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Tour de France 2022: percorso, calendario, risultati, tappe, dove vederlo in tv e streaming, classifica maglia gialla

Luca Stamerra

Aggiornato 25/07/2022 alle 05:18 GMT+2

TOUT DE FRANCE - Ecco la guida completa dell'edizione 109 della Grande Boucle. Da Copenaghen a Parigi, ecco tutte le 21 frazioni di un Tour che vedrà 2 crono da 53,9 km complessivi, 6 tappe per velocisti, 6 tapponi di montagna e 7 frazioni 'miste'. Sono 61 i GPM, 3349,8 km totali e 58.530 metri di dislivello. Chi indosserà la prima maglia gialla e chi festeggerà sugli Champs Élysées il 24 luglio?

Pidcock da brividi! Discesa perfetta, va il doppio degli altri

Dopo il Giro d'Italia partito dall'Ungheria, anche il Tour de France avrà il suo Grand Départ dall'estero, con le prime tre tappe in territorio danese. Si parte con la cronometro di Copenaghen che assegnerà la prima maglia gialla e poi via via proseguirà la Grande Boucle con 6 tappe per velocisti, 6 tapponi di montagna, con 5 arrivi in salita, e 7 frazioni 'miste' per un totale di 3349,8 km e 58.530 metri di dislivello. 2 le prove contro il tempo per un totale di 53,9 km complessivi a crono, non poco rispetto agli standard dei Grandi Giri in questi ultimi anni. C'è grande attesa per le frazioni pirenaiche di Peyragudes e dell'Hautacam, ma la tappa regina sarà quella del 14 luglio - il giorno della festa nazionale in Francia - con i corridori che arriveranno sull'Alpe d'Huez che mancava dal 2018. Si arriva a quota 1850 metri d'altitudine, ma nella stessa giornata verrà affrontato il Col de la Croix de Fer (a 2067 metri) e, soprattutto, il Col du Galibier a 2642 metri, la vetta più alta di questa edizione. Si chiude poi con la solita passerella degli Champs Élysées che dal 1975 chiude ogni tappa del Tour de France.

1° luglio, tappa 1: Copenaghen-Copenaghen, crono di 13,2 km

La cronometro che non ti aspetti. Tutti attendevano il duello Filippo Ganna vs Wout van Aert e così è stato, con il belga che è riuscito a fare meglio del verbanese che, però, ha patito una foratura nel tratto finale della sua prova. È riuscito comunque a finire la crono, senza cambiare la bici, usando copertoncini tubeless che gli hanno permesso di non fare la sosta forzata. Detto questo, la prova resta macchiata dalla foratura che ne ha compromesso la fase finale (ha fatto due sbandamenti in curva). Ma van Aert non è riuscito a concretizzare questo fattore a suo vantaggio: nonostante una grande crono, il vice campione del mondo si è dovuto arrendere al connazionale Lampaert che ha sfruttato la pista asciutta per mettersi tutti alle spalle. Intanto c'è Pogacar che guadagna già. Anche lui ha corso sul bagnato ma, col disastro delle previsioni meteo, Roglic è finito nel primo blocco correndo sotto l'acquazzone, con il corridore della Jumbo Visma che ha già pagato 9'' dal connazionale.
Vincitore: Yves LAMPAERT (Quick Step Alpha Vinyl) | Leader: Yves LAMPAERT (Quick Step Alpha Vinyl)
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Lampaert gela Wout van Aert, è in giallo: rivivi la sua crono

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Tour 360: niente gialla per Ganna, Pogacar vola già

2 luglio, tappa 2: Roskilde-Nyborg di 202,2 km

Niente ventagli, solo qualche - serio - tentativo, ma nessuno ha perso le ruote del gruppo a causa del vento come si temeva alla vigilia di questa tappa. C'è stata invece la prima volata di questo Tour con il successo di Fabio Jakobsen che, dopo 5 vittorie alla Vuelta e aver superato nelle gerarchie Cavendish, si è preso lo scalpo anche al Tour. E dire che il neerlandese aveva perso per strada Lampaert, Morkov e Honoré a causa di una caduta, ma sono tutti rientrati e hanno dato il loro contributo oltre a quello, preziosissimo, di Mattia Cattaneo negli ultimi 3 km. Jakobsen batte van Aert e Mads Pedersen, con l'ennesimo 2° posto invece per WVA. È il 7° secondo posto della stagione per il belga che, quanto meno, si consola con la maglia gialla grazie agli abbuoni. A proposito di classifica e cadute, occhio ai vari Uran, Ciccone e Bardet che sono però tutti rientrati. Nel finale anche Pogacar resta coinvolto in una caduta ma, per sua fortuna, è dentro gli ultimi 3 km e si salva non perdendo assolutamente nulla in chiave classifica generale.
Vincitore: Fabio JAKOBSEN (Quick Step Alpha Vinyl) | Leader: Wout VAN AERT (Jumbo Visma)
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Fabio Jakobsen vince la seconda tappa: rivivi l'arrivo in volata

