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Pagelle ciclismo 2023: van der Poel, Pogacar, Roglic, Vingegaard, Evenepoel, Ganna, Ciccone, Kuss, van Aert, Sagan

Marco Castro

Pubblicato 25/12/2023 alle 16:36 GMT+1

CICLISMO - Il Gree-Tour of Guangxi è stato l'ultimo capitolo di una stagione lunga nove mesi e nella quale non ci siamo certo annoiati. Qual è il corridore copertina e che merita il voto più alto nel 2023? E chi, invece, ha deluso per quelle che erano le aspettative di inizio anno? E quali sono i volti nuovi che hanno lasciato il segno?

Van der Poel da impazzire! Rivivi l'arrivo che vale l'oro mondiale

Le corse australi di gennaio hanno aperto le danze, il Gree-Tour of Guangxi ha scritto la parola "fine" sulla stagione 2023 e mandato il grande ciclismo su strada in letargo per qualche mese. In mezzo, abbiamo assistito a di tutto. Nuovi campioni del mondo, prime volte storiche e riconferme, giovani arrembanti e veterani sempreverdi, sorprese e delusioni, ritiri eccellenti e ripensamenti. E adesso, come alla fine di ogni anno scolastico che si rispetti, è tempo di riassumere a suon di voti quanto visto durante l'anno e di premiare o spedire dietro la lavagna i protagonisti di questa cavalcata.
i voti sono assegnati in base alle potenzialità del corridore
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van der Poel vince un'altra Monumento: rivivi l'arrivo nel velodromo

10 a re Mathieu van der Poel

Ci sono addirittura 14 corridori che hanno ottenuto più successi di lui nel 2023, ma nessuno è andato vicino alla stagione perfetta quanto il figlio di Adrie. Mathieu partiva con quattro grandi obiettivi: Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix e Mondiale. Vince tre di queste corse e nella quarta (la Ronde) chiude secondo, battuto solo da un marziano. Un tris di trionfi memorabile, mai visto nella ultracentenaria e gloriosa storia del ciclismo su strada. VDP è un chirurgo che seleziona i sui bersagli e non sbaglia un colpo né nell’avvicinamento alla corsa, né al momento del dunque. Con buona pace di chi gli imputa un Tour de France poco spumeggiante (tolti i lead-out per Philipsen, di rara bellezza), perché utilizzato come fase preparatoria per l’appuntamento di Glasgow. Ha avuto ragione Mathieu, eccome se ha avuto ragione.
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van der Poel in estasi! Rivivi l'arrivo in solitaria

9,5 al "tuttologo" Tadej Pogacar

Se è vero che van der Poel ha disputato un’annata indimenticabile, il numero 1 del ciclismo mondiale rimane sempre il 25enne sloveno. Per la continuità nell’arco della stagione, per la sua polivalenza, per la capacità innata di dare spettacolo con qualsiasi pendenza, superficie stradale o condizione atmosferica. Comincia con una Primavera sontuosa, spadroneggiando in Spagna e alla Parigi-Nizza, poi sfiorando il podio alla Sanremo. Trasferitosi al Nord, chiude terzo ad Harelbeke, prima di mettere in bacheca il Fiandre con una prova di forza impressionante.Domina anche all’Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone, prima che una rovinosa caduta lo estrometta ben presto dalla Liegi. L’avvicinamento al Tour de France è in sordina e sul palcoscenico più glorioso rimedia una secca sconfitta – per il secondo anno di fila - da Jonas Vingegaard. Eppure riesce comunque a centrare due vittorie di tappa, il secondo posto nella generale e la quarta maglia bianca consecutiva. Inizia il gran finale con il bronzo mondiale nella prova in linea, poi tanta Italia per preparare l’assalto finale al Giro di Lombardia. Dove si impone per il terzo anno di fila, beffando la concorrenza più di fantasia che di gamba. Le vittorie stagionali sono 17, quelle totali 63: che altro aggiungere?
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Pogacar stacca tutti e vince la Ronde in solitaria: rivivi l'arrivo

