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Dai tre piloti ko, all'incidente fra Marquez e Oliveira: c'è un problema sicurezza e la Direzione Gara resta un problema

Fabio Psoroulas

Aggiornato 27/03/2023 alle 19:23 GMT+2

MOTOGP – Primo weekend in archivio e tante polemiche. Bagnaia e la Ducati si confermano superiori a tutti, ma è il tema sicurezza a tenere banco. Tanto spettacolo in pista ma anche tre piloti (Marquez, Bastianini, Pol Espargaro) che salteranno il prossimo GP per infortunio. La Direzione Gara si conferma non all'altezza di un circus sempre più veloce. La MotoGP ha un problema sicurezza.

6 italiani, 1 rookie, 13 campioni del mondo: i piloti del 2023 in 2'

Va in archivio uno spettacolare, quanto polemico, primo weekend stagionale del mondiale della MotoGP 2023. A Portimao abbiamo visto Pecco Bagnaia dominare in lungo e in largo, prima nell'innovativa sprint race del sabato, poi nella gara vera e propria della domenica. GoFree ha ricominciato da dove aveva concluso lo scorso anno, vincendo a più riprese con una Ducati che non sembra avere rivali che nelle mani del campione del mondo in carica diventa ancor più perfetta. Ma non è solo l'egemonia Ducati o la crisi nera delle moto giapponesi rispetto ai mezzi italiani (Top 5 monopolizzata da moto italiane e Yamaha e Honda ai margini della top 7 con Quartararo a +8,5 secondi da Bagnaia e la prima HRC 10ª con Alex Rins) a tenere banco dopo la tre giorni in Portogallo. L'argomento all'ordine del giorno e più dibattuto nel circus è la sicurezza.

Il weekend turbolento di Portimao

Ciclicamente viene fuori. Se ne era parlato tanto dopo la morte di Dupasquier al Mugello e con il caso-tuta di Quartararo, dopo la gara di Portimao è tornato in voga dopo i tanti episodi accaduti in MotoGP. Facciamo un piccolo recap di ciò che è successo nel fine settimana: prima di tutto abbiamo visto la caduta di Pol Espargaro nelle libere, un incidente avvenuto nelle FP2 del venerdì che ha portato seri danni allo spagnolo, il quale ha saltato il doppio appuntamento portoghese e gli impedirà di gareggiare anche in Argentina. Poi abbiamo visto una sprint race con tanti piloti a lamentarsi di una vera e propria giungla, soprattutto nelle prime fasi, con tutti a correre col coltello tra i denti cercando di massimizzare il più possibile il risultato nei pochi giri a disposizione, non pensando ad amministrare gomme e prestazioni. Infine il violento scontro scatenato da Marc Marquez nella corsa di domenica con il povero Oliveira coinvolto, ma anche Martin che ci ha rimesso la gara e un dito del piede.
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Marc Marquez dopo l'errore in frenata travolge Oliveira che se la cava con alcune contusioni: un mezzo miracolo visto la dinamica della carambola

Credit Foto Getty Images

Si scherza col fuoco

Facendo la conta, abbiamo ben cinque piloti feriti alla fine del weekend: Espargaro, Bastianini, Marquez, Oliveira e Martin, con i primi tre che salteranno anche la prossima corsa in Argentina. Per motivi diversi sembra chiaro che la MotoGP abbia un problema di sicurezza. Ma se per l'episodio di Pol nell'occhio del ciclone c'è un circuito di Portimao che non ha lavorato in maniera idonea su vie di fuga, ghiaia ed airfence, cose riguardanti la pista e risolvibili in poco tempo, sugli altri incidenti c'è da lavorare tutti insieme.
Prima di tutto la Sprint. Come evento in sè è stata assolutamente promossa. In 12 giri abbiamo visto tanto spettacolo, una gara anche più appassionante di quella della domenica. Ma per regalarci questo spettacolo i piloti hanno dovuto dare il 200%, correre tutte le poche tornate della corsa al massimo, anche oltre il limite. Bastianini ci ha rimesso una spalla, ma è stato comunque un crash che sarebbe potuto accadere in ogni occasione. Ma in tanti si sono lamentati che, soprattutto i primi giri, si sono rivelati una vera e propria giungla. Andando avanti di questo passo c'è già chi si chiede se nei prossimi weekend, dove si correrà in pista dove non si è provato e tutti dovranno prendersi ancora più rischi per fare il tempo e non partire nelle retrovie nelle due gare, ci saranno abbastanza piloti 'sani' in griglia per garantire uno spettacolo all'altezza. Le premesse ad oggi non sono per nulla rosee.
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Marc Marquez accovacciato dopo l'incidente con Oliveira nel GP del Portogallo, Getty Images

