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I voti di Roberto Beccantini al campionato: dal 9 del Milan al 4 della Juventus, 8 alla Salernitana del miracolo

Roberto Beccantini

Aggiornato 23/05/2022 alle 08:51 GMT+2

"Morto il campionato, viva il campionato. Non è stato tecnicamente eccelso, ma ha regalato emozioni forti: sia in testa sia in coda". Il nostro Roberto Beccantini dà i tanto attesi voti alla Serie A che si è esaurita domenica con la proclamazione dello scudetto del Milan e della retrocessione del Cagliari.

Milan campione d'Italia: tifosi in delirio in centro a Milano

Morto il campionato, viva il campionato. Non è stato tecnicamente eccelso, ma ha regalato emozioni forti: sia in testa sia in coda.

Milan 9

L'impresa. Il Diavolo in paradiso. Nella mia griglia, "scomparsi" i senzaCristiano, il Milan di Stefano Pioli occupava il secondo posto dietro all’Inter. L’ha superata, si è superato. Con le idee della società, con il coraggio e la leggerezza del tecnico. La sinistra al potere: Theo Hernandez-Rafael Leao. E due simboli: Sandro Tonali, la meglio gioventù; e Zlatan Ibrahimovic, il totem antico e ferito che, dalla panchina, ha continuato a scuotere la tribù. Milan, voto 9.

Inter 8

La differenza. Antonio Conte vinse "solo" lo scudetto e già a dicembre era uscito dall’Europa. Simone Inzaghi è giunto secondo, ha conquistato Supercoppa e Coppa Italia, ha portato l’Inter negli ottavi di Champions, espugnando Anfield. Ad Appiano si respira l’aria di una grande occasione buttata. Non è mancato il martello di Conte, è mancata la figura di Romelu Lukaku. La rosa era sempre la più forte, ma meno forte. Inter, voto 8.

Juventus 4

Fallimento. Una Juventus da 4. Per gli "zero titoli" (non succedeva dal 2011), per il non gioco. Come era nell’aria, il ritorno di Massimiliano Allegri non ha funzionato. Con l’avvento di Dusan Vlahovic è arrivato il quarto posto: nient’altro. Uniche attenuanti: la fuga di Cierre – già dopo la prima, a Udine - e l’infortunio di Federico Chiesa (alla 21a.).
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Giocatori della Juventus all'ultima giornata di Serie A 2021/2022

Credit Foto Getty Images

Tudor 9

L’allenatore. Con Pioli, indico Igor Tudor. Ha avvicendato in corsa Eusebio Di Francesco, ha trasformato il Verona in una gioiosa macchina da gol: Giovanni Simeone 17, Gianluca Caprari 12, Antonin Barak 11. Faceva parte dello staff di Andrea Pirlo alla Juventus. E se fosse stato proprio lui il supplente di cui fidarsi? Tudor, Voto 9.

Salernitana 8

Il miracolo. La Salernitana. A dicembre era spacciata. Con Claudio Lotito che non intendeva mollarla. Con lo spettro dell’esclusione. A gennaio, la svolta. Nuova proprietà (Danilo Iervolino), nuovo direttore sportivo (Walter Sabatini), nuovo allenatore (da Stefano Colantuono a Davide Nicola); organico smontato e rimontato. Salernitana, voto 8 (nonostante lo 0-4 con l’Udinese).
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Salernitana salva: la gioia di Davide Nicola

Credit Foto Getty Images

Genoa 3

Il crollo. In serie B dopo 15 anni. Verrebbe da dire che Enrico Preziosi ce l’ha fatta. Povero vecchio Genoa, i bilanci, i mercati, la cordata made in Usa, una deriva annunciata: quando, probabilmente, sarebbe bastato confermare Davide Ballardini. O anticipare il bisturi di Alexander Blessin. Devo ancora capire la cotta per Andrij Shevchenko. Genoa, voto 3.