9 ai califfi Primoz Roglic e Jonas Vingegaard

Un 2023 praticamente in fotocopia per i due alfieri della corazzata Jumbo-Visma, che collezionano 15 vittorie ciascuno (sulle 69 totali della squadra in stagione) e dal peso specifico complessivo molto simile. Tirreno-Adriatico e Volta Catalunya per lo sloveno, Paesi Baschi e Delfinato per il danese. Giro d’Italia per Primoz, Tour de France bis per Jonas. Due tappe a testa e podio finale nella Vuelta di Spagna da record dei gialloneri. Roglic aggiunge anche la tripletta al Giro dell’Emilia, firmando l’80esima vittoria prima di volare alla BORA-hansgrohe. Anche il momento clou di uno ha affinità con quello dell’altro, visto che arrivano entrambi in una cronometro. Per Roglic sul Monte Lussari, quando ribalta il Giro al termine di una prova durissima, segnata da un problema tecnico potenzialmente fatale e davanti al popolo sloveno in estasi. Per Vingegaard nella prova contro il tempo di Combloux, quando manda ko Pogacar (e il mondo intero) con una delle più clamorose dimostrazioni di forza degli ultimi anni.
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Vingegaard esagerato! Dà 1'38'' a Pogacar: rivivi il finale della crono

8,5 all'indomabile Remco Evenepoel

Il fenomeno belga fa sempre parlare di sé, spesso per manifestazioni lampanti del suo talento e talvolta per tonfi dolorosi. Inizia in rodaggio alla Vuelta San Juan di gennaio ed esulta già all’UAE Tour. Due vittorie di tappa al Catalunya e la Liegi bis, dominata, sono l’antipasto del Giro d’Italia. Veste subito la maglia rosa, vince due cronometro ma poi abbandona prematuramente per Covid, non senza polemiche. Lascia il segno al Tour de Suisse e sigla il tris alla “sua” Clasica di San Sebastian. Cede la maglia di campione del mondo in linea per prendersi quella a cronometro. Torna alla Vuelta di Spagna da campione uscente, sorride ad Arinsal ma sul Tourmalet vive una giornata nerissima. La generale è andata, tornano i fantasmi e i dubbi sul fatto che sia in grado di rivaleggiare con i più forti in queste corse. Lui – supportato da squadra e moglie – reagisce da fenomeno e vince altre due tappe, andando in fuga quasi tutti i giorni. Esagerato!
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La prima vittoria a Arinsal, le lacrime dopo Belagua e tris in fuga: rivivi la Vuelta di Evenepoel

8,5 all'estasi di Sepp Kuss

Abbiamo parlato di stagione storica riferendoci alle imprese di van der Poel, ma anche il 2023 dello statunitense va consegnato ai posteri. Dopo aver “scaldato” la gamba a UAE Tour e Catalunya, comincia la sua strepitosa campagna nei Grandi Giri. Scudiero di Roglic al Giro (chiuso al 14° posto), arma segreta di Vingegaard al Tour (12° nella classifica finale). In entrambe le corse pedalando più forte praticamente di chiunque non sia il suo capitano quando la strada si impenna. Basterebbero queste due sfaticate per esaltare ancora una volta le due doti da gregario di lusso e talismano della Jumbo-Visma, come tale è ormai da diverse stagioni. Ma stavolta va oltre. Convocato anche alla Vuelta di Spagna al fianco dei due capitani, veste la maglia rossa dopo una fuga nobile e non la molla più, scortato da Primoz e Jonas sul podio di Madrid dopo un saggio di rara onnipotenza da parte della Jumbo.
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Kuss alza la bici sotto il cielo di Madrid: scatta la festa con Roglic e tutta la Jumbo

