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Champions League, Atalanta-Liverpool: Gasperini può fare l'impresa contro Klopp

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 03/11/2020 alle 12:38 GMT+1

Martedì sera Atalanta e Liverpool si affronterranno per la prima volta in Champions League. In palio ci sono tre punti importanti e la leadership nel girone D. Il pronostico sorride agli inglesi, ma per la truppa di Gasp la missione è possibile. Ecco i motivi su cui può far leva la squadra italiana.

Duvan Zapata - Atalanta-Ajax - Champions League 2020-2021

Credit Foto Getty Images

Della squadra di Jurgen Klopp, ai vertici del calcio mondiale da oltre 2 anni, emerge sempre la fase offensiva. Negli ultimi 24 mesi, i Reds si sono affermati in patria e in Europa come una delle formazioni più letali negli ultimi 16 metri. La tecnica in velocità di Salah e Manè, e la qualità di Firmino sono solo la punta dell’iceberg di un meccanismo che gira alla perfezione. Un orologio capace di andare con facilità oltre i 110 gol stagionali: cifre elitarie.

Le assenze del Liverpool

Quello che spesso e volentieri non emerge è la qualità difensiva degli inglesi. Nelle ultime due stagioni di Premier, i Reds hanno portato a casa sempre la miglior difesa, con il dato più clamoroso che risale al 2018-19: 22 reti incassate in 38 partite (0,57 a partita). Titolare inomovibile del pacchetto difensivo è Virgil van Dijk. Attorno a lui, perno luccicante olandese, gira tutto il meccanismo difensivo che parte dagli attaccanti e confluisce sull’ex Southampton. Forte di testa, insuperabile nel dribbling, devastante con e senza palla, Virgil è un’autentica sicurezza per Klopp.
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Il primo punto su cui può lavorare l’Atalanta parte proprio da qua: van Dijk non ci sarà, trasferendo tutto il peso del reparto su Joe Gomez e Nathaniel Phillips. Per quanto i due centrali siano navigati nel sistema, e per quanto la macchina rossa giri a velocità insostenibili, l’assenza del capitano sarà pesantissima anche a livello di leadership. In più, come se non bastasse, al tecnico tedesco mancherà anche Fabinho. “Flaco”, come lo chiamano in squadra, già di per sé un’assenza dolorosa, sarà pesante il doppio proprio in relazione a van Dijk. Il brasiliano è un eccellente giocatore davanti alla difesa, ma possiede grosse caratteristiche di duttilità che negli anni gli hanno permesso di giocare sia centrale difensivo che terzino basso. La sua tecnica, i suoi tempi di gioco e la sua conoscenza degli spazi sono una risorsa utilissima in ogni competizione.
Da questa doppia assenza, l’Atalanta può iniziare a costruire una predominanza fisica sulla trequarti offensiva. Duvan Zapata si sta già fregando le mani. Inoltre, al doppio carico da 90 che abbiamo già mostrato, Jurgen Klopp dovrà fare a meno anche di Thiago Alcantara. Il genio spagnolo, ma nato a San Pietro Vernotico in Puglia, è stato sicuramente la steal of the draft durante l’ultima sessione di mercato. Per la ridicola (in base alla qualità del giocatore, ma in linea con l’età di 30enne) cifra di 30milioni di euro, la proprietà inglese si è accaparrata uno dei centrocampisti più forti del mondo.
Un giocatore che garantisce etereogenità alla batteria di centrocampisti dei Reds, essendo meno diretto e molto più cerebrale e pulito della distribuzione. Il figlio di Mazinho, dopo aver chiuso il treble (o triplete) con il Bayern, ha scelto l’esperienza in Inglese per arrotondare un palmares che fa già invidia a tanti. Per colpa di un infortunio muscolare anche lo spagnolo non ci sarà, lasciando a Klopp un ventaglio di scelte veramente limitate. Anche in questo caso l’assenza è doppiamente pesante: dal punto di vista tattico, Thiago era il giocatore perfetto per mandare a vuoto il pressing 1vs1 dei bergamaschi. I Reds saranno obbligati a rifugiarsi nella solidità di Henderson o nell’usato sicuro James Milner.
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Jürgen Klopp e Fabinho (FC Liverpool)

