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Olimpiadi Parigi 2024 - Julio Velasco nuovo CT dell'Italvolley femminile: perché è una scelta giusta a 360°

Marco Arcari

Aggiornato 09/11/2023 alle 10:35 GMT+1

PALLAVOLO, OLIMPIADI PARIGI 2024 - Dal 1° gennaio 2024, Julio Velasco sarà ufficialmente il nuovo CT della Nazionale femminile, senza doppio incarico con la UYBA Volley Busto Arsizio. Il ritorno del "Maestro" riporta alla mente l'epopea della "Generazione di Fenomeni" e sarà potenzialmente molto ultile nella crescita mentale e carismatica della Nazionale. Ecco la nostra analisi.

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Nonostante i tantissimi rumor, la lista di oltre cinque candidati e le presunte offerte fatte dalla Federvolley a Zoran Terzic e ad altri allenatori, il successore di Davide Mazzanti ha ora ufficialmente un nome e un cognome: Julio Velasco. Dal 1° gennaio 2024, l'attuale tecnico dell'UYBA Volley Busto Arsizio si accomoderà infatti sulla panchina Azzurra, senza doppio incarico Nazionale-club, e cercherà di portare l'Italvolley femminile dove nessuno è finora mai riuscito: a vincere una medaglia olimpica (nella lunga estate di Parigi 2024).
C'è chi ha salutato con entusiasmo il ritorno di Velasco in Nazionale, a distanza di 26 anni dalla prima esperienza - che in pochi sembrano ricordare - con il gruppo femminile Azzurro. Un periodo in cui gettò le basi per il Club Italia, progetto geniale e praticamente senza eguali nella storia degli sport di squadra italiani. Basterebbe questo per valutare come ottimale la scelta di Velasco nuovo CT, eppure la situazione attuale dell'Italvolley femminile è talmente complicata che merita di essere approfondita. Ecco allora i motivi di una scelta giusta a 360°.

Il limite del doppio incarico e l'importanza della comunicazione

Da anni, la Federvolley vuole un CT a tempo pieno e non un allenatore che si divida tra club e Nazionale. A livello maschile, negli ultimi tempi tutto ciò ha portato anche a vibranti proteste di diversi allenatori nei confronti delle scelte ufficiali della Lega, mentre a livello femminile ha privato l'Italia della possibilità di essere allenata da quello che attualmente, numeri e trofei alla mano, è il miglior allenatore del mondo: Daniele Santarelli. Basterebbe iniziare da qui per comprendere quanto questa regola sia ormai anacronistica, specie in ambito di volley femminile. Perseverando in questa direzione, l'Italia ha infatti "permesso" alle altre nazionali di mettere sotto contratto diversi ottimi allenatori nostrani. Serbia e Turchia si sono affidate a Santarelli, Corea e Polonia hanno invece scelto Stefano Lavarini. Il risultato? Santarelli ha vinto il Mondiale 2022 e un incredibile bronzo in VNL 2022 (con la Serbia), ma anche VNL ed Europei 2023 (con la Turchia); Lavarini ha trascinato la Corea al 4° posto di Tokyo 2020 e portato la Polonia al bronzo nell'ultima VNL, nonché a vincere il torneo di qualificazione a Parigi 2024, a spese proprio delle Azzurre.
Per Velasco non ci sarà alcuna deroga e ciò era chiaro fin dalla sua firma sull'accordo triennale con Busto Arsizio, che presentava però una sorta di "escape" proprio in ottica Azzurra. Stupisce molto che il club bustocco abbia ufficialmente comunicato di aver appreso dal web la nuova nomina di Velasco a CT, visto che da mesi si paventava questa ipotesi. Ancora una volta, la comunicazione federale è tutt'altro che perfetta e tempestiva, lasciando nuovamente troppi interrogativi perfino in quello che dovrebbe essere un leggendario ritorno. Ecco, in questa direzione la nomina di Velasco aiuterà molti: dai semplici tifosi ai giornalisti, passando però soprattutto per le stesse giocatrici. Da sempre maestro di comunicazione, la speranza di tutti è che Velasco abbia modo di esserlo pure per trasparenza, anche se risulta fin troppo evidente che gestire una nazionale sia mestiere ben diverso dall'allenare un club, specie in termini di comunicazione con tutto ciò che è all'esterno dello spogliatoio.
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I segnali sul ritorno di Paola quale opposta titolare sono già arrivati, a patto che la stessa giocatrice decida di allenarsi come forse mai fatto finora in carriera per diventare ancora più completa e decisiva. Facile pensare che in Azzurro possano rientrare anche altre "epurate" di lusso della precedente gestione, a cominciare da Caterina Bosetti e Moki De Gennaro. Il tutto nel breve periodo, perché effettivamente non è ancora chiaro quale sia il progetto che la Federvolley vuole inaugurare con Velasco. Se l'idea è quella di guardare all'allenatore italo-argentino come a un mago che possa risolvere i problemi strutturali di questa Nazionale - problemi che spesso hanno poco a che fare con aspetti tecnico-tattici - allora il progetto non può essere che a breve termine. Se invece a Velasco sarà data la possibilità di lavorare su più anni, a prescindere dal risultato che le Azzurre otterranno a Parigi 2024, allora la situazione cambia e, forse, la scelta di Velasco diviene ancor più intelligente.
Nella Nazionale maschile, sotto la sua supervisione delle attività giovanili (e in sinergia col lavoro di Fefè De Giorgi), sono stati scoperti e lanciati tantissimi talenti, destinati a rendere l'Italia competitiva ancora per tanti, tanti anni. In ambito femminile, il talento giovanile è forse ancora maggiore e può peraltro trovare spazio in Serie A1 con più continuità. Si pensi all'evoluzione di Ekaterina Antropova, titolare in un top team (Scandicci) da quando ha 18 anni, oppure all'esordio in pianta stabile di Linda Manfredini, centrale classe 2006 che ha strabiliato negli ultimi Mondiali Under 19 e che ora gioca nel 6+1 di Casalmaggiore in coppia al centro con l'esperta Juliet Lohuis. La capacità che ha Velasco nello scovare e valorizzare il talento è ormai nota a tutti, perciò sarebbe molto saggia l'idea di incanalarla in un progetto di ampio respiro che possa gettare le basi per un potenziale ricambio generazionale come quello che ha attualmente la Russia (e di cui si parla/scrive troppo poco...).
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Cosa aspettarsi a livello tecnico-tattico da Velasco

