Mondiali, il pagellone - Odermatt mostruoso, Brignone certezza, Shiffrin imperfetta
Aggiornato 20/02/2023 alle 15:46 GMT+1
MONDIALI SCI - Due settimane, tredici gare e quaranta medaglia assegnate. Cala il sipario sulla rassegna iridata di Courchevel/Méribel e come al solito è tempo di assegnare i voti ai vincitori e ai vinti, alle sorprese e alle delusioni.
Un viaggio rapido e intenso, come al solito. Si è chiusa la 47ª edizione dei Mondiali di sci alpino, che per l'occasione si sono divisi tra Courchevel e Méribel. In Savoia c'è stato spazio per ogni genere di finale: vittorie attese e prime volte assolute, débâcle clamorose e rimonte impensabili. La Svizzera ha vinto il medagliere e l'Italia ha raddoppiato il bottino della rassegna precedente, salendo per quattro volte sul podio in altrettante specialità diverse. È tempo, dunque, di assegnare i voti a chi, in positivo e in negativo, è stato protagonista in queste due settimane di gare.
10- a Marco Odermatt
Il Re dello sci alpino in tutta la sua magnificenza. Due ori memorabili e molto diversi tra loro. In discesa disegna forse la gara più incredibile della sua ancor giovane carriera, una prova perfetta in ogni centimetro del tracciato che lo porta a esultare in una specialità dove non aveva mai vinto. Nel “suo” gigante, invece, deve soffrire, e costruisce il trionfo con una sciata sul muro che gli avversari possono solo sognare e applaudire. Il quinto della storia a conquistare il titolo in queste due gare nella stessa rassegna olimpica o mondiale dopo Zeno Colò, Toni Sailer, Jean-Claude Killy e Aksel Lund Svindal. Il “meno” è dovuto al quarto posto in Super G, perché con i fenomeni come lui l’aspettativa è sempre a livelli siderali e non ci si accontenta mai. Ma poco importa, a 25 anni ha già vinto tutto e chissà dove arriverà. Unico.
9 a Federica Brignone
La nostra splendida certezza “replica” i due podi di Pechino un anno dopo le Olimpiadi. Ma va oltre. Nella combinata che apre le ostilità si mette al collo la prima medaglia d’oro della sua carriera con un Super G celestiale e uno slalom senza calcoli, la tattica ideale per mettere pressione alla grande favorita Shiffrin. Un successo che nobilita un palmarés già luccicante e che le porta in dote una serenità tale che nemmeno il podio fallito in Super G lascia affievolire. In gigante torna a scatenarsi e si prende l’argento dodici anni dopo Garmisch 2011. Una vita fa, a testimonianza della sua enorme longevità. Solo la grande Deborah Compagnoni vanta più allori di lei (7 a 6) nei grandi eventi per quel che riguarda lo sci italiano femminile. Patrimonio.
8,5 al Canada
Nelle 56 gare di Coppa del Mondo disputatesi in questa stagione, la squadra nordamericana aveva ottenuto tre podi tra settore maschile e femminile. A Courchevel/Méribel, il bottino è di quattro medaglie e basterebbe questo a rendere l’idea dell’eccezionalità del loro Mondiale. Due di queste sono addirittura d’oro e non verranno dimenticate tanto facilmente. La prima è di James Crawford, re del Super G per un centesimo sui muscoli di Kilde. La seconda è la più clamorosa vista in Francia, e se non ci fossero le immagini si farebbe fatica a crederci: l’apoteosi di Laurence St-Germain in slalom. Entrambe maiden victories (come tante altre in questa edizione), ma se il classe ’97 di Toronto era già salito sul podio la 28enne del Quebec non aveva mai fatto meglio di una sesta posizione nella specialità. Di contorno anche i bronzi di Cameron Alexander in discesa e del quartetto nel Team Event. Wow!