Credit Foto Getty Images

La tradizione nera di Klopp

Se dal lato assenze Klopp può farci poco, anche dal punto di vista della tradizione non c’è granché da sorridere. Il tecnico tedesco ha perso tutte le cinque partite giocate negli stadi italiani, dimostrandosi completamente allergico al Bel Paese. Il primo incontro è datato 2013, quando il Dortmund vicecampione d’Europa fu sconfitto al San Paolo di Napoli dai gol di Lorenzo Insigne e Gonzalo Higuain. Era l’esordio europeo di Benitez con i partenopei, e Klopp (anche espulso) recitò la parte di vittima sacrificale nell’infuocata serata napoletana.
Dal 2013/14 si passa alla stagione dopo, con l’allenatore nato a Stoccarda sconfitto dalla Juve di Max Allegri. Negli ottavi di finale 2014/15, la truppa bianconera vinse per 2-1 la partita d’andata con Tevez e Morata autentici mattatori della partita. Finite le sconfitte giallonere, Klopp ha trasferito l’allergia anche a Liverpool. Nel 2017/18, contro la Roma di Eusebio Di Francesco, the Normal One (così lo chiamano nella città dei Beatles) se l’è vista brutta. In palio c’era la finale con il Real, e i giallorossi fecero tremare i Reds fino all’ultimo secondo di gara. Dopo l’autorete di Milner, gli inglesi sistemarono subito la situazione con Mané e Wijnaldum. Però, i capitolini reagirono nel secondo tempo trovando tre gol negli ultimi 40 minuti. Sul punteggio di 4-2 Roma, l’arbitro fischiò la fine che sancì il passaggio del turno inglese in virtù del 5-2 maturato ad Anfield. Tra tutte le sconfitte di Jurgen, questa fu sicuramente la più dolce.
Dalla stagione della finale, a quella dellla vittoria passando ancora da Napoli e da Insigne. Un gol del figlio partenopeo della città decise la sfida del 2018/19, quando ancora si parlava dei gironi eliminatori. E sempre rimanendo in tema gironi, ancora Napoli fece piangere Klopp. Nel 2019/20, gli azzurri di Ancelotti vinsero 2-0 (Mertens, Llorente) contro gli allora campioni in carica.
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Carlo Ancelotti (Napoli), Jurgen Klopp (Liverpool), UEFA Champions League-2019/20

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Questa tradizione completamente negativa non trova sollievo nemmeno nell’unica vittoria “Kloppiana” in Italia. Si, perché il tedesco è stato capace di vincere in Italia, ma solo nei tempi regolamentari. Nel 2008, il suo Borussia sconfisse 2-0 l’Udinese allo stadio Friuli e ribaltò lo 0-2 dell’andata garantendosi i supplementari. Peccato che poi, ai calci di rigore, i bianconeri vinsero per 4-3 sfruttando gli errori di Hajnal e Blaszczykowski.
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Una squadra che non sembra più così imbattibile

Se la tradizione è un dato pratico a metà, la chance più concreta per l’Atalanta è data dall’altalena di risultati dei Reds. Nonostante il primo posto in classifica (a +2 sul Tottenham e a +3 sull’Everton), le recenti uscite non hanno dipinto il Liverpool come la macchina perfetta e invincibile che invece era fino a qualche mese fa. Ovviamente il punto di partenza dell’analisi è Il 7-2 subito dall'Aston Villa, ma la realtà è che la squadra di Klopp è molto più perforabile rispetto all’anno scorso. Se nel 2018-2019 la stagione è stata oggettivamente irripetibile, anche durante il 2019-2020 i numeri difensivi in Premier hanno retto bene: 33 gol incassati in 38 partite (0,86 a partita).
Quest’anno però la musica sembra completamente diversa. I palloni raccolti da Alisson e Adrian in campionato sono già 15, quasi la metà dell’anno scorso, per un dato di 2,14 a partita. Tolte le serate di Champions (due clean sheet), gli inglesi hanno preso gol praticamenti da tutti escluso il Chelsea. Un dato che, avvicinato ai numeri offensivi dell’Atalanta, fa gola ai bergamaschi e al loro potenziale. Sicuramente non sarà facile, però le assenze e il momento di forma rafforzano le credenziali dell’impresa.
Poi, fatta eccezione per il Midtjylland che non può essere inserita nella stessa frase delle altre squadre del girone, anche il doppio clean sheet di Champions andrebbe analizzato. Soprattutto contro l'Ajax, la porta è rimasta inviolata più per fortuna che per bravura. Tra il salvataggio sulla linea di Fabinho (contro i lanceri era titolare), il palo di Klaassen e qualche tocco della Dea bendata che ogni tanto accompagna le serate di Champions, il Liverpool è stato capace di uscire illeso. La partita, rivista al dettaglio, può farci dire con estrema tranquillità che il dato di 0 gol incassati ad Amsterdam, soprattuto in riferimento al modello degli expected goals di Infogol (1.35 per l’Ajax), è frutto sia di bravura ma anche di fortuna.

