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Da 0 a 10, il Pagellone del Tour: Froome fa il ragioniere, Aru ci ha fatto sognare! Flop Quintana

Luca Stamerra

Pubblicato 24/07/2017 alle 14:04 GMT+2

198 corridori e 22 squadre. Non potevamo dare a tutti un voto, ma abbiamo provato a segnalare e a commentare i protagonisti dell'edizione 104 del Tour de France, sia quelli positivi che negativi. Poker di Froome che fa il ragioniere, grazie ai secondi di distacco infilitti agli avversari a crono, comunque ottime prove per Uran e Aru che chiude 5°. Che delusione per Bardet, Meintjes e Quintana.

Fabio Aru, Chris Froome - Tour de France 2017 - Getty Images pun only in UKxITAxUSAxESPxIRL

Credit Foto Getty Images

Voto 10 e lode... Al Tour di Kwiatkowski e Landa che hanno 'accompagnato' Froome a Marsiglia

Ho la squadra più forte del mondo [Chris Froome a fine Tour]
Froome vince il suo 4° Tour de France, il terzo consecutivo, ma il primo senza conquistare successi di tappa. Il Froome visto quest'anno è stato di gran lunga il più debole delle ultime stagioni, dato di fatto che avevamo già intuito dopo le performance al Tour de Romandie e soprattutto al Delfinato. Ma come ha fatto il britannico a vincere il Tour? Anche i suoi avversari non erano al top, ma soprattutto ha trovato sulla sua strada incredibili gregari come il tuttofare Kwiatkowski e Mikel Landa che ha dimostrato di essere il miglior scalatore del Tour (dopo esserlo stato anche al Giro). Team Sky la squadra più forte? Forse sì, bisogna considerare però le assenze di elementi di spicco come Poels e Thomas, oltre alle condizioni non ottimali di Sergio Henao e Mikel Nieve (caduto). Bardet e Aru hanno provato ad attaccarlo in salita, ma il basco e il polacco ex Campione del Mondo lo hanno letteralmente accompagnato fine a Marsiglia, dove Froome ha dato la ripassata finale, legittimando la sua maglia gialla con una grande cronometro. E dire che questa edizione della Grande Boucle, è stata quella con meno km a crono (solo 36,5 km contro il tempo): ma togliendo le prove di Düsseldorf e Marsiglia, sarebbe stato Uran il vincitore della classifica generale. Froome, ha potuto comunque gridare il suo urrà, portandosi a -1 dal record dei mostri sacri Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain.

Voto 10... Alla Sunweb che dopo la rosa al Giro, conquista la maglia verde e quella a pois al Tour

Sono stato scemo, oggi potevo vincere ma non ho corso come avrei dovuto. Ci riproverò, anche se essere qui è già una vittoria dopo la frattura all'osso pelvico a fine Aprile [Barguil dopo la tappa di Station des Rousses]
Battere Kittel? Non so come, l'unica cosa che posso fare è provarci e riprovarci... [Matthews dopo la prima settimana di corsa]
Poteva essere un Tour anonimo quello della Sunweb, ma non lo è stato. Da una parte Barguil impossibilitato dal fare classifica generale a causa dell'infortunio al Tour de Romandie (frattura dell'osso pelvico), dall'altra un Matthews che avrebbe potuto vincere poco visto la presenza di velocisti del calibro di Sagan e Kittel. I corridori del team tedesco non si sono dati per vinti, con Barguil sempre all'attacco a partire dalla tappa di Station des Rousses: ha perso per un pelo la frazione di Chambéry (battuto in volata da Uran), ma si è rifatto conquistando le frazioni di Foix (nel giorno della festa nazionale francese) e dell'Izoard, oltre alla prestigiosissima maglia a pois di miglior scalatore. Non solo, sulla temibile vetta delle Alpi, il francese ha fatto registrare un record: Barguil ha percorso i 14,1 km dell'Izoard in 38'15", alla media di 22,12 km/h. Prima del francese, i migliori su quella salita erano stati Riccò nel 2007 (40'17" alla media di 21,03 km/h) e Andy Schleck nel 2011 (40'40" alla media di 20,80 km/h). Che dire di Matthews che a metà Tour aveva più di 100 punti da recuperare rispetto a Kittel, l'australiano ha però trovato i successi di Rodez e Romans-sur-Isère, e ha ridotto il margine giorno per giorno con tante azioni in fuga (anche per aiutare l'amico e compagno Barguil sui GPM). Matthews è così riuscito a vestire la maglia verde a Parigi, il terzo australiano a farlo dopo Robbie McEwen e Baden Cooke. Un applauso anche ai compagni di squadra Laurens ten Dam e Simon Geschke, preziosi gregari anche di Tom Dumoulin nella conquista del Giro d'Italia.
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Warren Barguil, Michael Matthews, podium - Tour de France 2017 stage 21 - Getty Images pun only in UKxITAxUSAxESPxIRL