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Tour 360: Jakobsen come una fionda, van Aert si consola con la gialla

3 luglio, tappa 3: Vejle-Sonderborg di 182 km

Si saluta la Danimarca con la seconda volata di gruppo di questo Tour. Niente bis per Jakobsen che, nonostante il grande lavoro della Quick Step, non riesce a stare dietro a Morkov e si perde dietro ai Jumbo Visma. A questo punto van Aert diventa il favorito per lo sprint e, nel duello con Sagan, viene però beffato dall'incredibile rimonta di Groenewegen. Il corridore neerlandese, dopo i fattacci con Jakobsen di due anni fa, era sì tornato a vincere, ma era dal 2019 che non conquistava una tappa di un Grande Giro (proprio al Tour). Finalmente alza la testa e si prende uno scalpo molto importante per ripartire, mentre van Aert si deve arrendere al terzo 2° posto consecutivo in questo Tour dopo la crono di Copenaghen vinta da Lampaert e la volata di Nyborg vinta da Jakobsen. Van Aert resta comunque maglia gialla, ma la classifica non resta invariata. C'è stata un'altra maxi caduta nel finale, ma non nei 3 km finali come nella tappa precedente con tutti salvi. Questa volta ne fanno le spese Damiano Caruso, Giulio Ciccone, Jack Haig, Guillaume Martin e Rigoberto Uran che perdono 39'' al traguardo.
Vincitore: Dylan GROENEWEGEN (BikeExchanger Jayco) | Leader: Wout VAN AERT (Jumbo Visma)
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Dylan Groenewegen risorge a Sonderborg: rivivi la sua volata vincente

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Tour 360: lacrime di gioia per Groenewegen, van Aert ancora 2°

5 luglio, tappa 4: Dunkerque-Calais di 171,5 km

Era diventata un'ossessione, anzi una maledizione. Tre secondi posti consecutivi nelle prime tre tappe, cosa che non accadeva da Alfredo Binda nel 1930. Wout van Aert non sapeva più come vincere in questo Tour e allora non ha aspettato la volata di Calais e ha sfruttato l'ultima Côte di giornata per piazzare un attacco incredibile. Van Hooydonck e Benoot l'hanno lanciato e lui se n'è andato, mettendo anche in difficoltà Roglic e Vingegaard. Van der Poel non pervenuto e tutti i velocisti (puri) staccati. 900 metri fatti ad una potenza immane da parte del belga della Jumbo Visma che è così andato a vincere in solitaria, conquistando il suo 7° successo in carriera al Tour. Alla fine, in classifica generale, cambia poco per gli altri, ma che rischi visto che nessuno era riuscito a rispondere a questa azione combinata dei Jumbo, nemmeno Pogacar. L'altro protagonista di giornata è stato il solito Cort Nielsen, anche oggi in fuga. 11 GPM vinti consecutivamente dalla seconda tappa ad oggi, l'ultimo lo ha 'lasciato' a van Aert. Anche questo è comunque un record. Aveva vinto i primi 7 Bahamontes nel 1958.
Vincitore: Wout VAN AERT (Jumbo Visma) | Leader: Wout VAN AERT (Jumbo Visma)
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Van Aert da impazzire! Trionfo in solitaria a Calais, ecco l'arrivo

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Tour 360: Van Aert spettacolo, stacca tutti e vince a Calais

6 luglio, tappa 5: Lille-Arenberg Porte du Hainaut di 157 km

Lo sapevamo, questa era la tappa più temuta di tutto il Tour. Anche più dell'Alpe d'Huez e dell'Hautacam come accadde nel 2014 quando Nibali fece il vuoto nei confronti di Contador e Froome. Qualcuno poteva già finire fuori dai giochi, e così è successo per Jack Haig (ritirato), Ben O'Connor ma, soprattutto, per Primoz Roglic. Lo sloveno era stato perfetto fino ai -30 dal traguardo, rimanendo concentrato sulle pietre ed evitando cadute e forature come capitato a van Aert e Vingegaard. Il capitano della Jumbo Visma è stato però travolto in quel momento da Caleb Ewan, finito a terra per colpa di una protezione di paglia colpita da Küng. E lì i giochi si sono conclusi per Roglic che per il secondo Tour di fila deve arrendersi per colpa di una caduta. È arrivato a di 2'08'' da Pogacar dopo aver rimediato anche una lussazione alla spalla. Dal camper della Jumbo Visma assicurano che ripartirà. Vingegaard, comunque, è riuscito a limitare i danni dopo la foratura e, grazie a van Aert e agli altri, ha perso solo 13'' da Pogacar. Non pochissimo, ma potevano essere tanto di più considerando anche gli scatti tentati dall'altro sloveno che si è mangiato il pavé. Disticchi minimi anche per gli altri big: Adam Yates, Geraint Thomas, Aleksandr Vlasov hanno perso qualcosa, ma sono tutti là. Non Roglic..
Giusto avere la tappa col pavé in un Grande Giro?
Vincitore: Simon CLARKE (Israel PremierTech) | Leader: Wout VAN AERT (Jumbo Visma)
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Clarke brucia van der Hoorn! Fuga vincente, rivivi l'arrivo