Casa Atalanta

Tutti questi temi ci portano a pensare che per l’Atalanta, quella di martedì sera, sia una mission possible. Una missione che non fa leva solamente sulle defezioni dei Reds e sulle difficoltà di Klopp in Italia, ma anche sui dati che hanno caratterizzato il ciclo bergamasco di Gasperini. Partendo dalla breve storia europea dei nerazzurri, i precedenti con squadre inglesi, al contrario di Klopp, segnano 2 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta (in trasferta). I successi più roboanti sono entrambe legate agli scontri con l’altra squadra di Liverpool: l’Everton. Nella fase a gironi dell’Europa League 2017/18, i bergamaschi rifilarono 8 gol al Toffees: tre all’andata e 5 in trasferta. Nonostante siano passate sono tre stagioni, il tabellino dei marcatori ci spiega tanto dell’evoluzione dei bergamaschi.
Infatti, solo Gosens e Gomez sono poi rimasti a Bergamo, mentre Cristante, Cornelius e Masiello sono tutti stati ceduti. Però la vera prova di maturità è stata la doppia sfida contro il City. Un duello da cui l’Atalanta ha imparato parecchio, secondo le parole di Gasperini. A discapito di un’andata disastrosa nel punteggio (5-1), nel match di ritorno i nerazzurri hanno giocato bene soprattutto il secondo tempo, dimostrandosi al livello dell’elite europea.
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Zapata, Masiello, Gomez, Ilicic e Muriel si prendo gli applausi dopo lo storico primo punto in Champions League dell'Atalanta (1-1 vs Man City)

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Infatti, la prosecuzione del torneo 2019-2020 è stata una fantastica appendice di quella prestazione. L’Atalanta ha fatto vedere di essere perfettamente a suo agio in Champions grazie all’entusiasmo giusto, giocatori di ottimo livello, un grande allenatore e la filosofia giusta. Si, perché i nerazzurri non hanno solo la mentalità, ma anche lo stile di gioco che funziona in Italia e in Europa. Nel 2019-2020, hanno segnato 98 gol in campionato e si sono fermati ad un soffio dalle semifinale di UCL alla prima partecipazione assoluta. Hanno preso confidenza con lo scorrere del torneo, diventando un avversario ostico per chiunque. Confidenza che non sembra aver mollato i ragazzi di Gasperini. Quest’anno il trend non è cambiato, ed i numeri son lì a testimoniare: secondo miglior attacco in campionato (17) e in Europa (6). Numeri impressionati che le valgono il titolo di “squadra più europea del campionato italiano”.
A corroborare il tutto, c’è anche la questione mentale. Benché le assenze potranno aiutare l’Atalanta, le quote della partita continuano a vedere il Liverpool come favorito. Ma non solo le quote, anche la storia. Questa situazione permetterà ai nerazzurri di giocare a mente libera: la pressione è ancora sugli inglesi, e la squadra di Gasp è in serie (1 sola sconfitta nelle ultime sei di Champions). Ilicic non è ancora al top della forma, ma l’ultimo weekend di campionato ci ha restituito un Muriel ad altissimo livello. La combinata con Zapata (e Gomez) può mischiare ritmo e forza fisica contro la difesa inglese. Il gigante colombiano ha detto che per giocare contro il Liverpool serve pareggiare la loro intensità. Gli ingredienti sembrano esserci, ora deve parlare il campo.
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