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Voto 9... Al re delle volate: Marcel Kittel

Quest'anno, in volata non c'è stata storia. Marcel Kittel era semplicemente il più forte, imbattibile in qualsiasi sprint. 5 volate fatte e 5 successi per il tedesco che ha dominato anche la classifica a punti prima della sua caduta, con relativo abbandono, nella tappa di Serre Chevalier. E dire che Kittel, ad ogni sprint, si trovava sempre lontanissimo dalle migliori posizioni all'ultimo km, trovando però la corsia preferenziale per scattare e azionare la sua potenza. Kittel maestoso, così forte da non entrare mai nelle polemiche che hanno riguardato le volate (tra Sagan, Cavendish, Degenkolb, Démare e Bouhanni), riuscendo a trovare lo spazio per avere strada libera ed effettuare i suoi sorpassi. Kittel ha battuto il record di Zabel, non quello delle maglie verdi, ma quello di vittorie alla Grande Boucle per un corridore tedesco (con 5 successi, Kittel sale infatti a 14 vittorie in carriera al Tour e 19 nei Grandi Giri), ma non è riuscito ad eguagliare il record di 8 vittorie nella stessa edizione del Tour, record che appartiene a Charles Pélissier (1930), Eddy Merckx (1970 e 1974) e Freddy Maertens (1976). Il corridore della Quick Step si può consolare con il titolo di miglior sprinter del mondo: Kittel era davvero imbattibile, l'unico in condizione di sfidarlo sarebbe potuto essere Fernando Gaviria, suo compagno di squadra nel team belga.
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Kittel: "Sono felicissimo, orgoglioso di aver eguagliato Zabel"

Voto 8... Alla grinta di Fabio Aru: ci hai fatto sognare!

Sono arrivato 5° ed è un ottimo risultato considerando tutto quello che ci è successo. Complimenti a chi è arrivato prima di me. Però vogliono tornare per vincerlo questo Tour, non vedo l'ora che ricominci. [Fabio Aru]
Non ha vinto il Tour, non è salito sul podio, ma ci ha fatto sognare. Il corridore sardo, dopo l'infortuno prima del Giro d'Italia, si è trovato ad affrontare un Tour de France che non aveva programmato. Non si può parlare di improvvisazione, ma quel che è certo, è che era difficilissimo poter essere competitivo contro corridori che avevano programmato la loro intera stagione con l'obiettivo di fare il Tour. Nonostante questo, Aru ci ha dato alla grande con lo spettacolare successo di tappa a La Planche des Belle Filles, con due tappe in maglia gialla e non solo. Il corridore sardo, infatti, ha anche indossato la maglia a pois di miglior scalatore, e onorato al meglio la maglia tricolore conquistata un mese fa ad Ivrea. Il tutto senza una squadra competitiva, e con una condizione fisica altalenante, basta vedere quanto successo nell'ultima settimana. Alla fine, il 5° posto è oro, considerando anche il piazzamento non proprio fantastico al Tour 2016. È ingiusto però dare tutte le colpe all'Astana. La grande squadra, il team kazako l'aveva messa a disposizione per il Giro d'Italia e parlando di programmazione, un corridore non può saltare da un giro all'altro solo per l'infortunio del proprio capitano. Come sarebbe andata per Aru se ci fossero stati Michele Scarponi, Luis León Sánchez, Pello Bilbao, Paolo Tiralongo, Tanel Kangert, oltre a Dario Cataldo e Andrey Zeits senza i 3609 km del Giro? A volte bisogna scontrarsi anche con la sfortuna, e l'Astana non poteva cambiare l'intera squadra al Tour. Come se non bastasse, ci sono stati anche gli infortuni di Cataldo e Fuglsang oltre a un Lutsenko a mezzo servizio per quasi tutto il Tour. Appuntamento, quindi, alla prossima stagione.

