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Budget cap, penalità, regole discutibili e gru in pista: la FIA è credibile oppure non è all'altezza della Formula 1?

Fabio Psoroulas

Aggiornato 12/10/2022 alle 17:28 GMT+2

FORMULA 1 - Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Dopo il Gran Premio di Suzuka, con la scellerata gru in pista, la farsa della penalità a Leclerc, la confusione dei pieni punti a fine gara e la vicenda Budget Cap gestita in modo fallimentare, è chiaro che c'è bisogno di un cambiamento nella FIA, incapace di gestire i regolamenti della F1. Serve una Federazione al passo coi tempi.

Horner (Red Bull): "Budget Cap? Certi di essere rimasti nei limiti"

Non c'è pace per il mondo della F1. Mentre la categoria miete ascolti da urlo e record di spettatori nei circuiti in tutto il mondo, dal punto di vista burocratico e regolamentare continua a fare acqua da tutte le parti. Sul banco degli imputati non c'è la Formula 1 come sport, nemmeno la FOM che la gestisce, ma la FIA che ne stabilisce regolamenti finanziari e sportivi, e controlla il rispetto di queste regole. Che ci siano dissidi tra F1 e FIA è roba nota da decenni. La classe regina del motorsport ha sempre cercato il più possibile di prendere autonomia dalla Federazione Internazionale, con scarsi risutati. E così gli scontro sono stati molteplici: si possono ricordare velocemente i fatti di tra Senna e Prost a Suzuka 89', la bandiera nera a Schumacher in Benetton, ai problemi della Rossa dopo Malesia 99'. Questi sono i primi arrivati alla memoria appartenenti agli ultimi anni del millennio scorso. Dal 2000 in poi, con un regolamento sportivo sempre più puntiglioso, la FIA con la Direzione Gara ha sempre messo più il becco nelle corse, infliggendo penalità e decidendo le classifiche finali dei Gran Premi. Guardando invece ai regolamenti tecnici e finanziari, non si è più andati molto nei tribunali, sino ai giorni d'oggi.

Come risolvere l'intricata vicenda del budget cap?

Il 10 ottobre 2022 la FIA si è dichiarata riguardante la vicenda del budget cap che ha coinvolto la Red Bull. Su come funziona questo tetto di spesa ne abbiamo già parlato qui. Per farla breve dal 2021 c'è un budget che hanno tutte le scuderie per ogni stagione e che devono rispettare. Dopo le verifiche della FIA, la scuderia di Milton Keynes non avrebbe rispettato questo tetto di spesa nel 2021 sforando di meno del 5%, per cui di massimo 7,5 milioni di dollari. Questo comporterebbe una sanzione per la Red Bull che può variare da una multa sino alla decurtazione dei punti nello scorso campionato o riduzioni di sviluppo per quello prossimo.
Questa è una grossissima patata bollente per la Federazione, che si ritrova in grande difficoltà nel decidere il da farsi, anche perché deve dare anche la possibilità alla Red Bull di difendersi. Il team di Horner ha già emesso un comunicato della totale sorpresa della sentenza, consci di aver fatto tutto secondo le regole. La FIA ha in mano le carte della colpevolezza della Red Bull, bisogna però trovare la giusta pena.
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Verstappen: "Vincere Mondiale a Suzuka speciale. Stagione impressionante"

Cosa avrebbe fatto la Red Bull

Secondo gli addetti ai lavori sembra che la Red Bull abbia sforato questo budget cap per una spesa intorno all'1,9 milioni di dollari relativi a catering e mensa aziendale. Nello stabilimento Red Bull di Milton Keynes più di 1.000 dipendenti ricevono un pranzo gratuito ogni giorno. Parte di questo personale rientra nel budget cap e quindi queste spese sarebbero state conteggiate. Non sono voci ufficiali, ma l'obiettivo di Red Bull sarebbe difendersi parlando di soldi non legati allo sviluppo dell'auto ma a spese per i dipendenti di una realtà che non comprende solo F1, ma anche sport estremi, vela, motoscafi, bibite e quant'altro, quindi molto difficile da controllare. Staremo a vedere. Comunque andrà, la Federazione ne uscirà molto male.
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Il quartier generale della Red Bull a Milton Keynes

Credit Foto Getty Images

Qualsiasi strada si sceglie, si sbaglia

Le strade sono due per la condanna: patteggiamento con la Red Bull oppure penalità di punti sul 2021 o sullo sviluppo 2023. La prima strada sembra la più facile, con la FIA e la Red Bull che trovano un accordo economico. Questo però porta prima di tutto al team con Verstappen ad ammettere la propria colpevolezza agli occhi del mondo e al momento non sembra volerlo fare, dato anche il comunicato di ieri e i danni di immagine nell'ammettere di essere andati oltre le regole. Ma soprattutto crea un precedente assurdo: passerebbe il messaggio sbagliato, con una squadra come la Red Bull che spende qualche soldo in più dei rivali e ne approfitta per lo sviluppo dell'auto, vince il mondiale all'ultimo giro dell'ultima gara e poi paga una multa per scusarsi del tutto. Diventerebbe un qualcosa di estremamente conveniente anche per gli altri: si può andare oltre tutte le regole, tanto basta pagare e il controllore chiude un occhio.
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Mattia Binotto (Ferrari), Toto Wolff (Mercedes) - GP of Monaco 2019

