Coppa d'Africa 2021 - Dal 10 a Mané e Koulibaly alle follie dell'arbitro Sikazwe: il Pagellone della 33a edizione
Aggiornato 08/02/2022 alle 00:04 GMT+1
COPPA D'AFRICA - Una 33a Coppa d'Africa ricca di gol, emozioni, squadre rivelazione e personaggi. Qui di seguito, il nostro pagellone a quanto proposto dall'edizione camerunense vinta dal Senegal per la prima volta nella storia calcistica dei Leoni della Teranga.
La Coppa d'Africa è ormai andata in archivio con un finale thrilling tra Senegal e Egitto che ha visto trionfare i Leoni della Teranga ai rigori. Insomma, è successo un po' di tutto in questa 33esima edizione, purtroppo anche pecche organizzative abbastanza importanti, vedi ciò che è accaduto fuori dall'Olembé Stadium prima e durante Camerum-Comore. Abbiamo assistito alle follie dell'arbitro Sikazwe che voleva far finire Tunisia-Mali all'86', ma abbiamo anche visto gol da cineteca e difensori che hanno assunto il ruolo di portiere già in avvio di gara. Abbiamo provato a fare un bilancio di tutto ciò che è accaduto in questo mese di Coppa d'Africa. Non era facile dare un voto a tutto, ma noi ci abbiamo provato.
Coppa d'Africa: chi è stato il miglior giocatore?
Voto 10... A Koulibaly, Mané e al Senegal vittorioso
"Dreadlock" Aliou Cissé ce l'ha fatta, ha portato per la prima volta in Senegal la Coppa d'Africa, ormai divenuta inspiegabile assenza nella bacheca della Federcalcio di Dakar. Una Coppa meritata da una squadra solida e ricca di talento, che tanto bramava quest'epilogo, più volte sfiorato: dallo stesso commissario tecnico Aliou Cissé vent'anni fa e nell'ultima edizione del 2019, sfuggita proprio in finale al cospetto dell'Algeria di Bounedjah. L'allievo del mitico e compianto Bruno Metsu risparmia scientificamente le energie nel corso della fase a gironi, per poi farle esplodere in quella a eliminazione diretta. Riesce, si diceva, a consegnare al suo Paese quella Coppa sfuggita nel 2002 quando in Mali, fascia di capitano al braccio, si macchiò dell'errore decisivo dal dischetto nella lotteria contro il Camerun. Vent'anni dopo arriva - da allenatore - dove nessun altro era arrivato, nemmeno la sua versione più giovane. Voto 10 anche per Sadio Mané, nonostante il rigore fallito in apertura di finale: la sua Coppa d'Africa è stata abbacinante: faro della squadra, non solo per la fase offeniva. E poi che dire di Koulibaly. Le prime due gare assente per Covid, è rientrato solo all'ultima giornata della fase a gironi. Da allora ha registrato una difesa già ottima ed è stato un pilastro difensivo che in pochi in Africa possono vantare (e anche in Europa). Sarà ricordato nella storia del calcio senegalese: è stato il primo capitano dei Leoni della Teranga ad alzare un trofeo al cielo.
Voto 9... A Gabaski e Queiroz
Il primo, all'anagrafe Mohamed Abou Gabal, nel giro di tre partite e mezz0, ha parato la bellezza di 5 rigori, portando l'Egitto a sfiorare la sua ottava Coppa d'Africa. Incredibile il destino: era il secondo portiere fino all'88' dell'ottavo di finale con la Costa d'Avorio. Dopo l'infortunio di El Shenawy è diventato il protagonista numero uno dell'intera competizione. Ancor più leggendario il suo "sistema": consultare la sua bottiglietta d'acqua sulla cui etichetta, lo storico portiere egiziano El-Hadary (oggi preparatore) aveva scritto le caratteristiche dei tiratori avversari.
Per quanto riguarda Qeuiroz, la sconfitta ai rigori contro il Senegal non scalfisce lo straordinario svolto in pochissime settimane. Dà ulteriore solidità a una Nazionale non più giovanissima e in cui Salah è l'unico giocatore di livello superiore. Solo applausi per il tecnico portoghese nato in Mozambico.
Voto 8... A Burkina Faso, Gambia, Comore. E ancora a Alhadhur, Mhango e Mohamed Camara
Agli Stalloni del Burkina Faso a un passo dal terzo posto (perso ai rigori dopo la rimonta camerunense dal 3-0 al 3-3) mentre a Ouagadougou era in atto un drammatico colpo di Stato. Agli Scorpioni tutti "italiani" (coi vari Musa Barrow, Omar Colley, Yusupha Bobb, Ebrima Colley, Ebrima Darboe e Sheikh Sibi, oltre al preparatore atletico connazionale Daniele Caleca) protagonisti di un'autentica impresa: grazie alla guida illuminata del "Mago" belga Tom Saintfiet, il Gambia si è spinto da esordiente assoluti fino ai quarti di finale.