Astana: le due squadre a confronto

Astana Giro 2017*Astana Tour 2017
/Fabio ARU
Dario CATALDODario CATALDO
Pello BILBAOJakob FUGLSANG
Zhandos BIZHIGITOVAndriy GRIVKO
Jesper HANSENDmitriy GRUZDEV
Tanel KANGERTBakhtiyar KOZHATAYEV
Luis León SÁNCHEZAlexey LUTSENKO
Paolo TIRALONGOMichael VALGREN
Andrey ZEITSAndrey ZEITS
*al Giro d'Italia ci sarebbero dovuti essere anche Michele Scarponi e Fabio Aru

Voto 7... Alla rinascita di Rigoberto Uran: exploit o è davvero tornato competitivo?

Alla fine, il vero avversario di Froome (a detta dello stesso britannico) è stato proprio lui, l'improbabile Rigoberto Uran che nell'ultima crono di Marsiglia era l'unico corridore a poter impensierire la maglia gialla. Ma chi lo avrebbe mai detto? Era da anni che il colombiano non batteva un colpo e il miglior risultato del corridore della Cannondale era stato il 7° posto al Giro d'Italia 2016, ma a più di 11 minuti dal vincitore. Lontanissimi i tempi dei secondi posti al Giro d'Italia 2013 (alle spalle di Nibali) e al Giro d'Italia 2014 (alle spalle di Quintana), ma questa volta Uran è tornato, più forte che mai. Ha tenuto su tutte le salite, e il margine accusato da Froome sta proprio nelle due cronometro dove il colombiano ha perso in totale 1'06''. Il 2° posto per lui, è comunque un risultato molto prestigioso, diventando così il terzo colombiano nella storia a salire sul podio del Tour de France dopo Fabio Parra (1988) e Nairo Quintana (2013, 2015, 2016). Ma un Uran così lo rivedremo presto o è stato solo un exploit? Speriamo che possa aver ritrovato finalmente la strada giusta... E dire che alla Cannondale Drapac avrebbe potuto aver maggior sostegno in questo Tour, ma Talansky e Rolland non si sono rivelati all'altezza del compito. Discorso ben diverso per Alberto Bettiol, ultimo uomo di Uran in tutte le fatiche di questo Tour de France.

Voto 6... Al coraggio (e al realismo) di Alberto Contador

Contador è sempre stato il mio corridore preferito. Ho seguito la sua carriera, le sue gesta, le sue vittorie, è il corridore che più mi ha ispirato in questo sport. Poterlo battere in una tappa di montagna ti dà una sensazione unica e speciale. [Warren Barguil su Contador]
E' stata una tappa incredibile. Non avrei mai creduto di poter andare in fuga e prendere margine, soprattutto se in fuga c'eravamo io e Contador, insomma siamo ancora in classifica. Lui è stato però trascinante, mi ha dato grande carica e mi ha convinto a provarci. [Mikel Landa su Contador]
Se dovessimo guardare solo la classifica generale, il suo voto sarebbe molto, molto, negativo. Già al Delfinato aveva dato segnali non confortanti, con Contador impossibilitato dal competere ad alti livelli. Ha tenuto, ma non brillato, nella crono iniziale e nella tappa di La Planches des Belle Fille, ma è crollato nella prima vera tappa di montagna, quella di Chambéry, dove era già scivolato a più di 3 minuti di ritardo dal leader. Anche quest'anno, le cadute ne hanno condizionato il rendimento, proprio nella tappa di Chambéry è finito giù in discesa subito dietro Majka che ha innescato anche le cadute di Geraint Thomas e Matteo Trentin, poi, all'inizio della salita - come se non bastasse - è stato tamponato da Quintana. Sarebbe stato facile, a quel punto, dare tutta la colpa alle cadute, ma con grande realismo ed onestà, lo spagnolo ha confermato di non avere le gambe, non usando nessun alibi a sua disposizione. La resa? Assolutamente no, il corridore di Pinto ha cercato in ogni modo di onorare il suo ultimo Tour con due bellissime azioni in fuga. Prima quella di Foix dove riesce a portarsi dietro Landa, cosa non facile perché il basco era comunque in classifica generale, e quella di Serre Chevalier, dove parte all'attacco ai -128 dal traguardo, non una cosa di tutti i giorni. Non ha vinto, trovando un Barguil e un Roglic insuperabili, ma ha conquistato il numerino rosso di giornata (per due volte), venendo così inserito nella lista dei papabili supercombattivi del Tour insieme a Barguil e De Gendt. Non solo, Contador lo si è visto anche in versione gregario quando a Rodez ha aiutato Degenkolb prima della volata di gruppo. Insomma, non sarà stato un Tour fenomenale, soprattutto per chi ha vinto 9 Grandi Giri, ma ha lasciato comunque il segno con delle belle azioni. È riuscito inoltre ad entrare nella top 10, con il 9° posto conquistato con una gran crono a Marsiglia, aiutando così la sua squadra a prendersi, inoltre, il 3° nella classifica a squadre. Niente di eccezionale, vero, ma con la consapevolezza di aver lasciato qualcosa di importante nella sua carriera, e di aver ispirato una generazione di corridori, come detto dallo stesso Barguil.
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Alberto Contador

