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Il Pagellone della 10ª giornata di Serie A: Thuram determina, la Juve c’è, Milan nervoso, Pavoletti e Scamacca super

Enrico Turcato

Aggiornato 31/10/2023 alle 12:27 GMT+1

SERIE A - L'attaccante francese dell'Inter cancella Lukaku e con una rete riporta la squadra di Inzaghi in vetta alla classifica. Bene Atalanta, vittoria pazzesca del Cagliari, la Juventus non molla e vince all'ultimo secondo. Il Milan si fa rimontare a Napoli e continua a palesare un po' di nervosismo per alcune scelte del suo allenatore, la Fiorentina perde ancora, Lecce in crisi.

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Ogni post giornata, analizziamo tutto quello che è successo e proviamo a stilare il Pagellone del turno appena andato in archivio. Nella 10ª giornata di Serie A in vetrina tre attaccanti: Marcus Thuram - match winner del successo dei nerazzurri contro la Roma, che ha riproiettato la squadra di Inzaghi in cima alla classifica - Gianluca Scamacca - autore di una doppietta, con altrettanti pali colpiti, nel rotondo successo esterno dell'Atalanta al Castellani di Empoli - e Leonardo Pavoletti, eroe nel pesantissimo e palpitante 4-3 in rimonta del Cagliari contro il Frosinone. La Juventus vince all'ultimo respiro, nonostante diversi episodi negativi, il Milan si fa rimontare dal Napoli e palesa nervosismo. Male Fiorentina, Lecce e Salernitana. Vediamo insieme i voti in questo turno di campionato.

Voto 10…a Marcus Thuram, che si prende la scena di fronte a Lukaku

4 reti e 5 assist in 10 giornate. La firma decisiva nel big-match contro la Roma. Ma oltre ai numeri e ai gol, impressiona l’adattamento che l’attaccante francese ha avuto nel mondo nerazzurro, il feeling naturale con Lautaro, l’intesa con Inzaghi, che ne ha intuito immediatamente il potenziale. La nostra Serie A ha trovato a sorpresa un giocatore con potenzialità da top player. Il confronto diretto con l’ex Lukaku lo ha incoronato a nuovo idolo nerazzurro, chiudendo definitivamente ogni polemica con il passato. L’Inter si goda questo super Thuram, che sta dimostrando di poter fare anche meglio del potente attaccante belga.

Voto 9…alla pazzesca rimonta del Cagliari di Ranieri e Pavoletti

Prima squadra nella storia della Serie A a vincere una partita pur trovandosi al 70’ sotto di tre gol. Da 0-3 a 4-3 contro il Frosinone, grazie ai cambi di Ranieri e alla leadership di Leonardo Pavoletti, gran protagonista di giornata con due gol e un assist. Il Cagliari festeggia la prima gioia in questo campionato con un’impresa incredibile e si rilancia in vista dei prossimi impegni. Lo spirito di gruppo dei sardi ha fatto la differenza, oscurando la doppietta di un Soulè luccicante. Tre punti vitali, morale altissimo, Lapadula quasi recuperato. Il Cagliari c’è.

Voto 8…al tornado Scamacca, che si abbatte sull’Empoli

Due gol, un assist, due legni, una partita mostruosa. Gianluca Scamacca firma la seconda doppietta del suo campionato e annichilisce un Empoli disattento, molle e forse appagato per il successo di Firenze nel turno precedente. Il gol di tacco dopo soli cinque minuti è una perla, il resto della sua orrirà sfavillante. L’Atalanta intanto vince la terza gara di fila in una settimana e sale al quarto posto solitario. Gasperini sorride, entusiasta del suo nuovo bomber e dei progressi di una squadra sempre molto competitiva. Ora l’Inter, per capire quanto è reale il margine dalla capolista.

Voto 7…alla Juventus, che non demorde e vince all’ultimo respiro

Due gol annullati (il secondo senza reali motivi), qualche decisione discutibile di troppo, come ad esempio un episodio dubbissimo in area su Chiesa. Eppure al 30esimo tiro, nell’ultimo secondo di gioco, la Juventus è riuscita a trovare il colpo da tre punti. Ci ha messo lo zampino Andrea Cambiaso, improbabile eroe dello Stadium, alla prima rete in bianconero. La voglia e la fame della squadra di Allegri sembrano quelle giuste e la vittoria sul Verona alza sicuramente l’asticella delle ambizioni dei tifosi. La Juventus ha come obiettivo i primi quattro posti, ma dopo 10 giornate è seconda a due punti dalla vetta. L’autostima cresce.