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Tour 360: Clarke sul pavé, Roglic a terra, van Aert tiene

7 luglio, tappa 6: Binche-Longwy di 219,9 km

Se Pogacar prende la maglia già qui... Diventa davvero dura per gli avversari con lo sloveno che conquista la prima vittoria di questa edizione (la 7a in carriera alla Grande Boucle) e la sua prima maglia gialla. E le salite vere devono ancora arrivare, visto che venerdì si aprirà la caccia con la tappa di La Planche des Belles Filles. È quasi mortificante per gli avversari che, sull'arrivo di Longwy, un muro più che un GPM, non hanno potuto fare niente contro lo spunto del capitano dell'UAE Emirates. C'è qualcuno che ha anche perso dei secondi, come Geraint Thomas, Uran e Vlasov (lui vittima di una caduta). In realtà non ha lottato per la vittoria, ma abbiamo rivisto Roglic che ci ha provato ai 250 metri prima di essere sorpassato da Pogacar. Se non altro, l'altro sloveno dimostra di voler essere comunque combattivo nelle prossime tappe dopo il tempo perso ad Arenberg a causa di una clamorosa caduta. Menzione speciale invece per Wout van Aert che, nonostante la maglia gialla indosso, se n'è andato in fuga per 136,5 km. Ha perso la maglia, ma ha dato ancora una volta spettacolo. Chapeau!
Vincitore: Tadej POGACAR (UAE Emirates) | Leader: Tadej POGACAR (UAE Emirates)
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Pogacar devastante! Avversari stesi a Longwy, rivivi l'arrivo

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Tour 360: Pogacar devastante, vittoria e maglia gialla

8 luglio, tappa 7: Tomblaine-La Planche des Belles Filles di 176,3 km

A La Planche des Belles Filles è cominciato il mito di Tadej Pogacar, con quella clamorosa rimonta su Roglic a crono nel Tour 2020, e il corridore sloveno non voleva e non poteva lasciare a qualcun altro l'occasione di vincere sulla stessa salita. All'epoca era una crono, oggi il primo vero arrivo in salita del Tour. Con una modifica al percorso solito, visto che sono stati aggiunti 900 metri in gravel che hanno messo in difficoltà praticamente tutti. Non Pogacar però che è riuscito a mettere tutti in fila anche questa volta, bissando il successo del giorno prima a Longwy. Battuto Vingegaard nel duello finale, con il danese che si prende comunque il titolo dell'essere l'anti Pogacar di questo Tour. Anti Pogacar per modo di dire, ma il danese è l'unico che ha un ritardo inferiore al minuto rispetto allo sloveno. Male gli Ineos, l'unico che si salva è Geraint Thomas, che finisce però a 1'10'', malissimo Vlasov che si stacca a diversi km dalla cima. Roglic chiude 3° alle spalle di Pogacar e Vingegaard e ha cominciato la sua personalissima rimonta (per la top 5?), mentre sprofondano gli italiani. A 3'33'' c'è ora Damiano Caruso, a 3'58'' Mattia Cattaneo. Menzione speciale però per i fuggitivi: Ciccone ci prova, ma si stacca alla prima salita. Peccato per Kämna ripreso solo negli ultimi metri.
Vincitore: Tadej POGACAR (UAE Emirates) | Leader: Tadej POGACAR (UAE Emirates)
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Pogacar cannibale! Vingegaard ci prova, ma non basta: rivivi l'arrivo

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Tour 360: ancora Pogacar, a la Planche c’è solo lui

