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Alex Schwazer: dal doping del 2012 alla squalifica di otto anni, tutte le tappe

Mattia Fontana

Pubblicato 11/08/2016 alle 00:52 GMT+2

A due giorni dalla prova della 20 chilometri di marcia di Rio de Janeiro è stata messa fine alla carriera dell'atleta italiano: ripercorriamo tutte le tappe della vicenda che lo ha visto coinvolto.

Alex Schwazer - 2015

Credit Foto LaPresse

6 agosto 2012: la prima positività

Tutto inizia alla vigilia dell’Olimpiade di Londra. Schwazer viene trovato positivo all’eritropoietina in un controllo a sorpresa effettuato dall’Agenzia Mondiale Antidoping. Il CONI lo esclude dalla squadra olimpica, crolla il mito dell’atleta vincitore dell’oro a Pechino 2008.

8 agosto 2012: le lacrime

Schwazer spiega la propria versione dei fatti in una conferenza stampa drammatica. Piange, sostiene di essersi dopato per poter essere competitivo con gli altri. Viene congedato dai Carabinieri di Bologna, perde parecchie sponsorizzazioni. È sul punto di crollare.

23 aprile 2013: squalifica di 3 anni e 6 mesi

Il Tribunale Nazionale Antidoping impone uno stop di 42 mesi per la positività al doping. Una squalifica che, retrodatata all’agosto 2012, gli permetterebbe di tornare a gareggiare il 30 gennaio 2016. Giusto in tempo per Rio de Janeiro.

30 luglio 2013: l'incredibile oro di Barcellona

Il paradosso nel paradosso. A quattro anni di distanza, Schwazer – in squalifica per doping – riceve la medaglia d’oro degli Europei di Barcellona 2009. Una gara che, all’epoca, fu vinta dal russo Stanislav Emelyanov, poi privato del piazzamento per irregolarità nel passaporto biologico.

13 novembre 2013: torna ad allenarsi

Dopo aver abbandonato lo sport ed essersi dedicato agli studi universitari, Schwazer cambia rotta e mette nel mirino un obiettivo sulla carta ai limiti dell’impossibile. A 29 anni torna ad allenarsi. Ha sofferto molto e ha pagato un prezzo sproporzionato rispetto ad altri peccatori”, spiega il suo avvocato all’Ansa.
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2012, Alex Schwazer

Credit Foto LaPresse

22 dicembre 2014: patteggia 8 mesi

Il processo della giustizia ordinaria si conclude a più di due anni dalla positività. Davanti alla Procura di Bolzano, Schwazer patteggia una pena di 8 mesi con pena pecuniaria di seimila euro.

12 febbraio 2015: altri tre mesi di squalifica

Il sogno olimpico si complica quando la II Sezione del TNA gli allunga la squalifica di altri tre mesi, il tutto per aver eluso il prelievo di campioni biologici, sempre nella vicenda pre-Londra. Il suo stop si allunga fino al 29 aprile 2016, mentre Carolina Kostner – nel frattempo divenuta ex – riceve un anno e 4 mesi di stop.

30 marzo 2015: riparte con Sandro Donati

Schwazer torna a credere nell’obiettivo olimpico. Prova ne è la decisione di affidarsi a Sandro Donati, il paladino della lotta al doping, per la preparazione del rientro all’attività agonistica. E’ la persona più credibile per ricominciare da atleta pulito, voglio dimostrare che nello sport si può vincere anche senza doping”, dichiara.
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Alex Schwazer

Credit Foto LaPresse

10 marzo 2016: la Fidal lo reintegra

"Alex Schwazer ha pagato e ora è pronto per affrontare questa nuova sfida. Può essere un'arma in più per le Olimpiadi di Rio". Parole e musica del presidente Fidal, Alfio Giomi. Ha fatto un percorso e ha pagato”. Schwazer viene reintegrato al termine della squalifica.

28 aprile 2016: Gianmarco Tamberi lo attacca

Uno degli atleti più in vista del movimento italiano si scaglia contro Schwazer alla vigilia del suo rientro: Vergogna d'Italia, squalificatelo a vita, la nostra forza è essere puliti, noi non lo vogliamo in nazionale”. Un appello a cui si unisce Margherita Granbassi: Non rappresenta lo sport che sosteniamo”. In effetti, le carte Fidal non darebbero affatto ragione al suo reintegro.

8 maggio 2016, ritorno con il botto

Scade la squalifica e Schwazer si ripresenta in gara nella 50 km di marcia in programma durante i campionati del mondo a squadre. A Roma, si impone con un tempo stratosferico: 3 ore e 39 minuti spaccati. Sembra una fantastica storia di redenzione con destinazione Rio de Janeiro.
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Alex Schwazer

Credit Foto LaPresse

22 giugno 2016: nuovamente positivo?

La “Gazzetta dello Sport” rivela che il marciatore altoatesino p risultato positivo a un controllo a sorpresa effettuato dalla Iaaf a gennaio a Vipiteno: inizialmente le analisi avrebbero dato risultato negativo, ma un secondo test successivo alla qualificazione alle Olimpiadi ottenuta lo scorso 8 maggio a Roma avrebbe evidenziato una quantità fuori norma di anabolizzanti steroidi. E' il nuovo caso.

8 luglio 2016: le controanalisi confermano il doping

Dopo essersi visto negare l'anticipo delle controanalisi, Schwazer deve accettare l'amaro verdetto a due settimane dalla notizia della positività. Ma non si arrende. Contrariamente al 2012, non c'è ammissione di colpa. Ma soltanto una voglia tremenda di essere scagionato e di poter tornare a correre.

14 luglio 2016: Donati in commissione antimafia

L'ipotesi del complotto si fa strada e approda alla commissione antimafia, dove l'allenatore di Schwazer sostiene la propria tesi: "Qualcuno ha studiato un piano per impedire a Schwazer di partecipare all'Olimpiade". Donati denuncia le pressioni ricevute per impedirgli di correre a Roma.

18 luglio 2016: il TAS rigetta il ricorso

Il tribunale sportivo di Losanna, chiamato a decidere sul ricorso del marciatore, dice di no alla richiesta si sospensione della pena ma al tempo stesso offre un'udienza straordinaria per capirne di più. Da una parte ci sarà la IAAF, dall'altra Schwazer e i suoi avvocati. Il nodo è l'esame del DNA sulla provetta incriminata. Resta un minimo di speranza. Peccato che la data continui a slittare. Schwazer parte comunque per Rio...

10 agosto 2016: il TAS si pronuncia a favore della IAAF

Niente da fare. A ridosso della 20 chilometri olimpica, il TAS si pronuncia a favore della IAAF e squalifica Schwazer per otto anni. Capolinea, gente.
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