Cagliari 3

Il crollo-bis. Cagliari, c’era una volta l’isola del tesoro. Mai e poi mai mi sarei aspettato un fiasco del genere. Comodo smarcarsi: l’avevo accreditato del 12° posto. Ha sbagliato Tommaso Giulini, ha sbagliato il sottoscritto. Tre mister (Leonardo Semplici, Walter Mazzarri, Alessandro Agostini) e Joao Pedro in nazionale, addirittura. Eppure il nulla. Persino a Venezia, dove sarebbe bastato un golletto, uno solo. Cagliari, voto 3.
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Venezia-Cagliari, Serie A 2021-2022: la delusione del Cagliari, retrocesso in Serie B, a fine partita (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

Roma tra 6 e 8

Il detonatore. Da Paulo Fonseca, settimo con 62 punti, a José Mourinho, sesto con 63. Ha recuperato Nicolò Zaniolo e, al posto di Edin Dzeko, sganciato Tammy Abraham (17 gol). La finale di Conference League a fronte delle semifinali di Europa League, frustrate dal Manchester United. Se parliamo di calcio, al netto delle "fotte" arbitrali, una stagione "normale". Se parliamo di concorso popolare, nessuno come il vate di Setubal. L’Olimpico strapieno, i sogni liberati, la voglia di un Marziano che non si limitasse ad atterrare a Villa Borghese, ma la incendiasse. Ave Mou, Daje Mou. Con la "bella" di Tirana che potrebbe sabotare i confini dei giudizi universali, in bilico fra il 6 e l’8.

Napoli 8

Il rimpianto. Premesso: Napoli quinto, avevo pronosticato in estate. Terzo: dunque, chapeau. Con un però: zero punti fra Spezia ed Empoli in casa, Empoli in trasferta (da 2-0). Tradito più che traditore, Luciano Spalletti. Napoli, voto (complicato per gli estremi che dovrebbe avvicinare) 8.
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Il Napoli festeggia durante la partita con lo Spezia

Credit Foto Getty Images

Atalanta 5

La caduta. Fine della favola: dopo tre terzi posti, due finali di Coppa Italia e un quarto di Champions. Atalanta ottava, fuori dall’Europa. Si è chiusa una piccola, grande epoca. Gasp ha fatto i miracoli, ma erano il Papu Gomez, Josip Ilicic e Robin Gosens a garantirgli le alte quote. Atalanta, voto 5 (con un 9 alla memoria).

Fiorentina, Thiago Motta ed Empoli 8

Il balzo. Dai 40 punti e il 13° posto dell’ultimo torneo ai 62 e al 7° (con vista Conference) dell’attuale. La Fiorentina di Vincenzo Italiano. Con e senza Vlahovic. Una transizione da applausi. Voto 8. Scrissi: povero Spezia, senza Italiano. Retrocessione matematica. Invece no. Salvezza con fanfara. Thiago Motta, voto 8. E già che ci siamo, 8 anche ad Aurelio Andreazzoli e al suo Empoli: a testa alta, dovunque.
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Cristiano Biraghi mostra la maglia dedicata a Davide Astori al termine di Fiorentina-Juventus - Serie A 2021-22

Credit Foto Imago

Torino 7

Pane al pane. Ivan Juric. "Per fare un grande Toro, servono almeno dieci rinforzi". Oplà. Tocca a Urbano Cairo, che al braccio di ferro preferisce il braccino corto. E comunque, in attesa, 7 al domatore croato: 13 punti in più, salvezza in carrozza e Bremer in orbita.

Udinese 7

Fair play. L’Udinese, già sazio, stravince all’Arechi (4-0, addirittura). Il Venezia, già retrocesso, blocca il Cagliari. Complimenti a Gabriele Cioffi e ad Andrea Soncin, voto 7.

Lazio 6

Montagne russe. La prima Lazio di Maurizio Sarri. Da sesta a quinta (ma 4 punti in meno), dal 3-5-2 di Inzaghino al 4-3-3 d’ordinanza, ancora l’Europa League, il capo-cannoniere (Ciro Immobile, 27 reti), il secondo miglior attacco. E la difesa ballerina, un classico anche questo. Lazio, voto 6.
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Ciro Immobile esultanza, Lazio-Torino, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Gol in fuorigioco 2

La topica arbitrale. Il gol di Francesco Acerbi in Spezia-Lazio 3-4. Agli sgoccioli degli sgoccioli. Arbitro, Luca Pairetto; al Var, Luigi Nasca. Fuorigioco netto, ma la comunicazione, carente, non determina la doverosa revisione. Clamoroso al Picco. Voto 2.

Top 11

La (mia) formazione del campionato (4-4-2): Maignan; Di Lorenzo, Tomori, Bremer, Theo Hernandez; Berardi, Tonali, Milinkovic-Savic, Perisic; Leao, Immobile.
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Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.
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Milan, Campione d'Italia! Le tappe dello Scudetto n°19 in 220"

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