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Voto 5... Al vorrei ma non posso di Bardet e Meintjes...

Froome non al top della condizione, Sky condizionata dalle assenze di Poels e Thomas, oltre ad Heano e Nieve a mezzo servizio. Quale migliore occasione per provare a vincere? Romain Bardet sentiva che questo poteva essere il suo anno e forse troppe responsabilità lo hanno condizionato. Pochi gli attacchi, quelli buoni, per mettere in crisi Froome. E dire che l'Ag2r ha fatto un grandissimo lavoro, specialmente con Vuillermoz e Latour, lavoro non concretizzato però dal proprio capitano che solo nella prima tappa alpina si è dato da fare... Per staccare Aru. Insomma, un'occasione sprecata dal francese, che non è riuscito mai a minare la consapevolezza di Froome. Che Pinot e Barguil, parlando di francesi, siano più credibili di Bardet per centrare il Tour nei prossimi anni?
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Bardet: "Aver finalmente vinto è un grande sollievo"

Chi ha deluso, tanto, è stato anche Meintjes. Ci si attendeva la definitiva esplosione del sudafricano, che sulla carta avrebbe anche dovuto vincere agevolmente la maglia bianca, vista l'assenza di Adam Yates. Al contrario, il corridore dell'UAE Emirates Team è andato malissimo nelle prime due settimane, finendo a più di 4 minuti di distanza dal rivale Simon Yates (gemello di Adam). Non si può dire che Meintjes fosse solo, perché l'UAE era riuscita a piazzare in gruppo corridori come Durasek, Ulissi e Atapuma che hanno cercato di dare una grossa mano al classe '92. Mai propositivo, mai attaccante; ha fatto meglio di Yates solo sulle Alpi, ma un Grande Giro non si decide solo in due tappe, ma in tre settimane. È ancora giovane, ma la sua squadra, l'UAE, potrebbe puntare tutto su Aru, abbandonando il percorso di crescita del sudafricano.

Voto 4... Al flop totale di Nairo Quintana

Già al Giro d'Italia non ci aveva convinto appieno tra condizione fisica e strategie. Al Tour è andata anche peggio: era impossibile vederlo competere per la vittoria della Grande Boucle, ma ci si attendeva un colombiano attivo per centrare ancora una volta il podio. Niente di tutto ciò, il corridore della Movistar finisce fuori dalla top 5, fuori dalla top 10, a oltre 15 minuti di ritardo da Froome. Quintana non ha mai dato segnali incoraggianti, andando in crisi ad ogni tappa di montagna. Emblematica l'immagine nella tappa di Serre Chevalier, dove prova ad andare in fuga con Contador ma si stacca dopo due km, con lo spagnolo che gli fa cenno di continuare per provare a fare qualcosa di importante, anche se il colombiano scuote la testa. Il tentativo di doppietta alla Pantani, finisce quindi in tragedia per Quintana che ora rischia anche il posto alla Movistar con il probabilissimo arrivo di Mikel Landa.
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Nairo Quintana - Tour de France 2017 stage 14 - Getty Images