Credit Foto Getty Images

La strada della penalizzazione sportiva è forse quella più sensata, ma anche questa è irta di ostacoli. Togliere punti al mondiale piloti dello scorso anno vorrebbe dire cambiarne l'esito, quindi consegnarlo a tavolino riscrivendo gli albi d'oro. Red Bull farebbe sicuramente appello alla sentenza, e quindi ci sarebbero altri sviluppi legali e si andrebbe per le lunghissime. Però farebbe contenta la Mercedes che ha il suo peso politico in Federazione da non sottovalutare. Chi invece vorrebbe una penalità sullo sviluppo 2023 è la Ferrari, la quale sarebbe ben felice di avere un vantaggio competitivo nel prossimo anno, mentre non avrebbe alcun beneficio a una penalità della Red Bull nel mondiale 2021. Dato che i legami tra politica e tribunali in F1 sono da sempre molto stretti, Mercedes e Ferrari potranno anche recitare un ruolo importante sulla direzione che potrà prendere la vicenda.

Regole errate e penalità assurde

Partiamo dal fatto che è assurdo che a ottobre 2022 venga dichiarata colpevole una squadra per i bilanci del 2021, oltre nove mesi dopo la fine di quell'anno. Già questo deve far capire che c'è sicuramente tanto da fare sulla questione verifica dei regolamenti finanziari. Ma sulle regole in generale c'è molto da dire, dato che quello sportivo è messo da tempo sotto la lente di ingrandimento. Dal Gran Premio di Monza non si parla altro che di una Federazione che sbaglia ogni scelta sportiva: in Brianza la corsa si chiuse sotto la Safety car tra le polemiche, a Singapore la penalità data a Perez ore dopo la fine del GP è stata una vera barzelletta, ancor più stupida la sanzione data a Leclerc all'ultimo giro a Suzuka, inflitta invece pochi secondi dopo senza neanche aver sentito i piloti. Per non parlare poi della confusione dei punti pieni dati a fine gara, con Red Bull e Verstappen che non sapevano neanche di essere campioni del mondo.
Sia chiaro, non è solo dall'ultimo mese che si condanna l'operato di Federazione e Direzione Gara, ma da anni. Quante volte abbiamo visto penalità date in una corsa e lo stesso episodio non condannato il GP successivo? Quante volte le regole sono state interpretate a proprio piacimento da una Direzione Gara sempre diversa? Negli ultimi anni ne abbiamo viste di ogni e di certo non era tutta colpa di Michael Masi, il vituperato direttore di gara di Abu Dhabi che ha pagato con il posto ma la cui uscita di scena non ha impedito alla FIA di combinarne di tutti i colori.

La gru della discordia

La FIA però non è stata criticata a Suzuka solo per la penalità assurda a Leclerc, ma anche per un altro episodio, molto più grave: l'ormai famosa gru in pista. Al terzo giro, con la bandiera rossa dovuta alla poca visibilità e al crash di Sainz, sono state mandate in pista una gru e un trattore. Peccato che in quel momento c'erano ancora vetture sul tracciato, . Un errore imperdonabile della Direzione Gara che ha permesso l'ingresso sul tracciato della gru, sulla stessa pista dove per un motivo molto simile perse la vita Jules Bianchi nel 2014.
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La raccapricciante immagine del trattore in pista mentre Pierre Gasly transita sul bagnato con visibilità ridottissima, Twitter

Credit Foto Twitter

Vero, Pierre Gasly procedeva ad alta velocità in pista quando era stata esposta la bandiera rossa da diverso tempo, infatti per questo è stato penalizzato e multato. Ma ciò che la Federazione ha permesso è stato scellerato e non ammesso dal regolamento. Si fa tutto giustamente in nome della sicurezza e poi si commettono errori del genere. I piloti hanno criticato ampiamente l'episodio e si vocifera di un briefing prima del GP Austin che sarà di fuoco.
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Gasly furibondo: "Cosa ci faceva quel trattore in pista?"

La Formula 1 corre veloce, la FIA all'età della pietra

Tra penalità comminate a caso, regole interpretate e non rispettate, questa Federazione fa acqua da tutte le parti. E mentre la Formula 1 vola nei mercati di tutto il mondo, tornando ad essere uno degli sport più seguiti in ogni angolo della Terra, la FIA non sta al passo e rimane indietro. Serve una sterzata assoluta, un cambio di marcia.

Cosa fare?

In un mondo sempre più frenetico, serve una FIA efficace e veloce, che faccia applicare i regolamenti, sportivi e finanziari, in maniera tempestiva, che prenda decisioni serie e giuste. La Direzione Gara deve essere composta sì da ex piloti, ma non di 40 e passa anni fa, ma recenti. E poi deve essere sempre la stessa, in grado di dare penalità corrette e sempre le medesime per lo stesso episodio, che sia un contatto durante un sorpasso o la non corretta distanza dalla Safety Car. La bellezza di uno sport la si valuta dallo spettacolo offerto, ma anche da degli arbitri all'altezza dell'evento. E quando questi si dimostrano ineffficienti o inadeguati, il tutto perde credibilità. La F1 ha bisogno di una Federazione all'altezza, così non si può andare avanti.
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Leclerc: "Complimenti a Max per il titolo ma Ferrari deve migliorare"

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