9 luglio, tappa 8: Dole-Losanna di 186,3 km

Pogacar voleva vincere anche questa. Giusto partire da questo presupposto, nonostante non fosse proprio una tappa per gli uomini di classifica che potevano 'rifiatare' in vista dell'ultima tappa della prima settimana. E, invece, lo sloveno ci ha provato anche sulla Côte du Stade olympique di Losanna, anche per cercare un record dopo le vittorie di Longwy e La Planche des Belles Filles. Nessun corridore, nel secolo in corso, ha conquistato tre tappe consecutive al Tour. L'ultimo era stato Mario Cipollini (che arrivò a 4) nel 1999. Nonostante il forcing di Majka e McNulty, però, è prevalso lo spunto veloce di Matthews e, soprattutto, di Wout van Aert che concede il bis dopo la vittoria di Calais. Pogacar intanto si prende anche i 4'' di abbuono, mentre l'Italia questa volta ci è andata vicino col 5° posto di Bettiol. Parlando di Italia, abbiamo anche visto un ottimo Mattia Cattaneo in fuga. Ci si aspettava una fuga monstre in questa tappa, ma la maxi caduta iniziale ha rovinato tutto. Intanto, qualcuno ha pagato nel finale, con Rigoberto Uran che ha perso 11''.
Vincitore: Wout VAN AERT (Jumbo Visma) | Leader: Tadej POGACAR (UAE Emirates)
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Pogacar è sempre lì, ma stavolta vince van Aert! Rivivi l'arrivo

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Tour 360: van Aert vince ancora, Pogacar ci prova sempre

10 luglio, tappa 9: Aigle-Châtel di 192,9 km

Cala il sipario sulla prima settimana del Tour de France. Più di 3000 metri di dislivello, ma il finale non era troppo congeniale alla sfida tra i big. Pogacar ci ha comunque provato, abbozzando un attacco agli ultimi 400 metri. Ed è riuscito a guadagnare anche 3'' sui rivali, meno che su Vingegaard che si dimostra ancora una volta l'avversario più credibile dello sloveno. C'è anche chi esce definitivamente di classifica come Rigoberto Uran, che pur era entrato nella fuga di giornata, che arriva al traguardo con 7'06'' di ritardo, peggio ancora Daniel Martínez che perde 16'02''. Giornata storta anche per Vlasov che perde 1'06'' e scivola al 12° posto della classifica, sorpassato anche da Roglic. Intanto è stata la giornata della fuga e delle rinascite. Fino ad oggi, solo Simon Clarke era riuscito a vincere grazie ad una fuga, nella tappa del pavé, questa volta è il turno di Bob Jungels. Sì, proprio il lussemburghese che era sparito dai radar negli ultimi anni e che non vinceva in un Grande Giro dal Giro d'Italia 2017. Entrato in fuga di 21 uomini, c'era anche van Aert per i punti della maglia verde, il lussemburghese se n'è andato sul Col de la Croix, evitando poi la rimonta di Castroviejo, Verona e di Pinot. Il francese non vince e arriva addirittura 4°, ma anche lui può essere soddisfatto per essere tornato a combattere per la vittoria di tappa dopo annate piene di problemi.
Vincitore: Bob JUNGELS (AG2R Citroën) | Leader: Tadej POGACAR (UAE Emirates)
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Bentornato Jungels! Fuga vincente, rivivi l'arrivo in solitaria

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Tour 360: finalmente Jungels, Pogacar ci prova ancora

12 luglio, tappa 10: Morzine-Megève di 148,1 km

Prima delle tappe, durissime, del Col de Granon e dell'Alpe d'Huez, ecco una frazione di media montagna con arrivo a Megève. Interessante occasione per la fuga, così come per Pogacar di lasciare la maglia gialla per far riposare i suoi, sempre di meno, visti gli ultimi casi covid nella sua squadra. La fuga parte, ma lo sloveno non vuole lasciare assolutamente la gialla. Alla fine sono in 25 ad evadere dal gruppo, ma solo dopo 50 km di corsa, con una bella schiera di italiani. Ganna in supporto a van Baarle, Bettiol in supporto a Cort Nielsen, poi Sbaragli e Velasco. Bettiol è proprio uno dei protagonisti, con il corridore dell'Education EasyPost che se ne va da solo ai -43 km, dribblando anche una sorta di manifestazione di persone in 'sostegno del clima'. Cosa che obbliga la Giuria dei Commissari a neutralizzare per qualche minuto la tappa. Poi, sulla Montée de Megève, è bagarre vera. Luis León Sánchez, Schultz, van Baarle, Kämna, Jorgenson: sono in tanti a giocarsi la vittoria di tappa, fino all'arrivo di Cort Nielsen che vince allo sprint ristretto. Kämna sperava di consolarsi con la maglia ma, come detto, Pogacar ha fatto una fiammata ulteriore per non lasciare le briciole a nessuno.
Vincitore: Magnus CORT NIELSEN (Education EasyPost) | Leader: Tadej POGACAR (UAE Emirates)
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La zampata di Cort! Schultz ko al fotofinish, rivivi l'arrivo

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Tour 360: a Cort la prima tappa alpina, Pogacar tiene la gialla