8,5 al capocannoniere Jasper Philipsen

Né Pogacar, né Roglic, né Vingegaard. È il belga della Alpecin-Deceuninck il corridore più vincente del 2023, in cui colleziona addirittura 19 hurrà e si erge a velocista più forte del mondo (pur dimostrando di avere anche altre qualità). L’apoteosi arriva al Tour de France, quando domina la classifica a punti con quattro successi. Ma il classe ’98 va forte già tra marzo e aprile, quando brucia tutti nelle volate di Foligno e San Benedetto del Tronto alla Tirreno-Adriatico e mette in saccoccia Brugge-De Panne e Scheldeprijs, senza dimenticare il secondo posto alla Roubaix dietro al compagno van der Poel. Nel finale di stagione gonfia il fatturato imponendosi in tre classiche minori tra Belgio e Paesi Bassi e con il poker al Giro di Turchia.
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Dominio di Philipsen, anche senza van der Poel: è poker, rivivi la volata

8 ad Adam Yates

La Jumbo cannibalizza i gradini più alti del podio e Pogacar timbra il solito cartellino, ma ci sono altri corridori in grado di chiudere fra i primi tre in un Grande Giro nel 2023. Il primo della lista è Geraint Thomas, che a 37 anni si inchina solo alla magia di Roglic sul Lussari e accetta una sconfitta dolorosa con una classe infinita. Il secondo è Joao Almeida, terzo alla corsa rosa con tanto di prima vittoria di tappa, sul Monte Bondone. Il terzo è Adam Yates, che nel computo assoluto svetta sugli altri due. Il britannico si toglie la soddisfazione di vestire la prima maglia gialla al Tour de France grazie all’assolo di Bilbao e a Parigi sfila insieme a Pogacar e Vingegaard. Ma prima aggiunge una tappa all'UAE Tour e una con classifica generale al Tour de Romandie, mentre nel finale iscrive il suo nome nell’albo d’oro del GP di Montreal.
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Anche Adam Yates sogna! Battuto il fratello Simon, rivivi l'arrivo

7,5 a Mads Pedersen e Christophe Laporte

In un’epoca in cui i fenomeni fanno incetta di successi nei grandi appuntamenti, loro trovano comunque lo spazio e il modo per dimostrare – se ancora ce ne fosse bisogno – di essere dei signori corridori. Il danese completa la collezione di tappe nei GT grazie alla perla di Napoli ed è l’unico nel 2023 ad alzare le braccia al cielo sia al Giro che al Tour (ricordate Limoges?). Rende il bottino più cospicuo grazie alle affermazioni a Etoile de Besseges, Parigi-Nizza, BEMER Classic e Giro di Danimarca. E nelle Classiche primaverili è onnipresente: 6° alla Sanremo, 5° alla Gand, 3° al Fiandre, 4° alla Roubaix, tra le altre. Il francese è spesso pedina preziosa nelle dinamiche di squadra della Jumbo, ma a livello personale è probabilmente la stagione più gratificante della sua carriera. Gand-Wevelgem (su “assist” di van Aert), Attraverso le Fiandre, due tappe al Giro del Delfinato e titolo europeo lo testimoniano.
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Finale batticuore: van Aert rimonta, ma Laporte resiste ed è oro! Rivivilo

7,5 ai tricolori Filippo Ganna e Giulio Ciccone

I volti dell’Italia per quanto visto in questi mesi. Il verbanese è la locomotiva e il simbolo del movimento, oltre che il plurivincitore. Una striscia di sei successi iniziata nella cronometro di Lido di Camaoiore alla Tirreno e chiusasi nella prova contro il tempo di Valladolid, alla Vuelta di Spagna. Si riprende anche il titolo italiano e ai Mondiali di Glasgow viene battuto solo da Remco Evenepoel. Colleziona una marea di piazzamenti sul podio e si diletta con profitto anche in volata, un’altra branca del pedale che potrà portargli soddisfazione, visto il motore. Ah, ci sarebbero anche un secondo posto alla Milano-Sanremo e un sesto alla Parigi-Roubaix. L’abruzzese non resta immune alla solita dose di sfortuna, che lo estromette dal Giro (causa Covid) e dal Lombardia (complice una caduta alla Tre Valli Varesine). Ma prima e dopo, dà grande sfoggio della sua caratura. Si sblocca già a la Comunitat Valenciana, al secondo giorno di corse. Al Catalunyabatte nientemeno che Roglic ed Evenepoel sul traguardo in quota di Vallter e “bissa” il successo WT con la fuga vincente di Grenoble al Delfinato. Infine, riporta in Italia la maglia pois del Tour de France dopo 31 anni. Mica male.
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Ciccone nella storia! Ha vinto la maglia a pois, ora è ufficiale