Credit Foto Getty Images

E poi c'è l'eclatante follia di Marquez. Dei commenti all'episodio dei vari riders ne abbiamo già parlato a lungo. Problema ai freni o no, è fuori discussione che il 30enne spagnolo abbia esagerato e non poco. Sappiamo che Marc è sempre stato un rider che va all-in in ogni situazione ed è anche per questo che in questo weekend è stato l'unico capace, con una moto nettamente meno performante rispetto a Ducati e Aprilia, di portare la RC213V in pole position e al terzo posto nella Sprint Race. Per stare coi primi Marquez deve guidare in maniera estrema, prendersi dei rischi in frenata ritardando la staccata per nascondere o celare il potenziale di una moto da 8°-10° posto. Però la linea che porta una manovra di sorpasso dall'essere stupenda al tramutarsi in un errore grossolano è molto sottile, e stavolta Marquez l'ha oltrepassata in toto.

Ci vuole il pugno di ferro

Ma qual è il trait d'union tra la sprint race e l'episodio del Cabroncito? Una Direzione Gara non all'altezza. Negli ultimi anni ne abbiamo viste di ogni: da gente penalizzata come Aleix con Binder solo per averci provato, a Nakagami non squalificato per un GP dopo il crash con Bagnaia lo scorso anno. E quest'episodio di Marquez, che sembra anche peggio di quello di Nakagami del 2022, viene sanzionato con solo due long lap, che tra l'altro bisogna capire se verranno veramente scontati dato che Marc salterà il prossimo weekend per infortunio. L'impressione è che la Race Direction abbia perso totalmente la bussola e non sia più al passo coi tempi, con queste moto sempre più veloci e con un calendario ultra serrato con 21 GP e con altrettante sprint. Ci vuole maggiore rigidità e arbitrarietà nel comminare le penalità, regole chiare e stesso metro di giudizio. Che sia chiaro: ciò non vuol dire che i piloti non si possano più toccare e che tutto debba essere vietato, ma ciò deve essere fatto seguendo regole precise e inequivocabili. Per lo spettacolo tutto deve essere concesso? Francamente ci sembra eccessivo.
L'arbitro è inesistente nei confronti di chi non rispetta le regole. Non sono contro l'atteggiamento dei piloti, che ci proveranno sempre, ma se sbagliano vanno fermati. Ci rendiamo conto dei danni che sono stati fatti e siamo solo alla prima gara? Se non ci mettiamo un freno qualcuno si farà male davvero, e questo non è certo uno spettacolo". [Massimo Rivola, Team Principal Aprilia @SkySport 27/3/2023]

La MotoGP pensa troppo alla F1?

Chiudiamo con una provocazione. Come detto, non è certo un mistero che il motomondiale stia guardando sempre più alla Formula 1, la quale sta senza dubbio vivendo un'eta dell'oro, al contrario della MotoGP in crisi di pubblico e alla ricerca di nuova linfa dopo l'addio di Valentino Rossi. La Sprint Race è un esempio lampante, come le interviste post gara di sabato. Se ci aggiungiamo le nuove grafiche e la nuova sigla che introduce Sprint Race e Gran Premio siamo ad un vero e proprio copia-incolla della F1. Si cerca un po' troppo lo spettacolo e l'adrenalina, ciò naturalmente ha senso e non è sbagliato. C'è la sensazione però che si stia superando il limite dell'agonismo sconfinando nelle scorrettezze, andando contro alla sicurezza e forse non bisognerebbe vergognarsi di ascoltare certi campanelli e porre i correttivi necessari. Cambiare idea, finché si è in tempo, non è reato anzi...
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Dalla Sprint Race al calendario: le novità del 2023 in MotoGP in 2'

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