Le Comore di Amir Abdou, anch'esse esordienti e stoiche fino all'ultimo respiro: tra squalifiche, assenze Covid e infortuni, hanno dato del filo da torcere al Camerun (vittorioso solamente 2-1 agli ottavi) schierando in porta un terzino, Chaker Alhadhur dell'Ajaccio e combattendo per tutta la partita in 10 uomini per via dell'espulsione di capitan Nadjim Abdou. E tutto questo dopo aver clamorosamente eliminato il Ghana nella fase a gironi.
E poi c'è Gabadinho Mhango. Un personaggio, un calciatore d'altri tempi. Tutto numeri e istinto. Di quelli che sarebbero stati beni in una provinciale nella Serie A anni '80. Per l'attaccante malawiano degli Orlando Pirates (Sudafrica), un autoassist e tre gol, l'ultimo dei quali corrispondente all'autentico capolavoro con cui porta momentaneamente in vantaggio le Fiamme nel match contro il Marocco ai quarti: un destro da quasi 35 metri sotto la traversa a pescare impreparato un certo Bono, estremo difensore del Siviglia.
Tante emozioni anche dal portiere della Sierra Leone Mohamed Camara, carneade prima di questa Coppa, protagonista dello 0-0 a sorpresa contro l'Algeria e di un rigore parato a Franck Kessié contro la Costa d'Avorio. Gioca ancora in patria, negli East End Lions di Freetown e il suo sogno è quello di difendere i pali di un club europeo.
Voto 7... Ad Achraf Hakimi
Ma non al suo Marocco, che avrebbe potuto fare più strada. L'ex Inter - oltre a fornire il solito quantitativo industriale di assist - realizza due punizioni-capolavoro contro Gabon e Malawi, per poi procurarsi il rigore del momentaneo vantaggio nei quarti di finale contro l'Egitto. Poi, però, la band di Halilhodzic si è chiusa a riccio subendo la rimonta dei Faraoni. La domanda: Hakimi è, attualmente, il miglior terzino al mondo? Ebbene, la risposta è sì.
Voto 6... Allo Zimbabwe
Per non dimenticare una partecipazione davvero sfortunata. Bel gioco e facilità realizzativa. Gli Zims pagano il rigore al 97' di Mané nella gara di esordio col Senegal futuro campione (praticamente inchiodato) e un breve ma letale blackout contro il Malawi nella seconda gara, caratterizzata dall'exploit di Gabadinho Mhango. Con la Guinea, poi battuta 2-1, destino già segnato. Immeritatamente.
Voto 5... A Nigeria e Tunisia
Super Eagles, le uniche ad aver chiuso il raggruppamento a punteggio pieno, eliminate agli ottavi proprio dalle Aquile di Cartagine spintesi fino ai quarti con un successo e tre sconfitte. Stranezza da regolamento a qualificazioni allargate.
Voto 4... Alla Costa d'Avorio
Tra le più grandi delusioni di questa Coppa e della corsa ai Mondiali. Tanto potenziale - dal milanista Franck Kessié al capocannoniere della Champions League Sébastien Haller - altrettanta indolenza di metterlo "agli atti". L'uscita agli ottavi di finale (su rigore parato da Gabaski a Bailly) è un vero fallimento: ora, l'obiettivo è quello di azzannare la Coppa casalinga, in programma proprio tra un anno e mezzo nel paese degli Elefanti.
Voto 3... Al Ghana
Una squadra in balia di un forte cambio generazionale. Col ct storico Rajevac prima assoldato e poi esonerato dopo la clamorosa eliminazione ai gironi, senza neanche vincere una partita.
Voto 2... All'Algeria
Le Fennec, campioni in carica e freschi del trionfo in Arab Cup, protagoniste anch'esse di un flop assoluto: un pareggio (contro Sierra Leone) e due sconfitte (contro Guinea Equatoriale e Costa d'Avorio, quest'ultima particolarmente rovinosa) parlano da sole. La selezione di Belmadi aveva palesemente la "pancia piena".
Voto 1... A Janny Sikazwe
È ancora nella memoria collettiva il doppio finale anticipato fischiato nel match tra Tunisia e Mali. Dopo qualche ora, l'arbitro zambiano ha spiegato di essere stato vittima di un colpo di sole, ma i buchi e i dubbi circa la sua ricostruzione, restano. Eccome.
Voto 0... Al servizio d'ordine camerunense
Gli 8 morti a margine di Camerun-Comore sono il fallimento più grande a cui l'organizzazione deve ancora rispondere.
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