8 al Mondiale imperfetto della coppia Shiffrin-Kilde
Erano gli atleti copertina alla vigilia del Mondiale insieme a Odermatt e se ne escono con la valigia piena di medaglie, cinque per l’esattezza sommando le due del norvegese e le tre della statunitense. Eppure non potranno dirsi completamente soddisfatti. Kilde non aveva all’attivo podi iridati e due argenti non sono certo una catastrofe, ma come a Pechino fallisce l’appuntamento con il metallo più pregiato, pur partendo da favorito (o co-favorito) nelle sue due gare. In Super G la beffa è atroce, un centesimo che per qualche minuto gli fa perdere il suo inguaribile sorriso. In discesa non demerita affatto, ma risulta il primo degli umani dinanzi al capolavoro senza sbavature di Odermatt.
Su Shiffrin il discorso sarebbe ancor più lungo. Un oro e due argenti sono un risultato di tutto rispetto, soprattutto se pensiamo a come era andata l’ultima volta in un grande evento. Ma tornando con la mente alle sue quattro gare si capisce come l’en plein non fosse questo gran miraggio. In combinata esce a due porte dalla fine in maniera quasi misteriosa, quando probabilmente sarebbe stata davanti a Brignone. In Super G chiude a una manciata di centesimi da Bassino e ci può stare. In slalomevapora in una seconda manche dove segna il 28° tempo per finire dietro a un’incredula St-Germain, su cui aveva un vantaggio considerevole in termini di tempo, oltre che di esperienza e talento. Il conto delle medaglie iridate, comunque, sale a 14, una in meno del record assoluto della pioniera tedesca Cranz e aggiungendo il titolo in gigante ha vinto almeno un oro per sei Mondiali di fila, come mai nessuno. Ma Mikaela, sì anche lei, è umana.
8 a Marta Bassino
Anche nell’esperienza in Francia della piemontese ci sono imperfezioni e rimpianti, se pensiamo uscita in combinata mentre stava volando e una prima manche del gigante troppo remissiva per permetterle di rimontare fino al podio. Ma nella memoria collettiva resterà soprattutto l’oro in Super G, bersaglio colpito solamente da Isolde Kostner in passato.Un trionfo costruito in rimonta, in progressione dopo un avvio al rallentatore. La leggerezza di Marta è già proverbiale, la sua danza sulla neve un piacere per gli occhi. Nemmeno lei aveva vinto in questa specialità, anche se come per Odermatt il successo era nell’aria. Il secondo titolo dopo il parallelo del 2021, ma onestamente questo ha tutto un altro sapore.
7,5 a signori dello sci come Pinturault e Kristoffersen
Due grandissimi, che da tempo occupano posizioni altolocate nelle classifiche statistiche di questo sport. Entrambi campioni in Savoia. Pintu scia letteralmente nel giardino di casa e si toglie subito la scimmia dalla spalla con l’oro in combinata, un po’ come l’altra grande specialista Brignone. Il francese conosce ogni centimetro di pista e si issa fino al bronzo anche in Super G, prima di lasciare il proscenio ad altri nella seconda settimana. Kristoffersen vive un Mondiale in rimonta. E se la prima volta, in gigante, fallisce miseramente, la seconda riesce nell’intento con una risalita miracolosa. Da 16° all’oro in slalom, sul tetto del mondo anche tra i rapid gates dopo esserci riuscito tra le porte larghe nel 2019. Mica roba da poco.
7 al bronzo di Alex Vinatzer
Quante volte si è detto o pensato: “se solo riuscisse a mettere insieme due manche…”. Beh, dopo tante uscite o prestazioni compromesse da errori irreparabili, il classe ’99 altoatesino raggiunge l'obiettivo nel giorno giusto. Nella gara dell’equilibrio (19 in un secondo nella prima manche), Alex non trema al momento del dunque a differenza di alcuni suoi rivali più esperti e porta in dote all’Italia l’unica medaglia al maschile di questa edizione. Il presente e il futuro sono suoi.