13 luglio, tappa 11: Albertville-Col du Granon di 151,7 km

Vi ricordate Steven Kruijswijk quando aveva stradominato il Giro 2016? O ancora Simon Yates quando aveva stradominato il Giro 2018? Beh, nessuno dei due si issò però sul podio di quelle edizioni. Capiterà lo stesso anche a Tadej Pogacar? Può darsi come può darsi di no, ma l'andamento è stato quello nella prima settimana di Tour. Ha dominato nelle prime 10 tappe, stradominato. Aveva sì vinto la tappa di La Planche des Belles Filles, ma è andato anche a conquistare la tappa di Longwy e a fare gli sprint per il 20° posto qui e là. Tutte energie spese e perse per strada. Un po' come ha fatto oggi sul Galibier, quando Roglic l'ha provocato a più riprese. Lo sloveno ha provato due, tre, quattro scatti per innervosirlo. Pogacar ha risposto a tutti, finendo per scattare lui stesso e mandare fuori giri il connazionale. Missione compiuta? Sì, Roglic non vincerà il Tour ma, sul Col du Granon, Pogacar ha capito che era finito nella trappola dei Jumbo Visma. Perché in quella squadra non c'è solo Roglic... C'è anche un certo Vingegaard che l'anno scorso si piazzò 2°. E questa volta, il danese, piazza uno scatto incredibile che lo porta a guadagnare 2'51'' sul campione in carica. Per carità, non facciamo lo stesso errore, il Tour è lontano dall'essere concluso. Anzi, magari Pogacar lo ribalta di nuovo domani con l'Alpe d'Huez.
Vincitore: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Vingegaard rovescia Pogacar! Tappa e maglia, rivivi l'arrivo

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Tour 360: Vingegaard super, strappa la gialla a Pogacar

14 luglio, tappa 12: Briançon-L'Alpe d'Huez di 165,1 km

Non è stata una tappa spettacolare come quella di Galibier e Col du Granon, ma abbiamo rivisto Pogacar in versione attaccante. Bravi comunque quelli della Jumbo Visma ad addormentare la corsa e a lasciar andare la fuga, costringendo lo sloveno a provarci con due fiammate negli ultimi 4 km di salita. Vingegaard c'è e il danese, ora in maglia gialla dopo l'impresa del giorno prima, non perde mai di vista il proprio rivale per la corsa al titolo. Non perde niente neanche Geraint Thomas, mentre Bardet scivola al 4° posto della generale. Perdono qualcosa anche i vari Quintana, Gaudu e Adam Yates che si allontanano invece per il discorso podio. Chi festeggia è Tom Pidcock che trova l'impresa. Proprio lui, che di tappe nei Grandi Giri non ne aveva ancora vinte, si mette in tasca come prima vittoria quella nella frazione dell'Alpe d'Huez. Hai capito il giovane britannico che fino ad oggi aveva vinto (su strada) solo una Freccia del Brabante? Il corridore della Ineos Grenadiers, che nel frattempo risale all'8° posto della generale, vince la concorrenza fatta da Powless, Meintjes, un redivivo Froome, e il nostro Giulio Ciccone che è combattivo ma non ancora al top per arrivare in fondo.
Vincitore: Tom PIDCOCK (Ineos Grenadiers) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Pidcock, che colpo! Trionfo in solitaria all'Alpe d'Huez, rivivi l'arrivo

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Tour 360: Pidcock doma l’Alpe d’Huez, Vingegaard controlla

15 luglio, tappa 13: Le Bourg d'Oisans-Saint Étienne di 192,6 km

Tappa di transizione, come l'ha definita qualcuno, dopo i due tapponi alpini con Galibier, Granon e Alpe d'Huez, alla vigilia di quella di Mende. Velocità folli anche oggi, però, con una prima mezz'ora di corsa a 60 km/h giusto per andre in fuga. Bravo Filippo Ganna ad entrarci nella fuga di giornata, anzi a farla partire con quella azione sulla Côte de Brié dove ha demolito il gruppo. Con lui altri passisti di un certo tipo, come Pedersen, Wright, Küng ecc, e dietro le squadre che hanno tentato un inseguimento ma mai efficace. Con 6 salite complessive, diventava difficile per i velocisti puri, ma anche corridori come Kristoff, Sagan e altri hanno dovuto alzare bandiera bianca. Van Aert totalmente disinteressato, ad un certo punto è toccata alla BikeExchange di Matthews fare tutto il lavoro, ma anche loro si sono rialzati. I 6 al comando si sono giocati poi la tappa, con la vittoria di Mads Pedersen che prima ha sfoltito il gruppetto, poi ha regolato Wright e Houle allo sprint. Niente da fare per Ganna che ci prova, ma fa 6°, lui che aveva ancora il dente avvelenato per aver mancato il successo nella crono. Occhio che Pogacar ha fatto ancora la volata (12°), dopo non essere riuscito a battere il record di Pantani sull'Alpe d'Huez, dando però dimostrazione di essere carico e di voler far partire la rimonta su Vingegaard già dalla prossima tappa.
Vincitore: Mads PEDERSEN (Trek Segafredo) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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La prima di Pedersen! Sprint regale, rivivi l'arrivo