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Voto 3... Alla questione Fair play (ancora una volta)

A quanto ho capito, Aru è scattato proprio nel momento in cui Froome ha avuto un problema meccanico. Se lo ha fatto, sapendo che Froome aveva quel problema, è stato un comportamento sleale. La maglia gialla va sempre rispettata. [Simon Yates su Aru e il Frai Play]
Non ne possiamo più, la questione fair play ha veramente stufato! Come al Giro d'Italia, rincariamo la dose al Tour de France. Nella tappa di Chambéry, Froome resta appiedato a causa di un problema meccanico, scatta Aru (che molto probabilmente non aveva neanche visto il britannico in difficoltà) e giù con le polemiche, con qualcuno che parla di mancanza di rispetto. Basta, veramente, basta! Se durante una tappa al Giro, hai problemi intestinali, molto probabilmente ti sei gestito e alimentato male, se durante una tappa al Tour, hai problemi con il cambio, molto probabilmente hai sbagliato a cambiare. È dal 2010 che si ha questo finto perbenismo, quando Contador attaccò Andy Schleck sul Port de Balès, con il lussemburghese fermo a causa di un salto di catena. Lo spagnolo fece benissimo ad attaccare, anche perché il lussemburghese non fu vittima di sfortuna, o di una dannazione divina, ma fu vittima di se stesso a causa di una cambiata errata. Da allora si è deciso, non sa si chi, che ogni 'guasto' è buono per far attendere il gruppo. Una decisione un po' bizzarra: dov'è, a questo punto, la competizione? Fa sorridere, inoltre, la differenza di interpretazione. Qualche tappa dopo, Froome e Aru fanno un lungo in discesa, e tutti li aspettano, nella tappa di Le Puy-en-Velay, invece, Froome si stacca a causa di una foratura e l'Ag2r attacca con la speranza di far fuori il britannico. Dove può essere applicato il fair play a questo punto? Questione ridicola, e pensare che Uran ha vinto la tappa di Chambéry con il cambio della ruota posteriore rotto, con il colombiano che non si è fermato, certo che nessuno lo avrebbe aspettato in quella fase di corsa. Quando si parla, poi, di guasti meccanici, attenzione: ogni squadra ha la sua fornitura, ci sono tante aziende produttrici che si fanno concorrenza tra loro. C'è quindi differenza tra una marca e l'altra, evidentemente un'azienda ha fornito qualcosa di non eccezionale... C'è competizione anche lì, ed è giusto - sempre - attaccare.

Attrezzature squadre World Tour

SquadraBiciCambioRuote
SkyPinarelloShimanoShimano
Ag2rFactor BikesShimanoMavic
Trek SegafredoTrekShimanoBontrager
BMCBMCShimanoShimano
Orica ScottScottShimanoShimano
MovistarCanyonCampagnoloCampagnolo
Cannondale DrapacCannondaleShimanoMavic
Lotto SoudalRidleyCampagnoloCampagnolo
AstanaArgon 18Shimano / FSAVision Wheels
UAE Emirates TeamColnagoCampagnoloCampagnolo
SunwebGiantShimanoShimano
Quick Step FloorsSpecializedShimano / FSARoval HED
Lotto Nl JumboBianchiShimanoShimano
Bora HansgroheSpecializedTBCRoval
Katusha AlpecinCanyonSRAMZipp
Bahrain MeridaMeridaShimanoFulcrum
Dimension DataCervéloShimano/RotorEnve
FDJLapierreShimanoShimano

Voto 2... Alla dicotomia tra Tour e UCI: chi decide squalifiche/penalizzazioni/ammende?

