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Champions League, Conte si prende la rivincita a Gladbach: Inter italiana e vincente a modo suo

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Aggiornato 02/12/2020 alle 15:16 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Dopo la disfatta con il Real Madrid sembrava tutto compromesso e Conte era l'imputato al processo nerazzurro. Il tecnico salentino ha vinto, invece, alla sua maniera cogliendo, dopo quello di Reggio Emilia, un altro successo che può rappresentare una svolta. Le sue idee sono chiare e possono non piacere, ma almeno non gli si può imputare la mancanza di coerenza.

Antonio Conte in tutta la sua gioia con Lele Oriali dopo Borussia Mönchengladbach-Inter - Champions League 2020-2021

Credit Foto Imago

Never give up! Da Zhang a Conte passando per i giocatori, è questa l'eredità di Borussia Mönchengladbach-Inter. I nerazzurri hanno vinto in Germania una partita fondamentale perché non hanno mai mollato, una caratteristica che fa parte del DNA di questa squadra. Non poteva sbagliare e non ha sbagliato l'Inter di Conte che ha certamente sofferto - anche questo un aspetto intrinseco nella ultracentenaria storia nerazzurra - ma è rimasta appesa alla qualificazione agli ottavi. A 49 anni esatti dallo 0-0 di Berlino, rematch della famosa partita della lattina in testa a Boninsegna, l’Inter potrebbe aver fatto il secondo sgambetto al Borussia nella sua storia europea. A dirlo sarà il senno di poi, pochi minuti prima delle 23 di mercoledì prossimo.

Conte vince alla sua maniera

Eppure, dopo la disfatta con il Real Madrid sembrava tutto compromesso e Conte era l'imputato al processo. Il tecnico salentino ha vinto, invece, alla sua maniera cogliendo, dopo quello di Reggio Emilia, un altro successo che può rappresentare una svolta. Le sue idee sono chiare e possono non piacere, ma almeno non gli si può imputare la mancanza di coerenza. Eriksen non fa più parte del progetto in quanto "non funzionale" al gioco dell'allenatore, come ha spiegato Marotta. Il danese avrebbe potuto e dovuto rendere di più e al contempo essere messo nelle condizioni di farlo, ma per un giocatore di qualità alla porta ce ne sono altri che stanno vivendo una rinascita.
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Gagliardini, Lautaro e Darmian - Inter - Champions League 2020-2021

Credit Foto Getty Images

L'Inter-Nazionale

L'Inter ha delle certezze che sono diverse da quelle che la piazza si aspettava dopo la fine del mercato ma certezze restano. Il blocco di italiani continua a crescere: da Barella a Bastoni, passando per Gagliardini e Darmian, lo zoccolo duro degli uomini di Conte. Elementi che non vantano il tasso tecnico di Eriksen ma quella predisposizione al sacrificio di cui si alimentano le squadre dell'ex ct della Nazionale. In Germania, terra di imprese per l'Inter anche in passato - vi dice qualcosa la cavalcata di Nicola Berti a Monaco di Baviera? - la rete di Darmian è arrivata su assist di Gagliardini: era dal novembre 2008 che un giocatore italiano dell'Inter non segnava su assist di un connazionale in Champions League (Balotelli assist per Materazzi contro l'Anorthosis). I dati Opta confermano un'impronta che questa Inter sta lasciando nel suo processo di crescita. Non a caso, tra Parma e Inter (vale a dire dalla stagione 2018-19), il classe '99 Bastoni ha totalizzato il maggior numero di minuti di tutti i giocatori Under 21 in campionato: ben 4148. La personalità del ragazzo, in quella azione insistita palla al piede nei minuti finali, è un motivo d'orgoglio.
Barella è il faro del centrocampo e un giocatore di caratura ormai internazionale, Gagliardinidopo lo sciagurato gol sbagliato contro il Sassuolo in estate è stato recuperato sul piano mentale e ha confermato quanto di buono visto proprio contro i neroverdi. Darmian (compie 31 anni, auguri) sta contendendo una maglia da titolare ad Hakimi ("Lasciamolo crescere con calma", ha spiegato Conte) che si è comunque reso utile con l'assist a Lukaku per l'1-3, poco dopo il suo ingresso in campo. Non poteva scegliere scenario migliore per il primo gol Darmian e chi credeva davvero in lui? Conte e pochi altri probabilmente perché se alcuni giocatori di qualità si perdono per strada, un merito va riconosciuto al tecnico: saper ricavare il massimo dalla classe media, dai giocatori - l'esempio di De Sciglio in Nazionale nel 2016 parla chiaro - che non vantano il dono di Eupalla.
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Così gioca Barella, il trequartista mascherato

Re Mida Lukaku

Infine, c'è Romelu Lukaku, il leader tecnico e carismatico di questa squadra. Con la doppietta contro il Borussia Moenchengladbach, il belga ha raggiunto quota 13 reti in Champions League, lo stesso numero di gol segnati in campo europeo tra Champions ed Europa League nelle ultime due stagioni (6 in Champions, 7 in Europa League). Un dato che gli attribuisce il terzo gradino sul podio del numero di gol segnati: solo Robert Lewandowski con 18 reti ed Erling Haaland con 16 hanno segnato più del belga in competizioni europee nel corso delle ultime due annate. L'Inter di Conte, plasmata con il 3-5-2 (le varianti non sembrano essere troppo "funzionali") ha le sue certezze e se lo scorso anno fu l’Atalanta a superare il girone vincendo solo le ultime due partite, i nerazzurri ci proveranno contro lo Shakhtar Donetsk, consapevoli che il biscotto tra spagnoli e tedeschi sarebbe davvero un brutto spot per il calcio europeo.
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Conte: "Voglio riportare l'Inter dove stava 10 anni fa"

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