Serie A - Juventus: c'è luce col cambio modulo, ma la strada è ancora lunga. Quel rigore di Dybala è quasi un segnale...
Pubblicato 01/12/2021 alle 10:32 GMT+1
SERIE A - Sta tutto in quel rigore calciato altissimo da Dybala, scivolando dal dischetto all'ultimo respiro del match contro la Salernitana, il concentrato dell'attuale momento della Juventus. Bene, ma attenzione a non esaltarsi. Per una vittoria contro una delle squadre meno attrezzate (e per giunta priva di diversi titolari) del campionato. Il cambio modulo, però, ha portato a buoni frutti.
Sta tutto in quel rigore calciato altissimo da Dybala dopo essere scivolato sul dischetto il riassunto della vittoria per 2 a 0 della Juventus all'Arechi, tana ribollente di entusiasmo della Salernitana: ovvero bene ma non benissimo. Miglioramenti sì, ma nessuna panacea a ogni male. Anche se il cambio di modulo, dal 4-4-2 con gli esterni fuori ruolo al 4-2-3-1 (senza l'infortunato Federico Chiesa), può essere considerato un buon viatico verso tempi più sereni.
Tutti più a proprio agio col 4-2-3-1
"La Juve ci ha dato tanto, ora tocca a noi restituire qualcosa". Parole e musica di Massimiliano Allegri al termine di una partita che ha restituito un minimo di serenità alle ultime due sconfitte - contro Atalanta e Chelsea - e, soprattutto, dopo la grana plusvalenze che, in settimana, ha colpito la società.
Restando sul piano tecnico-tattico, senza strafare, è sembrato che tutti i tasselli fossero al proprio posto, secondo una delle regole più vecchie e universali - dalla Serie A al Csi - del calcio: "mettere i giocatori a disposizione nella loro posizione congeniale per disputare una buona partita". E così è stato.
Finalmente Kulusevski (e Bernardeschi)
Certamente lo è stato per Dejan Kulusevski, finalmente a suo agio in fondo a destra, nel terzetto dei trequartisti, completato da Dybala e Bernardeschi, quest'ultimo autore dell'assist vincente per la deviazione vincente di Morata sotto le gambe di Belec in occasione dello 0-2. Lo svedese ex Parma, si diceva, si è rivelato più attivo e presente in tutto l'impianto di gioco dei bianconeri (all'Arechi in versione giallo "canarino") risultando decisivo nel dialogo con Dybala nella rete che ha stappato il match. Miglioramenti anche sulla linea mediana, in cui Locatelli e Bentancur hanno mostrato una proficua intercambiabilità.
Tra fiammate e piccoli, grandi sbandamenti
Juve a fiammate, anche travolgente in alcune fasi del match. Ma Juve coi piedi ben saldi alle difficoltà del momento in altre. Come quella di inizio secondo tempo, in cui blackout ed errori tecnici individuali sono tornati a bussare alla porta di Allegri, che in quel particolare caso ha rivisto una squadra ingessata, impaurita. Specie di fronte al clamoroso palo interno di Ranieri, quando ancora il vantaggio era minimo al minuto 58. Un episodio che, un paio di millimetri più a sinistra, avrebbe potuto cambiare storia all'incontro. Gli stessi millimetri che hanno, a dire il vero, negato a Chiellini - fermato dalla VAR in un offside quasi impercettibile - la gioia del 2-0 già al 28' e, con essa, i prodromi di una potenziale goleada juventina. Ma tant'è, è bene restare sui fatti acclarati.
Dybala e il monito
Come, appunto, quel rigore all'ultimo respiro calciato alle stende, scivolando dagli undici metri, da Paulo Dybala, migliore in campo. Come a dire: bene per la vittoria, bene per i tre punti che servono a non perdere complatamente di vista il quarto posto, ma attenzione a non fare voli pindarici. Quel 2-0 al cospetto di una Salernitana rabberciata, priva di numerosi titolari e abbottonata nel suo 5-3-2, non può essere la risposta a tutti i mali di questa Juventus. Ma un inizio da cui ripartire, con umiltà e abnegazione, questo sì.
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