Nelle prime sei giornate dell'attuale Serie A1 femminile, ha già mostrato di essere rimasto un allenatore per cui il concetto di ruolo è molto fluido: semmai è il talento a dover essere incanalato per giocare in una determinata zona del campo. Così è successo che Martina Bracchi, di ruolo opposta, sia passata a fare la schiacciatrice-ricevitrice con buonissimi risultati (anche in ricezione), mentre Federica Carletti o Dominika Giuliani si siano trasferite da posto 4 a posto 2 con tanta naturalezza. Ovviamente il progetto di Busto Arsizio è incentrato su talenti giovani e poliedrici, che possano giocare in più ruoli sia per accumulare esperienza ad altissimi livelli che per ovviare ai cali (fisiologici, a quelle età) delle compagne in alcuni frangenti di gara. La Nazionale è tutt'altra cosa, eppure non per questo mancheranno esperimenti tattici. Ecco allora tornare prepotentemente in auge l'idea che tanto ci stuzzicava prima degli Europei: Egonu quale opposta titolare, ma con Antropova schierata da banda nello stesso 6+1.
Nella sua finora breve esperienza bustocca, Velasco ha poi dimostrato di essere ancora un coach che sfrutta i timeout per dare poche, ma chiarissime, indicazioni alle sue giocatrici. Anche in questo caso, gli input da fornire saranno tuttavia differenti, poiché il tecnico dovrà passare da giovani stelline in rampa di lancio ad atlete affermate e stabilmente nella top-15 mondiale dei rispettivi ruoli. Sarà allora molto interessante cercare di capire che tipo di lavoro verrà strutturato con la Nazionale femminile, magari sulla scia di quanto fatto oltre trent'anni fa con quella maschile. Allora il gruppo Azzurro era potenzialmente fortissimo, ma faticava a esprimersi con costanza ad alti livelli, rifugiandosi un po' troppo in quegli alibi che Velasco ha sempre stigmatizzato. In parte, ciò che sta succedendo all'Italvolley femminile: Davide Mazzanti è stato il capro espiatorio di colpe ed errori da condividere con altri, mentre la tenuta mentale delle Azzurre è stata davvero molto incostante post Mondiali 2018. Replicare l'approccio che rese immortale la "Generazione di Fenomeni" rappresenterebbe forse la chiave di volta per riscrivere nuovamente la storia...
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