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Mondiali 2022, pagellone: Messi e Argentina nel mito, Mbappé fenomeno, sorprese Croazia e Marocco, crollo Germania

Lorenzo Rigamonti

Aggiornato 19/12/2022 alle 13:03 GMT+1

MONDIALI 2022 - Diamo i voti alla ventiduesima edizione della Coppa del Mondo, che ha visto vincere l'Argentina di Leo Messi ai rigori contro la Francia. Tante le sorprese, dalla Croazia al Giappone al Marocco; tante le delusioni, da Cristiano Ronaldo a Neymar, alla Germania.

Kylian Mbappé, Lionel Messi e Leroy Sané - Mondiali Qatar 2022

Credit Foto Eurosport

Il Mondiale in Qatar si è concluso con il tripudio dell’Argentina in finale contro la Francia: guidata da Messi, l’Albiceleste ha alzato il terzo trofeo iridato della sua storia alla lotteria dei rigori, 36 anni dopo l’ultimo targato Maradona a Città del Messico. E’ dunque ora di dare i voti ai protagonisti (tra squadre, singoli e tormentoni) di questa edizione: voti alti per le rivelazioni Croazia, Marocco e Giappone; baratro invece per Belgio, Germania e Qatar.

Voto 10 a… L'Argentina del Messi migliore nella storia

L’onore massimo spetta all’Albiceleste, vincente nella finalissima ai danni dei bleus. Ma forse, in un caso più unico che raro, la storia del singolo questa volta travalica quella del collettivo. E’ stato il Mondiale di Messi, dai primi singhiozzi contro l’Arabia Saudita all’urlo liberatorio in finale. Sotto la pressione di un mondo sempre più intransigente e cannibale, c’è chi ha tremato e chi no. Lui rientra nell’ultimo caso.
Ha messo la sua firma in ogni fase di questo torneo (gironi, ottavi, quarti, semifinale, finale), nessuno nella storia lo aveva mai fatto in una singola edizione. Record di presenze in un Mondiale (26), superato Matthaus; record di minuti giocati, superato Maldini. Record di reti (13) per l’Albiceleste in un Mondiale, superato ampiamente Batistuta. E forse, con questo successo finale, possiamo cominciare a parlare di sorpasso sui due GOAT dell’olimpo calcistico, Pelé e Maradona.
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Leo Messi e l'Argentina

Credit Foto Getty Images

Voto 9 a… La Francia del fenomeno Mbappé e dei milanisti

Un Mbappé mattatore, da otto gol e tripletta in una finale Mondiale, che avrebbe potuto mettere nel mirino Pelé; poi Deschamps, che avrebbe potuto agganciare Pozzo. Invece il sogno del repeat si spegne sul più bello, alla lotteria dei rigori di una finale indimenticabile. Di certo il Mondiale della Francia è stato pressoché perfetto fino all’ultimo appuntamento col destino: una Francia a trazione rossonera, caricata da Giroud e Theo Hernandez.
Due giocatori che in avvio di Mondiale non dovevano partire nemmeno titolari. Invece Benzema si rompe pochi giorni prima, e Olivier ne approfitta per diventare il miglior marcatore all-time della Nazionale transalpina. Anche Theo entra dalla panchina all’esordio, per confermarsi il migliore esterno sinistro al Mondo.
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Theo Hernandez esulta per il gol in Francia-Marocco - Mondiali 2022

Credit Foto Getty Images

Voto 8 a… Croazia e Marocco, conferma a sorpresa e sorpresa assoluta

La finalina per il 3° posto è stata una celebrazione delle due rivelazioni più limpide di questa edizione: la Croazia, che partiva con addosso la carica di vicecampione, ha smentito tutti i pronostici che la vedevano stanca e azzoppata dal ricambio generazionale. Gli uomini di Dalic invece si sono inventati un’altra meraviglia, trovando nuovi leader in Gvardiol e ritrovandone altri in Modric. L’unica vera assenza pesata in semifinale è stata quella di Mandzukic…
Se i croati sono una conferma a sorpresa, il Marocco di Regragui è stato una sorpresa assoluta: i Leoni dell’Atlante sono diventati la prima nazionale africana a spingersi fino in semifinale di un Mondiale, e lo hanno fatto con coesione, identità e fame di calcio.
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Modric (Croazia), Hakimi (Marocco)

Credit Foto Getty Images

Voto 7 a… L’Estremo Oriente: Giappone e Corea del Sud agli ottavi

Per i nipponici un Mondiale indimenticabile: affondate Germania e Spagna ai gironi, esponendo un’idea di calcio precisa e unica. Compattezza e disciplina tra le linee, occupazione dello spazio, ripartenze in grado di ribaltare le corazzate europee in una manciata di minuti. Il ct Hajime Moriyasu si inchina rispettosamente agli ottavi contro la Croazia, solo dopo aver scatenato un’altra Holly e Benji mania.
Non dà lezioni di calcio la Corea del Sud, ma ottiene comunque un risultato storico dopo aver preso lo scalpo della Germania nell’edizione precedente. Aver chiuso il girone davanti all’Uruguay deve essere motivo di orgoglio per Son e compagni.