È stata una discussione molto lunga, non è una decisione facile da prendere, non perché si tratti di Sagan... Siamo solo all'inizio del Tour de France e prima di iniziare, avevamo avvisato tutti gli sprinter che avremmo osservato molto da vicino tutte le volate e che sarebbero arrivate eventuali penalizzazioni. Non era una decisione facile, ma è l'inizio del Tour e questo è il momento dove fissare le regole. La giuria ha deciso di squalificare Peter Sagan a causa della manovra molto grave durante lo sprint, perché poteva causare tantissimi altri problemi. L'articolo 12.1.040 afferma che la giuria può decidere di inviare un corridore a casa dopo una violazione molto grave. Abbiamo deciso di poter applicare questo articolo perché è una violazione molto grave, non importa se il nome è quello di Sagan. [Philippe Marien, presidente dell'UCI]
Io favorito dalla scelta di squalificare Sagan? Non vedo come possa essere favorito, visto che sono costretto al ritiro per il suo comportamento. Abbiamo solamente cercato di chiarire la situazione. Quando Maduit ha avuto l'occasione di squalificarmi, lo ha fatto, di certo non hanno squalificato Sagan perché sono protetto dall'UCI. [Cavendish dopo l'esclusione dal Tour di Sagan]
Per certi versi, questo è stato il Tour delle polemiche. Dai body della Sky alle borracce, passando per le volate. Il caso più eclatante, è stato quello dell'esclusione del campione del mondo in carica Peter Sagan, fatto fuori dall'UCI dopo il contatto con Cavendish nella volata di Vittel, sconfessando la decisione della giuria dei commissari del Tour che aveva 'solo' penalizzato lo slovacco con 30'' all'ordine d'arrivo e -80 nella classifica a punti. Una decisione che fa giurisprudenza come si sul dire, perché, al netto dell'irregolarità di Sagan, che stringe verso le transenne Cavendish, è stato molto discutibile andare ad escludere il campione del Mondo. L'UCI si è difesa, affermando che tutti i velocisti erano stati avvisati prima di questo Tour, ma la perdita di Sagan, è stata in realtà una sconfitta per tutto il mondo del ciclismo. Quel che ci fa rimanere titubanti è la differenza di sentenze tra giuria dei commissari del Tour e quella dell'UCI: non solo Sagan, l'UCI ha preso in autonomia la decisione sui body utilizzati dalla Sky, in prima persona è andata a penalizzare Démare e Bouhanni dopo tanti scontri in volata, e ha sconfessato la sentenza di penalizzazione a carico di Uran, Bennett e Pauwels sull'utilizzo delle borracce entro i -20 km. La regola dice che non si possa far rifornimento negli ultimi 20 km né dall'ammiraglia, né da bordo strada, ma in quella particolare tappa, le ammiraglie avevano avuto difficoltà a rifornire i propri corridori a causa del lungo in discesa di Froome e Aru. In questo caso, ha fatto bene l'UCI, anche perché sarebbe scoppiato un caso internazionale perché anche Bardet aveva usufruito dell'aiutino ai -6 dal traguardo, senza essere stato però sanzionato (al contrario, avrebbero dovuto riscrivere l'ordine d'arrivo a Peyragudes). Al netto di questi casi, chi prende quindi le decisioni? In futuro potranno esserci altri casi di discordia tra UCI e Tour?

Differenza sentenze Tour/UCI

CasoGiuria TourGiuria UCI
Body Team Sky a cronometrogiuria si è dichiarata incompetente sul casoregolari
caso Sagan-Cavendish a Vittel30'' a Sagan e -80 nella classifica a puntiesclusione dal Tour e squalifica fino al 23/07
caso Démare-Bouhanni a Vitteltutto regolaretutto regolare
caso Démare-Bouhanni a Nuits-Saint-Georgestutto regolaremulta 200 franchi svizzeri ai corridori
caso Bouhanni vs Bauer/Sabatini a Pau1' di squalifica a BouhanniUCI conferma, più 200 franchi svizzeri di multa
caso borracce a Peyragudes20'' a Uran, Bennett e Pauwels. Niente a BardetRestituiti 20'' a Uran, Bennett e Pauwels
Body Team Sky a cronometro a Marsigliaregolari, tranne per FroomeUCI conferma

Voto 1... Ad Oleg Tinkov: è tornato, ma non sentivamo la sua mancanza...