7,5 a quattro uomini molto veloci

Se Jasper Philipsen si rivela il numero 1 della specialità, non si possono non citare quattro dei suoi rivali. Olav Kooij (classe 2001) esulta ben 13 volte e dà seguito al già ottimo 2022; Tim Merlier, pur silenziosamente, si impone in 11 corse, tra cui in tappe WT a UAE Tour, Parigi-Nizza e Giro di Polonia; lo straripante Arnaud De Lie (2002) sorride in dieci occasioni e se il GP de Québec è la sua prima gioia World Tour, il premio della critica va al successo alla Lotto Famenne Ardenne Classic su una gamba sola; infine Kaden Groves, che vince meno dei colleghi qui citati (7 W), ma mette in bacheca una tappa al Giro d'Italia e tre alla Vuelta di Spagna, con tanto di maglia a punti.
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Clamoroso De Lie! Perde il pedale e vince con una gamba sola: rivivi l'arrivo

7 alla freschezza di Tarling e Healy

In momenti diversi, in contesti diversi ma il loro ardore giovanile non è passato inosservato in questi mesi. Joshua Tarling (nato il 15 febbraio 2004!) si candida a futuro (e non solo) dominatore delle cronometro: bronzo mondiale a Glasgow dietro a Evenepoel e Ganna, mattatore assoluto agli Europei, vincitore anche alla Chrono des Nations ancora davanti a Remco. Ben Healy (classe 2000) ha acceso la miccia alla Coppi e Bartali, prendendosi la scena anche nelle Ardenne. Ma è al Giro d’Italia che ha fatto strage di cuori per il suo modo di correre spregiudicato e la magnifica cavalcata di Fossombrone.
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Ben Healy, che vittoria dopo 50 km di fuga solitaria: rivivi l'arrivo

7 alla Bahrain formato Grande Giri

Collezionano 18 vittorie stagionali, tre in meno rispetto al 2022. E se nelle Classiche restano al palo, si mettono in luce come superbi cacciatori di tappe nei GT. Jonathan Milan e Santiago Buitrago al Giro d'Italia, Pello Bilbao, Wout Poels e Matej Mohoric al Tour de France, ancora Poels alla Vuelta di Spagna. Con pioggia di dediche al compianto Gino Mäder. Sei successi parziali nelle grandi corse a tappe: solo Alpecin (8), Jumbo e UAE (7) hanno fatto meglio.
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Il fotofinish dice che ha vinto Mohoric e lui scoppia in lacrime

7 a Thomas Pidcock

Banale sottolinearlo, ma il suo giorno di gloria nel 2023 è alla Strade Bianche, dove nobilita un albo d'oro già strepitoso con un gran colpo da maestro. Oltre alla corsa toscana, si prende anche una tappa alla Volta ao Algarve e brilla nelle Ardenne. Si eclissa nel finale di stagione, dopo una discreta prima parte di Tour de France e il ritiro al Tour of Britain.
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Pidcock fa il vuoto e trionfa da solo a Siena: rivivi l'arrivo tra la folla

