Tennis - Da Hurkacz a Tsitsipas, da Sinner a Rublev: i primi segnali del ricambio generazionale
DaEurosport
Pubblicato 19/04/2021 alle 21:18 GMT+2
TENNIS - L'alba di una metamorfosi nelle gerarchie del tennis mondiale è sotto gli occhi di tutti. I primi due Masters 1000 della stagione ci lasciano degli indizi con quattro semifinalisti che non avevano mai vinto un 1000 prima: la generazione dei '90 batte un colpo e Sinner, fresco di Top 20, guida i 2000. Servirà, però, la controprova più difficile: gli Slam.
È ancora presto per parlare di ricambio generazionale fatto e finito, ma l'alba di una metamorfosi nelle gerarchie del tennis mondiale è sotto gli occhi di tutti. I primi due Masters 1000 della stagione ci lasciano degli indizi: se a Miami, non essendoci né Federer né Djokovic né Nadal, qualcosa doveva succedere e abbiamo così assistito alla finale tra Hurkacz e Sinner, a Monte Carlo il serbo e il mancino di Manacor erano in campo ma sono usciti anzitempo rispettivamente contro Evans e Rublev. Non è un grido d'allarme ma una tendenza che comunque va registrata: i semifinalisti dei due 1000 sono stati Hurkacz, Sinner, Rublev e Bautista in Florida, Tsitsipas, Rublev, Evans e Ruud nel Principato. Quattro tennisti in serie che non avevano mai vinto un Masters 1000 prima - non era mai successo - e che hanno indicato una nuova strada. Se poi andiamo a vedere gli anni di nascita dei finalisti osserviamo quanto segue: 1997 vs 2001 a Miami, 1998 vs 1997 a Monte Carlo. Insomma, la famosa generazione '90, quella condannata al giogo dei fuoriclasse anni '80 sta provando a farsi spazio e c'è addirittura modo di ammirare i 2000, a partire dal ragazzo di Sexten.
Sinner in Top 20 sulla scia di Djokovic e Federer
Sinner in questo lunedì si gode la Top 20 del ranking mondiale a 19 anni, otto mesi e tre giorni. Prima di lui solo 10 italiani si erano spinti a tanto, riuscendo a centrare l'obiettivo in maniera più o meno precoce.
Gli altri italiani in Top 20 nella storia
Adriano Panatta (br n. 4)
Corrado Barazzutti (br n. 7)
Matteo Berrettini (br n. 8)
Fabio Fognini (br n. 9)
Paolo Bertolucci (br n. 12)
Marco Cecchinato (br n. 16)
Andreas Seppi (br n. 18)
Andrea Gaudenzi (br n. 18)
Omar Camporese (br n. 18)
Renzo Furlan (br n. 19)
N.B. Br: best ranking
In questo caso, viene spontaneo un confronto con i soliti Big 3. Nel caso di Nadal, l'iberico entrò nella cerchia dei migliori 20 tennisti del pianeta a 18 anni, 10 mesi e un giorno quindi si distingue per questo. Discorso diverso per Novak Djokovic e Roger Federer: il serbo bussò alla porta della Top 20 a 19 anni, tre mesi e 18 giorni, mentre lo svizzero a 19 anni, sei mesi e 18 giorni.
La Race
Oltre al ranking, però, che come sappiamo è viziato dal congelamento dei punti, è la Race che porta a Torino il termometro più fedele di ciò che sta accadendo in questa stagione:
N°1 - Tsitsipas
N°2 - Rublev
N°3 - Djokovic
N°4 - Medvedev
N°5 - Hurkacz
N°6 - Karatsev
N°7 - Sinner
N°8 - Zverev
N°9 - Bautista Agut
N°10 - Ruud
In testa abbiamo il vincitore di Monte Carlo (semifinalista a Melbourne), al secondo posto Rublev (nessuno ha vinto più match di lui, 24) che era reduce da otto vittorie di fila in finale (tra cui l'ATP Cup e Rotterdam in questa stagione). Completa il podio il re degli Australian Open, seguito dal finalista, dal vincitore di Miami e da Karatsev (rivelazione del 2021 e campione a Dubai). Sinner, forte del secondo torneo 250 conquistato a gennaio e della finale in Florida, è al settimo posto.
Gli Slam sono ancora paesi per vecchi
Questo vuol dire che i giovani possono cantare vittoria? Non ancora. Gli Slam, infatti, sono sempre paesi per vecchi e l'eccezione di Thiem agli US Open 2020 lo dimostra in un torneo dove non c'erano né Federer né Nadal e con . In definitiva, avremo la riprova solo al Roland Garros dove Nadal partirà favorito, come sempre, e Djokovic dietro di lui con Federer voglioso di ben figurare da outsider. È altrettanto vero, però, che qualcosa si muove: nemmeno tre alieni possono sfuggire alla legge del tempo.
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