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Tour 360: Pedersen alla sua prima, Ganna ci prova

16 luglio, tappa 14: Saint Étienne-Mende di 192,5 km

Pogacar aveva detto in mattinata che sarebbe stata dura guadagnare qualcosa in questa tappa, lui però ci ha provato perché non si può mai sapere come sta l'avversario... Primo attacco, addirittura, a 182 km dall'arrivo. Poi sulla salita finale, ma Vingegaard c'è e c'è sempre. La notizia, se vogliamo, è che non c'era la Jumbo Visma. A 182 km dal traguardo, il danese aveva perso tre compagni di squadra, sull'ultima salita era invece da solo con Pogacar che aveva ancora a disposizione Majka e McNulty. Qualcosa sta cambiando? I Pirenei ce lo diranno, anche se lo sloveno dovrà inventarsi qualcosa perché deve recuperare 142 secondi al proprio avversario. Tutti gli altri hanno perso, anche se parliamo di secondi. Geraint Thomas, Bardet, Yates, Quintana, Gaudu. Segnale che questi potranno giocarsi al massimo un posto sul podio. Occhio al rientro invece di Meintjes al 7° posto grazie alla fuga. Fuga di 23 dove c'era anche il nostro Alberto Bettiol. Che beffa per il toscano che, sulla salita, era partito secco a riprendere Matthews. Troppo lo sforzo per il corridore dell'Education EasyPost che ha però subito il contro sorpasso dell'australiano che trova la sua 4a vittoria in carriera al Tour. Spaziale.
Vincitore: Michael MATTHEWS (BikeExchange) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Matthews rimonta Bettiol e vince in solitaria: rivivi l'arrivo

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Tour 360: che peccato Bettiol! Pogacar scatta, Vingegaard è lì

17 luglio, tappa 15: Rodez-Carcassonne di 202,5 km

Volata doveva essere e volata è stata a Carcassonne. Ma ne sono successe di ogni per arrivarci. Si è partiti con una fuga a 198 km con van Aert, Politt e Honoré, poi il belga ci ha ripensato, lo sforzo sarebbe stato troppo grande e c'è da portare comunque Vingegaard a Parigi. Non una giornata tanto felice, appunto, per Vingegaard che in mattinata ha perso Roglic, sempre alle prese con i problemi alla schiena, e durante la corsa ha visto l'abbandono di Kruijswijk. Poi è stato lo stesso Vingegaard a cadere. Dopo la sfilza di cadute, le squadre dei passisti veloci hanno provato a staccare gli sprinter puri. Non ci sono riusciti totalmente, con i soli Jakobsen e Caleb Ewan distanziati. Sull'ultimo GPM, però, ci hanno provato Gougeard e Benjamin Thomas che hanno tirato dritto dopo lo scollinamento. Benjamin Thomas ha dato davvero filo da torcere all'intero gruppo, tanto che il corridore della Cofidis è stato ripreso solo a 500 metri dal traguardo. Poi da lì è stata volata, con la sfida Mads Pedersen, van Aert e Philipsen. I primi due avevano già vinto, questa volta è toccata a Philipsen che era ancora a secco. 8° Mozzato, 9° Pasqualon: l'Italia che resta invece a digiuno.
Vincitore: Jasper PHILIPSEN (Alpecin Deceuninck) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Philipsen beffa van Aert e Pedersen! Rivivi la volata

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Tour 360: Philipsen fa sua la volata, la Jumbo perde i pezzi