6,5 a van Aert

Il corridore più completo del mondo, da cui ci aspetta il massimo ogni volta che inforca una bicicletta. Wout c’è sempre, ma a vincere solitamente è qualcun’altro, alimentando la narrativa sulla sua fama di iper-piazzato. I successi stagionali sono cinque: Harelbeke, campionato nazionale a cronometro, una tappa e la classifica del Tour of Britain, Coppa Bernocchi. Troppo poco per uno come lui. I secondi posti sono otto, tra cui spiccano quelli alla Gand (dove stacca tutti, prima di concedere la vittoria al collega Laporte), in due tappe al Tour, nella prova in linea al Mondiale e all’Europeo. E poi terzo alla Sanremo e alla Roubaix, quarto al Fiandre e così via. Un’onnipresenza amara. Tra le righe: quando si mette al servizio della squadra al Tour, su qualsiasi terreno, è impressionante come pochi.
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Van Aert alla conquista dell'Italia! Albanese e Bagioli ko: rivivi la volata

6,5 all’Italia

Abbiamo citato i “portabandiera”, ma l’Italia ha altri motivi per sorridere in questo 2023. La debordante progressione di Jonathan Milan, ciclamino al Giro con vittoria a San Salvo e una sfilza di podi; la capacità di Alberto Dainese di cogliere l’attimo e nello specifico un successo sia alla corsa rosa che alla Vuelta; il gran finale di stagione di Andrea Bagioli - per il quale c’è un discreto hype in vista del passaggio alla Lidl Trek – e Davide Formolo, che rompe il digiuno dopo tre anni e tanta fatica per gli altri. E poi la crescita di Filippo Zana (vittorioso a Val di Zoldo al Giro), la gran giornata di Davide Bais sul Gran Sasso, il motore di Mattia Cattaneo al servizio di Evenepoel, il colpo di coda di Elia Viviani in Cina, la solidità del veterano Damiano Caruso al Giro, i lampi di Alberto Bettiol, le prime volte di Luca Mozzato, gli sprazzi di rinascita di Antonio Tiberi. Dall’altra parte della medaglia, alcuni dati meno esaltanti e riguardano soprattutto la competitività nella classifica generale dei Grandi Giri. Eclatante anche il digiuno di successi al Tour, arrivato al record negativo di 85 tappe e dove il migliore nella graduatoria assoluta è stato Ciccone, 32° a quasi due ore e mezza da Vingegaard.
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Milan da impazzire a San Salvo! Volata dominata, rivivi l'arrivo

6,5 all'addio di Thibaut Pinot e a quello posticipato di Cavendish

Nella stagione dei ritiri eccellenti, nessuno mobilita le folle come il 33enne francese. Che ha una voglia matta di lasciare un ultimo segno, anche troppa, a volte. Come al Giro, a Crans Montana, quando si fa beffare da Rubio per litigare Cepeda. Si riscatta vincendo la maglia di miglior scalatore. Ci riprova al Tour con qualche attacco da lontano, ma non ha fortuna. E le ultime corse, tutte in Italia, sono più che altro una passerella. Il suo sorriso stampato tra due ali di tifosi in festa a Bergamo, nel Giro di Lombardia che chiude la sua carriera, è probabilmente la fotografia più bella dell’anno. Il 38enne Mark Cavendish, invece, trova il guizzo giusto al Giro d'Italia all'ultima occasione possibile, imponendosi nella volata di Roma. Il sogno è ripetersi anche al Tour de France, per staccare definitivamente Eddy Merckx nella classifica dei plurivittoriosi alla Grande Boucle. Una brutta caduta rovina tutto e fa tornare Cannonball sui suoi passi: ci sarà anche nel 2024, per un ultimo assalto.

5,5 a Simon Yates

Il meglio lo dà nella corsa più importante, il Tour, dove sfiora la vittoria a Bilbao nel giorno del fratello Adam e si piazza quarto nella generale. Ma nel corso di tutta la stagione gli manca il proverbiale acuto. Vince appena una corsa, la quinta tappa del Tour Down Under, poi solo qualche piazzamento. I più importanti sono il terzo all’Emilia e il quinto al Lombardia. Poteva fare di meglio, ecco.
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Tappa a Yates, classifica a Vine, grande Tiberi: gli highlights della 5ª tappa