6,5 ai piazzamenti di Della Vite e Della Mea
Nelle specialità in cui avevamo le aspettative più basse, arrivano comunque due piazzamenti di rilievo. Filippo Della Vite era già stato il gigantista più continuo per tutta la stagione e a Courchevel disputa due manche solide su un tracciato molto probante, arpionando un decimo posto prezioso. Ancor più rilevante è quanto combina nello slalom Lara Della Mea, che dopo essere andata due sole volte a punti in questa Coppa del Mondo chiude ottava, risultato che è merce rara di questi tempi ma anche solida base da cui ripartire per un futuro che può regalare soddisfazioni.
6 come il peggior piazzamento di Schwarz
Una curiosità più che un voto, visto che il protagonista in questione merita un giudizio più alto della semplice sufficienza. Perché Marco Schwarz, in Francia, realizza qualcosa di davvero eccezionale, chiudendo nei primi sei le cinque gare a cui prende parte: argento in combinata, sesto in Super G, quarto in discesa, bronzo in gigante, sesto in slalom. Campione assoluto di polivalenza.
5,5 al resto della velocità azzurra
Super G donne a parte, dunque. Un voto strano, frutto del bilanciamento tra tante voci in campo. Il Super G maschile merita un giudizio decisamente negativo, visto che il migliore degli italiani è stato Mattia Casse col un 13° posto. In discesa, il risultato è stato di livello superiore. Florian Schieder 7° e Dominik Paris 8°, entrambi non così lontani dal bronzo, sono piazzamenti discreti per un movimento che sognava il podio, ma non aveva l’assillo di salirci in questo esatto momento storico. Discorso a parte per la discesa femminile, la gara in cui avevamo le maggiori speranze per l’oro alla vigilia vista la presenza della numero 1 Sofia Goggia e dell’ottima carta Elena Curtoni. Difficile assegnare dei numeri alla gara opaca delle azzurre, segnate inevitabilmente nella testa dalla notizia della morte dell’ex compagna Elena Fanchini solo poche ore prima. Va anche detto, che le due atlete sopra citate non avevano brillato particolarmente nel Super G di qualche giorno prima.
5 a Lara Gut-Behrami
La regina di Cortina 2021, rassegna in cui aveva conquistato due ori e un bronzo, evapora sulle nevi francesi e non nasconde il suo disappunto. Nona in discesa, sesta in Super G, quarta in gigante non sono i risultati che ci aspettavamo e di certo nemmeno lei.
4 alle "solite" Liensberger e Gisin
Qui le aspettative erano minori, viste le difficoltà tecniche che l’austriaca e la svizzera stanno vivendo fin dagli albori dell’inverno. Però si poteva sperare in un guizzo, in un segnale da parte di due atlete capaci di salire sul podio iridato o olimpico in più specialità. E invece nulla. Katharina Liensberger chiude la sua esperienza francese fallendo miseramente la qualificazione nel parallelo in cui era campionessa in carica e aggiungendo alla lista un 24° e un 20° posto del tutto anonimi in gigante e slalom (anche tra i rapid gates difendeva l’oro). Michelle Gisin comincia con il sesto posto in combinata (ma a quasi tre secondi e mezzo da Brignone!) e prosegue in calando: decima in Super G, 28esima in gigante e addirittura fuori dalle trenta in slalom. Urge ritrovare entrambe.
3 a Vincent Kriechmayr
A proposito di campioni in carica, che disastro il Mondiale del 31enne di Gramastetten! VK difendeva l’oro iridato sia in discesa che in Super G e in questa stagione aveva ottenuto tre successi. Ma a Courchevel arriva una doccia gelida: fuori dalla top 10 in entrambe le gare, senza mai colpo ferire.
0 come gli ori dell’Austria
Chiudiamo con un altro dato statistico restando in casa Wunderteam. La nazionale biancorossa chiude la sua campagna di Francia con sette medaglie, ma nessuna di queste del metallo più prezioso. Era dal 1987 che non succedeva!
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