È uscito dal circus qualche mese fa, è rientrato però grazie al circo. Questo è oggi Tinkov, una macchinetta da tweet pronto ad insultare chiunque gli passi per le mani. L'ex patron della Tinkoff Saxo, si scaglia contro il suo ex corridore Alberto Contador con epiteti molto poco simpatici. Fa il conteggio delle sue cadute, lo invita a ritirarsi al più presto per il bene del ciclismo, e scherza con alcuni utenti (che fanno più pena di lui) su tutte le volte in cui lo spagnolo non riesce a vincere una tappa. Ci possiamo aspettare un comportamento del genere da chi è tifoso, anche se il tifoso del ciclismo, quello vero, non fa mai tifo contro. Ci stupisce che lo faccia un ex addetto ai lavori, un ex patron. E ci stupisce che lo faccia proprio di Contador, è vero lo spagnolo non sarà più lo stesso e non vincerà più... Ma sotto la gestione Tinkov, lo spagnolo ha vinto la Vuelta 2014 e il Giro d'Italia 2015: vi ricordate la parrucca rossa a Madrid del signor Tinkov? O i suoi capelli tinti di rosa a Milano? Beh, in quel caso Contador faceva comodo... Bello fare il tifo e sostenere i propri corridori solo quando vincono. A questo punto, perché non ha stracciato il contratto prima, se non riteneva il corridore all'altezza? Poi ripetiamo, un atteggiamento del genere non lo abbiamo mai visto fare da un ex presidente, anche perché qui si parla di cadute e insulti... Che pena!
Tinkov contro Contador
Se c'è una, vergognosa, critica a Contador, Tinkov si è anche impegnato nel difendere un altro suo ex corridore: Sagan. Lo slovacco è stato escluso dal Tour de France per decisione dell'UCI e il russo cosa fa? Comincia ad inveire contro l'ASO, società che organizza il Tour, e la Francia intera. Si parla di complotto ecc, però non è così sveglio da capire che la decisione l'ha presa l'UCI e non il Tour. Nulla di eccezionale, fatichiamo però a vedere che un ex patron non capisca chi infligge sanzioni e penalizzazioni. Come ha fatto a fare il patron in questi anni? Diciamo che certi personaggi, è meglio perderli che trovarli...
Per Tinkov è stato il Tour ad escludere Sagan (ma non è vero...)
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Oleg Tinkov - Giro d'Italia 2015 - Getty Images pun only in UKxITAxUSAxESPxIRL

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Voto 0... Ai sospetti lanciati da Le Monde: "Aru e quelle sue relazioni pericolose..."

Tra le tante polemiche, quella che ci è piaciuta di meno è lo spunto proposto dal giornale Le Monde. Non un quotidiano sportivo, ma che ha provato a fare un'inchiesta sull'esplosione di Fabio Aru, all'indomani della vittoria a La Planches des Belle Fille. In questo caso, però, non possiamo parlare d'inchiesta: il 'collega' Clément Guillou ha fatto la conta di tutti i conoscenti di Aru, conoscenti squalificati o accusati di fare uso di sostanze dopanti. Da Olivano Locatelli a Giuseppe Martinelli, da Gilberto Simoni (che fu poi assolto) a Stefano Garzelli (squalificato anche se venne dimostrata l'involontarietà dell'assunzione di un farmaco), fino a Paolo Tiralongo (accusato ma mai squalificato). E poi? Basta conoscere queste persone per far venire dei sospetti? Le prove dove sono o perlomeno gli indizi? Il mondo del ciclismo, come quello dello sport, deve convivere con la presenza del doping e sarà sempre così. Inutile però fare una caccia alle streghe solo perché un corridore ha conosciuto un collega accusato di doping. Che giornalismo è? Che inchiesta è? Al Tour hanno corso corridori che sono stati squalificati per doping - a questo punto -, perché corrono ancora?
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Juan&Only: "La differenza tra Froome e Aru a Rodez? Il primo aveva squadra, il secondo no"