19 luglio, tappa 16: Carcassonne-Foix di 178,5 km

Finisce pari il primo duello tra Pogacar e Vingegaard sui Pirenei. Lo sloveno ci prova tre volte, sul finire del Port de Lers ma, l'unica cosa che riesce a produrre, è quella di isolare il danese creando un uno contro uno. È già qualcosa, ma l'impressione è che Vingegaard sia venuto su facile nel rimontare il proprio rivale. Poi Pogacar non ci ha più provato, considerando che la maglia gialla aveva ritrovato Kuss, senza dimenticare la presenza di van Aert davanti. Certo, non è più la Jumbo Visma vista sul Galibier con Kruijswijk e, soprattutto, Roglic, ma è una squadra che sa come piazzare le sue pedine e dove piazzarle. Certo, è ancora lunga. Questa era la più facile del trittico dei Pirenei. Mancano ancora le tappe del Peyragudes e dell'Hautacam: insomma, ce n'è di terreno per ribaltare il Tour. Davanti, invece, c'è stata un'altra corsa con 29 corridori all'attacco. Tra questi c'era anche Damiano Caruso, il primo a muoversi sul Port de Lers, il primo però a staccarsi sul Mur de Péguère. Tappa vinta dal canadese Hugo Houle, ed erano 34 anni che non vinceva un canadese al Tour (Steve Bauer nel 1988). E seconda vittoria per la Israel PremierTech dopo il successo di Simon Clarke nella tappa del pavé.
Vincitore: Hugo HOULE (Israel PremierTech) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Houle, impresa solitaria e dedica al fratello scomparso: rivivi l'arrivo

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Tour 360: Houle da solo, Pogacar ci prova ma Vingegaard non molla

20 luglio, tappa 17: Saint Gaudens-Peyragudes di 129,7 km

Parigi si sta avvicinando e Pogacar non ha ancora recuperato nulla su Vingegaard. Sì, ha recuperato giusto 4'' con gli abbuoni perché lo sloveno - almeno - è riuscito a vincere la tappa del Peyragudes, vincendo il duello finale col danese. Ma, nonostante, il grande lavoro di Bjerg prima e di McNulty poi, Vingegaard resta in modalità padrone del Tour. Risponde sul mini scatto finito il Col de Val Louron-Azet e poi si mette lì a mezza ruota, scrutando il proprio rivale. Sarà davvero dura mandarlo in crisi sull'Hautacam, ma mai dire mai. Resta, però, la grande prestazione degli UAE Emirates o, per meglio dire, quelli rimasti visto che stamattina anche Majka ha abbandonato la corsa. Ma McNulty ha fatto qualcosa di stellare, riuscendo addirittura a battere il tempo di scalata di Pantani sul Col de Val Louron-Azet, fate voi... Mentre i Jumbo Visma tutti dispersi, compreso Kuss che non è riuscito a tenere il ritmo già sulla penultima salita. Ci si può inventare qualcosa? E poi c'è la battaglia per il podio. Geraint Thomas non ha tenuto il ritmo di Pogacar e Vingegaard, ma si sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta. Intanto il gallese ha fatto meglio di Quintana, Gaudu, Bardet e di tutti gli altri. Considerando la crono finale, il corridore della Ineos ha praticamente ipotecato il podio a Parigi.
Vincitore: Tadej POGACAR (UAE Emirates) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Pogacar tris, ma Vingegaard non cede un metro! Rivivi l'arrivo

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Tour 360: Pogacar e la UAE super, Vingegaard sempre giallo

21 luglio, tappa 18: Lourdes-Hautacam di 143,2 km

Doveva esserci battaglia e battaglia c'è stata. Pogacar ha provato ben 5 scatti sulla penultima salita di giornata, senza aspettare l'Hautacam, perché c'era da ribaltare il Tour. È stato generoso, ma questo Vingegaard non si poteva battere in salita quest'anno. E allora ci ha riprovato in discesa, rischiando il tutto per tutto. Il danese è stato miracolato, a un passo dalla caduta, meno fortunato Pogacar che ha preso lo sterrato ed è finito in terra. In quel momento è finito il Tour, con Vingegaard che ha aspettato il rivale. Ma questo Vingegaard era anche indistruttibile. Non solo, con Kuss a portarlo sotto fino all'Hautacam, e con van Aert in fuga, ripreso, a fare l'andatura nei km finali, è stato poi il danese a battere Pogacar e a vincere in cima. Un colpo triplo per il classe '96 che vince la tappa, ipoteca la maglia gialla e si va a prendere anche la maglia a pois, bissando il successo nella tappa con Galibier e Granon. Geraint Thomas in difficoltà, ma non rischia il podio, arrivando con Gaudu che opera la solita rimonta, scippando il 4° posto a Nairo Quintana. Crolla anche Bardet che viene invece scavalcato da Meintjes e Vlasov.
Vincitore: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Vingegaard, mani sul Tour! Pogacar ko, rivivi l'arrivo in solitaria

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Tour 360: Vingegaard all-in, tappa maglia gialla e a pois