5 ai passi indietro di Biniam Girmay e Sergio Higuita

Se nel 2022 l'eritreo era entrato in un’altra dimensione vincendo Gand e una tappa al Giro, quest’anno manca l’ulteriore salto di qualità. Parte bene nella campagna spagnola di inizio stagione, ma poi fatica. Il momento clou è il successo di Notwill al Tour de Suisse. In ombra al Tour, così come nella campagna di classiche primaverile e in quella autunnale. Il colombiano, invece, è protagonista di un bell’acuto ai Paesi Baschi, ma in generale è lontano dal corridore ammirato la stagione precedente. In ombra nelle classiche che gli si addicono, l’unico Grande Giro a cui partecipa è la Vuelta, dove è assente ingiustificato.
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Che festa per Girmay! "Invasione" di tifosi subito dopo l'arrivo

5 alla brutta copia di Julian Alaphilippe

Piuttosto tristanzuola la stagione del due volte campione del mondo, che dopo la caduta alla Liegi 2022 fatica ancora a esprimersi ai suoi massimi livelli. In saccoccia Faun-Ardeche Classic e soprattutto una bella tappa al Delfinato, ma anche tante giornate in ombra o più che altro segnate da palese impotenza fisica rispetto a chi si gioca la corsa. Come al Tour, dove va in fuga a ripetizione più di cuore che di gambe, ma finisce sempre per cedere ben lontano dal traguardo. Non pervenuto in nessuna delle Classiche più importanti.
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Che fatica nella fuga! Alaphilippe mostra la lingua alla telecamera

5 alle difficoltà di Gaviria e Bennett

Torniamo nel campo dei velocisti e citiamo due corridori in grado di fare la voce grossa in passato, ma che nel 2023 hanno vissuto tempi di vacche piuttosto magre. Il colombiano chiude la sua campagna con due successi (alla San Juan e al Romandia), agguantando qualche podio qua e là (ma non al Giro, dove è al massimo quinto). Anche l'irlandese registra una vittoria in Argentina e ci somma le due al Sibiu Tour. Non uno score esaltante. E chiusa la stagione arriva lo sfogo: "Sono bloccato, credo che cambiare squadra sia proprio quello che mi serve".

4,5 all'Arkea piccola tra le grandi

Unica squadra WT a non vincere nemmeno una corsa WT. Dieci successi stagionali, la maggior parte in corse di secondo piano in Francia. Molto male nei GT, dove sono parsi anche poco combattivi. Da segnalare i due successi di Mozzato tra Limousin e Binche (super rimonta).

4,5 a Dani Martinez

Che fine ha fatto il brillante scalatore visto negli ultimi anni? Conquista la Volta ao Algarve a febbraio, poi più nulla. In disparte a Parigi-Nizza, Paesi Baschi, Delfinato e Tour de France, dove si ritira in seguito a una caduta.

4 al tramonto di Peter Sagan

Il Tour de Vendée segna la fine di una carriera straordinaria, condita da 121 successi, innumerevoli piazzamenti e un modo nuovo di interpretare il ciclismo. Un istrionico precursore dei tempi, padre dell’attuale generazione di fenomeni. Che negli ultimi mesi, però, non ha più avuto quella cattiveria agonistica per competere ad altissimo livello. Nessun sussulto nella sua lunga last dance, segnata da appena due podi: uno alla Vuelta a San Juan e uno ai campionati nazionali. Un 2023 trascurabile quanto sarà indimenticabile il suo decennio da rockstar.
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Fenomeno Sagan! C'è il Tourmalet e lui fa gli autografi ai tifosi a bordo strada

4 a Caleb Ewan

La peggior stagione della sua carriera da professionista, iniziata nel 2015. Una sola vittoria, la non indimenticabile Van Merksteijn Fences Classic. I due podi iniziali al Tour sembrano poter dare una scossa, poi ripiomba nell’anonimato e prepara le valigie: tornerà alla Jayco AlUla.
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Ma Ewan ha vinto o no? L'australiano riguarda la volata: anche lui non è convinto

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