Menzione speciale per... Adam Hansen, Voeckler, Chavanel e Zubeldia

Poco appariscente, ma Adam Hasen ha completato un altro Grande Giro: fanno 18 in totale dopo il 113esimo posto al Tour de France e il 93esimo posto dell'ultimo Giro d'Italia. Un Tour non eccezionale per la Lotto Soudal che non è riuscita a vincere nessuna tappa con Greipel (con il solo 2° posto nella classifica a punti) e non è riuscita a fare classifica generale con Gallopin: i belgi si consolano così con Adam Hansen e la 'vittoria' nella classifica dei km in fuga con Thomas De Gendt. Qualche lacrima per Thomas Voeckler che si ritira proprio dopo il Tour de France, dopo aver vinto 4 tappe in carriera alla Grande Boucle, indossato la maglia gialla per 20 giorni, e vinto la classifica scalatori nel 2012 (il miglior piazzamento nella generale è invece il 4° posto nel Tour 2011). Niente vittorie di tappa, questa volta, per Voeckler ma la Direct Énergie si consola con il successo di Calmejane e il record di Chavanel che diventa il francese con più Tour de France iniziati (17) e conclusi (15, insieme a Voeckler). Un saluto anche ad Haimar Zubeldia che si ritirerà settimana prossima alla Clásica di San Sebastián, anche per il basco è stato il 15esimo Tour completato (sui 16 iniziati).
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Le volate di Kittel, le scalate di Aru e Barguil, la tenacia di Froome: tutto il Tour in 4'

Il riepilogo

Tappa 1: Düsseldorf-Düsseldorf (Germania) - cronometro individuale di 14 km
Vincitore: Geraint THOMAS | Maglia gialla: Geraint THOMAS | REPORT
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Geraint Thomas in maglia gialla e la festa del Team Sky: rivivi la crono del Tour de France

Tappa 2: Da Düsseldorf (Germania) a Liège (Belgio) - 203,5 km
Vincitore: Marcel KITTEL | Maglia gialla: Geraint THOMAS | REPORT
Tappa 3: Da Verviers (Belgio) a Longwy - 212,5 km
Vincitore: Peter SAGAN | Maglia gialla: Geraint THOMAS | REPORT
Tappa 4: Da Mondorf-les-Bains (Lussemburgo) a Vittel - 207,5 km
Vincitore: Arnaud DÉMARE | Maglia gialla: Geraint THOMAS | REPORT
Tappa 5: Da Vittel a La Planche des Belles Filles - 160,5 km
Vincitore: Fabio ARU | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 6: Da Vesoul a Troyes - 216 km
Vincitore: Marcel KITTEL | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 7: Da Troyes a Nuits-Saint-Georges - 213,5 km
Vincitore: Marcel KITTEL | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 8: Da Dole a Station des Rousses - 187,5 km
Vincitore: Lilian CALMEJANE | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 9: Da Nantua a Chambéry - 181,5 km
Vincitore: Rigoberto URÁN | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 10: Da Périgueux a Bergerac - 178 km
Vincitore: Marcel KITTEL | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 11: Da Eymet a Pau - 203,5 km
Vincitore: Marcel KITTEL | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 12: Da Pau a Peyragudes - 214,5 km
Vincitore: Romain BARDET | Maglia gialla: Fabio ARU | REPORT
Tappa 13: Da Saint-Girons a Foix - 101 km
Vincitore: Warren BARGUIL | Maglia gialla: Fabio ARU | REPORT
Tappa 14: Da Blagnac a Rodez - 181,5 km
Vincitore: Michael MATTHEWS | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 15: Da Laissac-Sévérac l'Églis a Le Puy-en-Velay - 189,5 km
Vincitore: Bauke MOLLEMA | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 16: Da Le Puy-en-Velay a Romans-sur-Isère - 165 km
Vincitore: Michael MATTHEWS | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 17: Da La Mure a Serre Chevalier - 183 km
Vincitore: Primoz ROGLIC | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 18: Da Briançon a Izoard - 179,5 km
Vincitore: Warren BARGUIL | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 19: Da Embrun a Salon-de-Provence - 222,5 km
Vincitore: Edvald BOASSON HAGEN | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 20: Marseille-Marseille - cronometro individuale di 22,5 km
Vincitore: Maciej BODNAR | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
Tappa 21: Da Montgeron a Paris - 103 km
Vincitore: Dylan GROENEWEGEN | Maglia gialla: Christopher FROOME | REPORT
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