22 luglio, tappa 19: Castelnau Magnoac-Cahors di 188,3 km

È davvero un Tour pazzo! Doveva essere la tappa in cui tornavano protagonisti gli sprinter e, a dire la verità, la volata c'è stata. Ma, nel mentre, ci sono state due fughe diverse e, soprattutto, l'attacco di Pogacar che ci ha provato ancora in un tratto in discesa, perché - in fondo - non si sa mai e lo sloveno si vuole divertire. Con van Aert a fare però il vigile e a riprendere subito il capitano dell'UAE Emirates. Van Aert il super favorito per questa tappa di Cahors? No, il belga punta alla cronometro e si è messo a fare una crono per mettere al sicuro Vingegaard e per riportare sotto Laporte che, oltre ad essere uomo squadra, era - fino all'anno scorso - il velocista della Cofidis. Ma anche Laporte non voleva fare la volata... L'ultima che ha fatto, l'ha persa con Grimay alla Gand. Ecco che il francese è partito a 1,5 km dal traguardo, ha ripreso i tre fuggitivi, ha sfruttato il loro lavoro ed è poi partito anticipando il gruppo. Philipsen ha poi vinto la volata per il 2° posto su Dainese, ma che forza della Jumbo Visma che si è inventa un'altra tattica folle, ma vincente, dopo la Bi-Zona mostrata (qui la spiegazione della loro tattica) nella frazione dell'Hautacam vinta da Vingegaard.
Vincitore: Christophe LAPORTE (Jumbo Visma) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Laporte dominante! Anticipa la volata e vince per distacco, rivivi l'arrivo

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Tour 360: festeggia ancora la Jumbo, a Cahors vince Laporte

23 luglio, tappa 20: Lacapelle Marival-Rocamadour, crono di 40,7 km

Era impossibile sognare un nuovo sorpasso di Pogacar come accadde a La Planche des Belles Filles su Roglic, anche perché questa volta lo sloveno doveva recuperare ben 206 secondi su Vingegaard. Anzi, la maglia gialla è andata a tutta col danese che a momenti rischiava di vincere la cronometro. Van Aert stellare, ma Vingegaard era andato meglio nei intremedi precedenti, fino a mollare il colpo negli ultimi km quando ha rischiato di cadere in curva, dove avrebbe impattato contro la parete rocciosa sulla sua destra. Mancava la vittoria col brivido che in casa Jumbo Visma c'è sempre ma, intanto, arriva il 6° successo di tappa per il team neerlandese in questo Tour. Il terzo consecutivo dopo le vittorie di Vingegaard con la bi-zona sull'Hautacam e di Laporte da finisseur a Cahors. E sugli Champs-Élysées van Aert ci potrebbe riprovare, dopo il successo dello scorso anno. Intanto il belga è tornato a vincere una crono del Tour e, soprattutto, è riuscito a battere Filippo Ganna, il primo degli italiani (5°). Buona comunque la prestazione del verbanese, forse un po' affaticato da queste tre settimane di Tour al servizio dei compagni. Da segnalare anche la 7a posizione di Mattia Cattaneo e il 14° posto di Alberto Bettiol. Lato classifica generale qualche sorpasso c'è stato: doppio sorpasso per Vlasov che dal 7° posto sale al 5° superando Meintjes e Quintana. Meintjes sperava almeno di saltare il colombiano, ma Quintana ha fatto il suo e il sudafricano è andato malissimo scivolando addirittura all'8° posto superato da Bardet. Lutsenko e Yates chiudono la top 10.
Vincitore: Wout VAN AERT (Jumbo Visma) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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van Aert devastante! Vince anche la crono, rivivila in 3'

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Tour 360: a van Aert la crono, a Vingegaard il Tour

24 luglio, tappa 21: Parigi-Champs Élysées di 115,6 km

Cala il sipario sul Tour de France con la vittoria di Jonas Vingegaard che, dopo due anni di dominio di Pogacar, riesce a invertire la tendenza grazie anche alle fantastiche strategie messe in atto dalla Jumbo Visma (perfetti nell'applicazione della bi-zona nella tappa di Hautacam) e, soprattutto, alla sua forza in salita. Pogacar porta comunque a casa tre vittorie di tappa, un secondo posto in classifica e la maglia bianca di miglior giovane. Non contento, però, lo sloveno vuole vincere anche sugli Champs-Élysées e cerca un clamoroso attacco iniziato l'ultimo giro. Con lui c'è anche Ganna con una mossa studiata con Rowe e Geraint Thomas. Peccato per loro, che la DSM di Dainese rimonti tutti, e assicuri la volata finale. A vincere è Jasper Philipsen che si dimostra il miglior velocista di questo Tour, con il belga che bissa il successo di Carcassonne. Male gli altri velocisti puri, mentre Mozzato e Dainese chiudono rispettivamente 11° e 12°. Niente da fare per gli italiani che non vincono una tappa da tre anni di fila.
Vincitore: Jasper PHILIPSEN (Alpecin Deceuninck) | Leader: Jonas VINGEGAARD (Jumbo Visma)
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Philipsen si prende Parigi, Vingegaard è il re: rivivi la volata

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Tour 360: volata a Parigi, Vingegaard giallo e premi di Magrini

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