bestia di Zingonia abbia abbandonato l’etichetta di bel progetto e abbia trovato la dimensione di grande squadra. Di quelle capaci di vincere anche i campionati.
  • I numeri dell'Atalanta 2020-21 di Gasperini alla 37ª giornata
Punti 78 (2° posto)
Gol fatti90 (miglior attacco)
Media gol partita2,43
Gol subiti45 (6ª miglior difesa)
Assist totali 64 (1° posto)
Tiri in porta 278 (1° posto)
Tiri totali 570 (2° posto)
Calciatori in gol 16
Calciatori con più di 5 gol6 (Muriel 22, Zapata 15, Gosens 11, Malinovskyi 8, Ilicic e Pasalic 6)
Possesso palla nella metà campo avversaria15' 02" (1° posto)
Parate in campionato83 (numero più basso)

Il coraggio nelle scelte

Ovviamente, oltre alle scelte tecnico-tattiche, ci sono state anche quelle dirigenziali: la maturità si è vista anche lì. Cedere il "Papu" Gomez, e continuare nella ricerca dei talenti "belli ma inespressi", ha dimostrato un grandissimo coraggio da parte della dirigenza - completamente devota al credo di Gasp e alla sua filosofia quasi militare. Fatta quella mossa erano sorti diversi dubbi su chi avrebbe preso in carica i compiti del "Papu", ma dopo un piccolissimo periodo di assestamento tutti hanno trovato le risposte che cercavano.
Dall'inizio sprint di Matteo Pessina, convocato in Nazionale, alle bordate di Ruslan Malinovskiy, 6 gol e 9 assist nelle ultime 10. Dall’inserimento di Joakim Maehle, che è stato decisivo per tornare a controllare la solidità del binario destro dopo l’infortunio di Hans Hateboer, agli sprazzi di Miranchuk (4 gol e 2 assist). Dalla mega-stagione di Muriel, che oltre a segnare ha saputo giocare tanti minuti insieme a Zapata, lavorando anche in relazione del numero 91, al 4-2-3-1 di emergenza che ha rappresentato una valida alternativa alla classica difesa a tre.
Ruslan Malinovskiy
L’impressione nettissima è che la creatura modellata da Gasperini sia capace di aiutare e migliorare qualsiasi giocatore. Quella valorizzazione del progetto di cui tanto parlano le "big", per generare degli introiti diversi rispetto a diritti tv, merchandising o match-day, ha trovato la sua massima espressione proprio a Bergamo. Ora la famiglia Percassi non è più costretta a vendere i propri pezzi pregiati per finanziare la stagione successiva, ma da un paio d’anni è diventata molto più aggressiva in sede di mercato, arrivando a trattare giocatori come Rodrigo De Paul e Jeremie Boga. Ovviamente non stiamo parlando dell’elite del calcio mondiale, ma di ragazzi funzionali su cui i nerazzurri potrebbero creare una squadra "da scudetto".
La finale di Coppa Italia in programma mercoledì sera è una bellissima occasione per incamerare il primo trofeo dell’era Gasp - che ha bisogno di un titolo per entrare nella leggenda del club -, ma soprattutto per trovare un premio a tutti questi sforzi. Da una vittoria tanto importante quanto significativa - Gasperini ha allenato le giovanili della Juve - forse potrebbe nascere l’ennesima spinta a cercare l’obiettivo scudetto: un sogno che a Bergamo pronunciano in pochi ma (vedendo il modo in cui stanno lavorando) in cui credono in molti.
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Gasperini: "Scudetto Inter strameritato, la squadra più continua"

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