Voto 6…al Napoli, che riprende una partita iniziata malissimo

Primo tempo horror, poi il cambio modulo, l’invenzione di Politano, la punizione di Raspadori. E anche un paio di occasioni per trovare addirittura il terzo gol. Il Napoli pareggia 2-2 con il Milan, rimanendo anche in 10 uomini nel finale per l’espulsione di Natan, ma considerando l’ottimo secondo tempo esce sicuramente rinfrancato dalla sfida del Maradona. Garcia deve ripartire dai secondi 45 minuti, senza insabbiare i problemi emersi nella prima frazione contro i rossoneri. Non è il Napoli dell’anno scorso, ma in attesa del recupero di Osimhen, ci sono margini per rimanere a ridosso delle prime.

Voto 5…al momento del Milan, nervosismo e infortuni

Giroud, Giroud, 2-0, chance per chiuderla, sprechi e poi un secondo tempo oggettivamente molto brutto. Le reazioni al momento della sostituzione sia dell’autore della doppietta che di Rafa Leao testimoniano il nervosismo che pervade l’ambiente rossonero in questa fase della stagione. Il Milan non è sereno, le sconfitte contro Juventus e PSG hanno lasciato il segno, i tanti infortuni (Kalulu e Pellegrino gli ultimi) provocano tormenti a uno Stefano Pioli in difficoltà. Il Diavolo deve ricompattarsi e guardare il calendario: Udinese, Lecce, Fiorentina e Frosinone. C’è tempo per ritrovare il giusto ritmo.

Voto 4…alla Fiorentina, che crolla nel recupero a Roma

Dopo il ko interno con l’Empoli serviva una reazione immediata. E invece la Fiorentina si è rialzata in Conference League, ma è crollata di nuovo contro la Lazio. Certo, senza il braccio largo di Milenkovic in pieno recupero, la partita sarebbe terminata in parità. Però l’episodio negativo è arrivato e il rigore perfetto di Immobile ha sancito un altro ko per la Viola. Nella prossima giornata la squadra di Italiano affronterà al Franchi la Juventus. Sbagliare ancora rischierebbe di rovinare l’ottimo inizio di campionato.
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La disperazione di Nikola Milenkovic, Lazio-Fiorentina, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Voto 3…al Lecce, calato vistosamente

0-1 con un Torino iper rimaneggiato. Krstovic si è fermato, Almqvist sparito, centrocampo travolto, Banda e Strefezza non incidono. Il Lecce di D’Aversa si è piantato e sta cominciando a faticare. Una squadra in difficoltà anche dal punto di vista fisico e che non vince dal 22 settembre (contro il Genoa). Due punti nelle ultime cinque sono troppo pochi. Occhio a non specchiarsi troppo, che da dietro cominciano a rosicchiare il gap.

Voto 2…alle parole di Mourinho, sempre sopra le righe

Ci ha abituati negli anni alle sue frasi ad effetto, alle sue provocazioni, alle sue uscite polemiche: fa anche parte del suo stile e del suo modo di allenare. Se però la sua squadra perde una partita come quella di San Siro (una palla gol creata), parlare di “cartellini mirati” oltre che fuori luogo, sembra davvero eccessivo e fuorviante. La Roma ha perso (meritatamente) un match giocato solo in fase difensiva, non è riuscita a scatenare l’ex Lukaku e Mourinho avrebbe potuto per una volta evitare di lanciare sospetti sull’arbitraggio. Come dite? Si, forse se avesse evitato non sarebbe Mourinho.

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Mourinho e l'espulsione: "Due pesi e due misure con me? Penso di sì"

Voto 1…alla Salernitana, ultima in classifica

La cura Pippo Inzaghi per adesso non dà i suoi frutti. La Salernitana ha perso anche a Genova, in uno scontro diretto che avrebbe potuto invertire la rotta. Invece ora i granata si trovano all’ultimo posto solitario della classifica e non hanno più margine d’errore. Derby campano con il Napoli, trasferta in casa del Sassuolo, Lazio, Fiorentina, Bologna: calendario che non pare dare grandi spiragli per rimonte. Serve qualcosa di speciale.
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L'urlo di Pippo Inzaghi, Salernitana-Cagliari, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Voto 0…alla simulazione di Faraoni, da punire

La sceneggiata ripresa dalle telecamere in occasione della seconda rete annullata a Kean parla da sola. Urgerebbero provvedimenti disciplinari per evitare che simulazioni del genere si ripetano. Caduta di stile importante per il capitano dell’Hellas, che in un mondo ideale dovrebbe dare l’esempio e non cadere in simili finzioni.
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Allegri: "Nessuno scappa dalla parola 'Scudetto', ma serve essere realisti"

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