Voto 6 a… Luis Enrique, il lato umano di questo Mondiale

La Spagna dei giovani prometteva bene, ma non ha fatto in tempo a mettere tutto il suo talento sul campo. Luis Enrique alla fine ci rimette il posto, non senza dare una lezione di grande umanità. Dalle dirette Twitch quotidiane, i cui incassi andranno in beneficenza a una fondazione che si occupa di bambini afflitti da patologie oncologiche, alla dedica alla figlia Xana, morta nel 2019 a causa di un tumore osseo. Lucho ha regalato una prospettiva vera, genuina su questo Mondiale. Il calcio deve essere anche questo. E ora tutto il mondo attende un suo ritorno nel calcio per club.
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Luis Enrique

Credit Foto Getty Images

Voto 5 a… L’extra, extra time

La linea arbitrale di concedere più minuti di recupero è comprensibile, ma per assurdo mette a nudo una falla di sistema che non può più essere ignorata. Anche nel calcio serve il tempo effettivo, e concedere extra time più corposi equivale a mettere una pezza pressapochista su un problema più complesso. Perché garantire il tempo di gioco effettivo non significa solo agire sulla fruizione del gioco, significa agire sulla cultura, e su come cresceremo i nostri giovani da qui al lungo periodo. L’Italia, più di tutti, ha bisogno di questa svolta.
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L'arbitro italiano Daniele Orsato redarguisce Luka Modric, Argentina-Croazia, Getty Images

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Voto 4 a… Il flop dei Grandi all’ultima chance: CR7, Neymar, Lewa e Suarez

Il calcio ai massimi livelli sa essere spietato, ma alcune uscite nell’anonimato da parte di campioni ce le potevamo risparmiare. Il grande deluso è Cristiano Ronaldo, affondato dal Marocco, dal suo stesso ct ma prim’ancora da se stesso. Un Mondiale da diva, dall’inizio alla fine; un ultimo atto che non rende giustizia alla sua storia e al suo talento. Nel ciclone delle critiche ci è finito anche Neymar, all’ennesima partecipazione “maledetta” in un maggior torneo per nazioni. E poi anche i bomber generazionali come Lewandowski e Suarez, anche loro al capolinea senza fare troppo rumore.

Voto 3 a… Il tramonto del Belgio (e Lukaku)

Una delle tante Nazionali su cui avevamo dubbi alla partenza. Nel caso dei Diavoli Rossi, al contrario della Croazia, questi dubbi si sono sedimentati presto in certezze. Una formazione attendista e incapace di dettare ritmi del suo gioco e del suo destino. Lukaku, sul finale dell’ultima partita contro la Croazia, si mangia di tutto. E’ lui la fotografia del tracollo. Belgio condannato ai gironi, la generazione d’oro è ufficialmente tramontata.
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Romelu Lukaku disperato durante Croazia-Belgio - Mondiali Qatar 2022

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Voto 2 a… La figuraccia del Qatar

0 punti nel girone, da Nazionale ospitante. Mai nessuno aveva fatto così male nella storia dei Mondiali. Che la rappresentativa qatariota avesse poche speranze di andare avanti era chiaro fin dall’inizio, ma è stato l’approccio privo di mordente a stupire in negativo. Senza contare che la Nazionale di Felix Sanchez era stata costruita come se fosse un club, un progetto fondato diversi anni fa in vista di questo specifico impegno.
Troppo poco, per una Nazionale fondata su talenti importati, in una fantomatica “Academy” dotata dei migliori strumenti messi a disposizione dalla scienza sportiva. Il vero calcio però, è questa la lezione eterna che ci mettiamo in tasca, non si potrà mai costruire in un laboratorio.
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I giocatori del Qatar al termine della sfida persa contro l'Olanda - Mondiali 2022

Credit Foto Getty Images

Voto 1 a… L’incubo Germania

Fuori ai gironi per la seconda volta consecutiva. La Mannschaft non esiste più. L’idea del ricambio generazionale che passava attraverso i talenti di Musiala, Havertz e company rimane solo un’idea e niente più. Scacco matto a un modello di calcio che, dopo la vittoria nel 2014, suscitava tante invidie nel nostro Paese per via del suo virtuosismo. Ora però servono nuove idee. La prestazione sul campo non ha saputo reggere la cornice di manifestazioni e polemiche in conferenza stampa nei confronti della FIFA, che hanno finito per appannare un gruppo ancora alla ricerca di una vera e propria identità.
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Germania, Mondiali 2022

Credit Foto Getty Images

Voto 0 a… Fifa e la gestione delle polemiche sui diritti umani

E’ cominciato tutto con una conferenza stampa surreale di Giovanni Infantino: “Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento un lavoratore migrante”, seguita da un coming out di un funzionario FIFA ancora più stridente col contesto e le tempistiche dell’evento. Poi le resistenze sulla fascia One Love. O forse no, è cominciato tutto nel lontano 2010, quando l’assegnazione del Mondiale al Qatar diventava di colpo una materia di geopolitica anziché di sport. L’ombra del soft power qatariota e del calpestamento dei diritti umani ha accompagnato l’intero svolgersi della manifestazione. Un vero peccato.
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"Mi sento gay, arabo e immigrato": Infantino e la sua discussa conferenza

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